Ars, la Dc agli alleati: dialogare con l'opposizione per salvare la Finanziaria - Live Sicilia

Ars, la Dc agli alleati: dialogare con l’opposizione per salvare la Finanziaria

Falcone: "Dialogo ma nel rispetto dei tempi stabiliti"

PALERMO – L’appello arriva nel giorno in cui l’Ars incardinerà la Finanziaria in Aula e non è rivolto alle opposizioni ma alla maggioranza. “Raggiungere un accordo” con Pd, M5s e Sud chiama nord “che permetta di scongiurare l’esercizio provvisorio”. Lo firma Carmelo Pace, capogruppo della Democrazia cristiana a Sala d’Ercole, che ha vissuto in prima persona la battaglia in commissione Bilancio e che ora si rivolge principalmente, ma non solo, al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno: “Mi auguro che, di concerto con il governo, trovi la condizione politica per condividere la Finanziaria anche con le opposizioni, nel rispetto dei ruoli, e arrivare all’approvazione entro il 31 dicembre”.

La Finanziaria affronta l’Aula

Al di là della “grande coesione all’interno della maggioranza” annunciata da Pace, i lavori della commissione Bilancio hanno messo a nudo le diffidenze e le crepe nella coalizione di governo. Rivalità nelle quali si sono incuneate le opposizioni, che dopo la vicenda Collegato-ter hanno deciso di muoversi con una regia unica. Nella penultima seduta della commissione, conclusa alle 5 del mattino, i lavori dell’organismo si erano arenati davanti al muro delle opposizioni. Una serie di questioni pregiudiziali e interventi a raffica su ogni singolo emendamento avevano spedito la maggioranza in un vicolo cieco. La svolta nell’ultima seduta, con i falchi della maggioranza giunti a più miti consigli. Nessun emendamento aggiuntivo di governo e maggioranza, con diverse mance e mancette rimaste fuori. L’atteggiamento delle opposizioni è così cambiato e alla fine è venuta fuori una legge di stabilità più snella. Il testo ora toglie l’ancora e inizia la navigazione nelle acque di Sala d’Ercole.

Carmelo Pace
Carmelo Pace

Finanziaria, l’appello Dc agli alleati

Da qui l’appello targato Dc, partito che pure ha dovuto ingoiare il boccone amaro del ritiro dell’articolo che stanziava 1,5 milioni di euro per i luoghi di culto. Pace parla proprio a quei falchi, presenti nel governo e nella maggioranza, che nelle lunghe sedute della commissione spingevano sull’acceleratore. “La Sicilia è governata dal centrodestra ma è di tutti e vanno tutelati gli interessi della popolazione nel suo complesso”, osserva il capogruppo Dc che ricorda la presenza in manovra dei fondi per i Comuni i finanziamenti a fondo perduto per le imprese e le misure contro il precariato negli enti pubblici. La Dc, consapevole delle divisioni della maggioranza, chiama quindi gli alleati al tavolo della trattativa e chiede un ruolo attivo a Galvagno. Dalle reazioni all’appello dei cuffariani si capirà se l’obiettivo del via libera alla manovra entro il 31 dicembre sarà realistico o se si concretizzerà lo spettro dell’esercizio provvisorio.

Di Paola: “La Finanziaria va parlamentarizzata”

La prima reazione alle parole del centrista, però, non arriva dagli alleati. A parlare, infatti, è Nuccio Di Paola, coordinatore regionale M5s e deputato pentastellato all’Ars: “Anche la maggioranza comincia a capire che il muro contro muro gioca solo contro gli interessi dei siciliani”, dice invitando a sua volta Galvagno ad entrare nella partita. Nel pomeriggio arrivano le parole dell’assessore all’Economia, Marco Falcone. L’esponente del governo Schifani risponde a Di Paola ma, di fatto, il suo è un messaggio di fumo anche a Pace con dei paletti: “Certamente la manovra sarà ‘parlamentarizzata’ e tutti i partiti saranno coinvolti, ma sempre mettendo al primo posto la salvaguardia dei conti della Regione e rispettando comunque le tempistiche programmate dalla conferenza dei capigruppo”.


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