Ars, accordo sui tagli agli stipendi | Per uno stenografo 204 mila euro - Live Sicilia

Ars, accordo sui tagli agli stipendi | Per uno stenografo 204 mila euro

Nella foto, il deputato questore Paolo Ruggirello

L'intesa prevede dei tetti alle retribuzioni delle varie figure professionali, così come già previsto per i dirigenti.

Il personale
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 PALERMO-  Tagli agli stipendi del personale non dirigenziale dell’Assemblea regionale siciliana a partire dal primo gennaio del 2015. Il delegato del Consiglio di presidenza, Paolo Ruggirello, ha firmato l’accordo con quattro sigle sindacali (astenuti i coadiutori parlamentari e i segretari), a conclusione di un lungo confronto. L’intesa prevede dei tetti alle retribuzioni delle varie figure professionali, così come già previsto per i dirigenti (in questo caso il tetto è di 240 mila euro omnicomprensivi); gli stipendi dei dipendenti rimangono comunque superiori a quelli del Senato, anche se rispetto a Palazzo Madama il personale dell’Ars non avrà indennità fisse e variabili aggiuntive e neppure incentivi di produttività.

Introdotti così i cosiddetti “sottotetti”. Si tratta dei nuovi limiti stipendiali massimi per le diverse “carriere” dei dipendenti Ars. Fino al 31 dicembre 2017, le retribuzioni “omnicomprensive” non potranno superare i 204 mila euro per gli stenografi, i 193 mila euro per i segretari, 148 mila per i coadiutori, 133.200 euro per i tecnici e 122.500 euro per gli assistenti.

Ora si applicheranno i nuovi tetti agli stipendi di tutte le categorie di dipendenti. Come proprio in questi giorni ha fatto il Senato (a cui sono agganciati gli stipendi del personale dell’Assemblea regionale). Palazzo Madama ha fissato nuovi parametri: 172 mila euro lordi per uno stenografo, 166 mila per un segretario, 115 mila per un coadiutore, 106 mila per un tecnico e 99 mila per un assistente parlamentare.

“Qualcuno potrebbe obiettare che questi tetti – spiega il deputato questore Ruggirello – siano superiori a quelli del Senato. Ma la realtà è un’altra. I limiti fissati da Palazzo Madama andranno raggiunti nel corso dei tre anni. Noi interveniamo subito. E non solo, quelle cifre sono chiare e non esistono sotterfugi. Al Senato, i tetti reali tra contributi vari, sarà di gran lunga maggiore. Per questo accordo, che mi lascia molto soddisfatto – aggiunge – voglio ringraziare il nuovo Segretario generale, le sigle sindacali che hanno dimostrato grande senso di responsabilità, il presidente Ardizzone che mi ha affidato la delega per affrontare la questione. L’accordo adesso andrà ratificato in Consiglio di presidenza”. E il consiglio è già stato convocato per mercoledì prossimo.

“Gli effetti finanziari dell’accordo – spiega ancora Ruggirello – determinano maggiori risparmi sul bilancio dell’Assemblea di quelli derivanti da un mero recepimento dei tetti stabiliti presso il Senato. Infatti, l’automatico recepimento avrebbe comportato una riduzione dei costi su base triennale pari a 2,830 milioni di euro”. In base all’accordo, la riduzione della spesa nel triennio 2015-17 comporta un risparmio per le casse dell’Ars di 3,032 milioni di euro (1,010 mln all’anno), 201.497 euro in più rispetto all’automatica applicazione dei parametri del Senato.

Già quest’estate il consiglio di presidenza dell’Ars aveva adottato il tetto massimo di 240 mila euro lordi annui (esclusi oneri previdenziali) per i più alti burocrati dell’Assemblea. Decisione questa che è stata contestata da alcuni di essi (altri invece hanno scelto di andare in pensione attutendo così l’effetto dei tagli). In base alle vecchie norme, il capo della burocrazia di Palazzo dei Normanni arrivava a costare più di mezzo milione di euro all’anno.

Gli assistenti parlamentari, i così detti commessi dell’Ars, arrivano a percepire dopo 25 anni di carriera stipendi superiori ai 117 mila euro all’anno . Un tecnico amministrativo (questa e le cifre seguenti non valgono per i neoassunti, i cui stipendi sono stati ridotti), dopo 24 anni di carriera supera i quattromila euro netti mensili, che diventano 4.400 euro per un coadiutore parlamentare, e ben 6.295,95 euro netti per uno stenografo.

Ruggirello aggiunge: “E’ stata portata a termine la manovra di riduzione della spesa in materia retributiva che aveva avuto il suo avvio nel luglio scorso con l’applicazione del tetto di 240 mila euro annui lordi ai consiglieri parlamentari, in analogia con quanto previsto dal decreto Renzi in materia di retribuzioni apicali dei dipendenti pubblici e successivamente stabilito soltanto qualche giorno fa dai Consigli di presidenza di Senato e Camera”. Ruggirello evidenzia che “bisogna aggiungere, come ulteriore riduzione applicata sui costi del personale dell’Assemblea, la circostanza che la disciplina adottata dal Senato e non recepita dall’Ars prevede le indennità fisse e variabili come aggiuntive ai limiti stipendiali stabiliti” e “un incentivo di produttività erogato al verificarsi di determinate condizioni, esclusivamente per i dipendenti sovratetto, pari al 10 per cento della retribuzione dell’anno precedente”. L’accordo è stato siglato dai sidacati Osa-Ars, Uil-Ars, Sada e Saap.

 


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