"La figlia assunta per un appalto" | La dirigente: "E' una ritorsione" - Live Sicilia

“La figlia assunta per un appalto” | La dirigente: “E’ una ritorsione”

Assessorato alle Infrastrutture

Prima la denuncia del presidente della commissione antimafia Musumeci. Poi l'esposto in Procura di Crocetta e dell'assessore Torrisi. Al centro del presunto scandalo una dirigente che si è occupata del bando per il trasporto per le Isole. Appalto affidato alla Ustica Lines, azienda nella quale lavora la figlia. "Ma da tanti anni ormai - la replica - forse qualche ditta esclusa vuole farmela pagare".

PALERMO – Ha la voce rotta dall’emozione. La preoccupazione è evidente anche dall’altra parte del filo. È appena stato diffuso un comunicato stampa della Regione che parla di una dirigente coinvolta in un nuovo scandalo. Avrebbe consentito alla Ustica Lines di vincere un bando per il trasporto con le isole minori, in cambio dell’assunzione della figlia. Salvatrice Severino, questo il nome della dirigente “accusata”, però, non ci sta. “Mia figlia – racconta – lavora alla Ustica Lines da diversi anni ormai. È stata assunta a tempo indeterminato e non certo in seguito a questo bando. È laureata, si occupa di marketing e per di più il suo lavoro riguarda tratte che nulla hanno a che vedere con quelle dell’appalto. Qualcuno ha voluto strumentalizzare questa vicenda”.

Il presunto scandalo è stato sollevato ieri dal presidente della commissione Antimafia all’Ars Nello Musumeci. E ripreso oggi dal quotidiano “La Sicilia”. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sulla scorta di quella denuncia pubblica della commissione regionale Antimafia, che “asserisce – si legge in una nota di Palazzo d’Orleans – che la dirigente che avrebbe predisposto la gara per il trasporto sulle isole avrebbe poi ottenuto l’assunzione del figlio in quella stessa società, ha chiesto immediatamente al dipartimento regionale trasporti di acquisire tutta la documentazione al fine di avviare una verifica ispettiva. Per il presidente, – proseguiva la nota – sulla base delle norme sull’incompatibilità già fissate dalla Regione siciliana per i dirigenti, la dipendente potrebbe rischiare anche licenziamento”.

Dopo quella nota, – nella quale si fa erroneamente riferimento a un “figlio” invece di una “figlia” – il governatore è passato alle vie di fatto. Presentando, insieme all’assessore regionale alle Infrastrutture Nico Torrisi, un esposto alla Procura: “Tra le altre cose – si legge in un’altra nota della presidenza della Regione – già il 19 febbraio scorso l’assessorato infrastrutture, su richiesta dell’allora direttrice Salvatrice Severino, aveva provveduto ad assegnare ad altro incarico la dirigente che nella nota comunicava che la propria figlia è dipendente della stessa Ustica Lines.

Insieme alla denuncia, il governo ha inviato in allegato una copia del bando di gara per consentire agli inquirenti un’ampia verifica. Il presidente ha dato incarico alla Segreteria generale, di predisporre una commissione ispettiva con la finalità di verificare le modalità di svolgimento della gara e le incompatibilità della stessa Severino, in considerazione del fatto che la stessa svolgeva attività dentro l’assessorato da diversi anni”.

Il bando in questione era scaduto il 27 marzo. E la Ustica lines, come detto, se lo è aggiudicato bruciando alcune concorrenti. Una di queste – racconta la dirigente – avrebbe persino “minacciato” la Severino di tirare fuori la storia della figlia assunta, come reazione all’esclusione. E nella nota si fa riferimento a un fatto confermato dalla stessa Severino. “Sono stata io – racconta – a chiedere di essere sollevata dall’incarico di responsabile del procedimento. Proprio per evitare, dopo le minacce subite, che la situazione di mia figlia venisse strumentalizzata da qualcuna delle ditte escluse. Sulle quali, magari, io avevo svolto in passato anche un’attività di vigilanza, non così gradita, ovviamente”. E non solo. La dirigente racconta anche fatti inquietanti. “Mia figlia in passato – dice – è stata persino pedinata. Tutti fatti che mi hanno spinto a chiedere di essere sollevata da quell’incarico. E la restante parte del procedimento, così, non è stata seguita da me”.

“Si tratta comunque – insiste il presidente Musumeci – di un caso evidente di incompatibilità morale ed etica. La dirigente, il giorno dopo l’assunzione della figlia, avrebbe dovuto chiedere il trasferimento in un’altra struttura, in un altro ufficio della Regione. Quello che ci è stato segnalato – aggiunge – è un fatto certamente riprovevole. Toccherà alla magistratura adesso verificare se c’è stata una condotta dolosa nella predisposizione del bando e nell’iter della gara”.

Già, perché i dubbi manifestati dalla Commissione antimafia riguarderebbero anche la natura del bando. Che sarebbe stato “cucito su misura” per la Ustica lines. “Abbiamo chiesto, come commissione antimafia – spiega Musumeci – gli ati al dirigente generale Arnone. Vogliamo anche capire se i vecchi dirigenti generali erano a conoscenza di questa incompatibilità e se l’hanno tollerata. Sarebbe un fatto altrettanto grave rispetto a quello che coinvolge la dirigente”.

“Noi – replica però la Severino – facciamo gli stessi bandi, quasi con gli stessi requisiti dal 2002. Qualcuna delle società escluse non aveva i requisiti, persino dal punto di vista amministrativo (cioè mancava un bilancio, le fidejussioni) e non a caso per qualcuna delle aziende è stata anche avviata la rescissione della convenzione ministeriale per gravi inadempienze. Una vigilanza che dal ministero è passata alla Regione. Cioè a me. E guarda caso, ecco saltare fuori la storia di mia figlia”.


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