Almaviva, i lavoratori del 1500: "Abbandonati dalle istituzioni" VIDEO

Almaviva, i lavoratori del 1500: “Abbandonati dalle istituzioni” VIDEO

Era stata proposta una ricollocazione, che non è arrivata

PALERMO – Oltre 400 lavoratori siciliani, ancora in organico in Almaviva, non hanno certezza del loro futuro. Sono lavoratori che hanno lavorato per il 1500 (il numero verde del ministero della Salute al quale poter chiedere informazioni durante la pandemia), in cassa integrazione del 1° gennaio che sarà definitivamente interrotta il prossimo il 30 settembre.

I lavoratori sono stati “spostati” da una commessa per la quale lavoravano e trasferiti al numero 1500, ma dopo la cessazione del numero verde non sono stati ricollocati e chiedono risposte che, dopo la firma del 19 dicembre scorso dell’accordo legato proprio al ricollocamento, non sono ancora arrivate.

L’accordo prevederebbe, dopo la riqualificazione, la ricollocazione attraverso dei corsi regionali ex Anpal per tutti i dipendenti.

Questa mattina i sindacati hanno voluto fare il punto della situazione che, però, non sembra ad un punto di svolta.

“Ci hanno tolto la dignità”

“La situazione è drammatica”, dichiara Giancarlo Mancuso di 54 anni e lavoratore Almaviva in cassa integrazione. Nella medesima azienda lavora la moglie, anche lei, purtroppo, si trova nelle stesse condizioni.

“Ci hanno tolto la dignità. Abbiamo avuto la rassicurazione e la certezza che il servizio 1500, che è quello che ci ha fatto perdere il lavoro, sarebbe diventato un servizio strutturale, dopo un mese al tavolo successivo ci è stato detto che sarebbe stato chiuso e per noi si è aperto il baratro“.

“Oggi siamo rimasti in pochi, siamo in 400 qui a Palermo e la situazione è deprimente“, racconta Maria Lo Re. “L’azienda ormai è morta perché ha dichiarato la cessazione dell’attività per settembre 2024. Abbiamo lavorato con impegno e professionalità”.

“Lavoratori abbandonati dalle istituzioni”

“I lavoratori del servizio 1500 sono stati abbandonati dalle istituzioni – spiega Giovanni Gorgone sindacalista Fistel Cisl -. Avevamo sottoscritto un accordo che prevedeva una ricollocazione, adesso i lavoratori vengono abbandonati e non ci sembra corretto, visto il loro impegno“.

“Abbiamo avanzato tante proposte alla Regione Siciliana – spiega Emiliano Cammarata sindacalista Slc Cgil -. Abbiamo chiesto di istituire un numero di assistenza in lingue per i turisti che vengono a visitare l’Isola, proposto di unificare il Cup della sanità regionale e ancora di prevedere delle clausole di maggior vantaggio per le aziende che vincono gli appalti finanziati dal Pnrr”.

“Crediamo che lo meritino, la loro unica colpa è aver servito lo Stato nel peggior periodo della pandemia“.


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