PALERMO – Andrea Bonafede è stato arrestato. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani lo hanno raggiunto a casa della sorella a Tre Fontane, località balneare di Campobello di Mazara.
Segue la sorte giudiziaria del superlatitante a cui ha prestato la propria identità.
Ad Andrea Bonafede era intestata la carta d’identità con cui il padrino trapanese si è ricoverato prima in ospedale e poi alla clinica La Maddalena.
Bonafede sin dal primo momento è stato iscritto al registro degli indagati per associazione e procurata inosservanza della pena, e cioè gli ergastoli che Messina Denaro non ha finora scontato.
Sua era la carta d’identità; suo, almeno formalmente, il covo di via CB 31 dove latitante ha vissuto nell’ultimo periodo; sua, o meglio della madre, l’Alfa Romeo Giulietta usata dal boss.
Subito dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro Bonafede ha detto che in realtà i soldi per l’acquisto, 15.000, gli erano stati dati dal capomafia.
Ha fatto anche altre ammissioni che, però, non hanno convinto del tutto i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
Bonafede, 58 anni, all’anagrafe registrato come geometra, è imparentato con la omonima famiglia mafiosa di Campobello di Mazara. È nipote del capomafia Leonardo Bonafede, deceduto nel 2020 A 88 anni
Il suo arresto, firmato dal presidente della sezione dei giudici per le indagini preliminare, Alfredo Montalto, è stato chiesto dal procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido.