Ars, Antimafia e veleni |nel giorno di Falcone - Live Sicilia

Ars, Antimafia e veleni |nel giorno di Falcone

Mentre Palermo si colorava della speranza e del messaggio di unità portato dai più piccoli nel nome di Falcone, all'Ars si riusciva a litigare (con tanto di dimissioni) proprio sulla commissione Antimafia. Una pagina poco felice per il Palazzo

Disastro Ars
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PALERMO –  L’Assemblea regionale siciliana, a sei mesi dall’inizio della legislatura, ha finalmente battezzato la commissione Antimafia. Ora, che per questo passaggio si sia scelto un giorno così denso di significato come il 23 maggio, potrebbe apparire una felicissima circostanza. Che l’antico Parlamento della regione il cui volto è stato sfregiato da Cosa nostra in giro per il mondo, aprisse i lavori dell’Antimafia mentre fuori le strade di Palermo erano colorate dalla speranza e dalla voglia di futuro di ragazzi arrivati da tutta Italia nel nome di Giovanni Falcone, sembrava uno di quei felici presagi di cui la storia dell’Ars certo non sovrabbonda. Ci hanno pensato subito i signori deputati a riportarci alla realtà. Perdendosi in una ragnatela di polemiche e contestazioni, in tempi da record, che hanno un suono che stride vicino alle grida gioiose dei ragazzini che poco lontano saltavano cantando “chi non salta mafioso è” incarnando un’immagine di unità e speranza.

Prima il caso Salvino Caputo, con il laborioso e molto presente deputato del Pdl scelto con infelicissimo tempismo dal suo partito per la carica di segretario all’indomani della sua condanna definitiva per tentato abuso d’ufficio. È stato lo stesso deputato monrealese a togliere il disturbo, lasciando il posto a un grillino. Non è finita qui. Alla polemica bis ha pensato Nino Malafarina, il deputato più crocettiano di Crocetta, candidato naturale alla presidenza. Lui ha votato per Musumeci, e lo rivendica. Ma non gli è piaciuta “la logica” della scelta dei vicepresidenti. E ha annunciato le dimissioni dalla commissione. Intanto, in via Notarbartolo, si sentiva ancora l’eco del Silenzio suonato per i martiri di Capaci. Ma a Palazzo dei Normanni si suona una musica diversa, quella delle polemiche. Anche in un giorno come questo.


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