Ast, tagli alle linee e senza stipendi | "Siamo pronti ad azioni eclatanti" - Live Sicilia

Ast, tagli alle linee e senza stipendi | “Siamo pronti ad azioni eclatanti”

Non c'è pace per l'Ast, alle prese con stipendi non pagati e una riduzione già annunciata del 30% delle corse. I sindacati: "È finito il tempo della campagna elettorale".

AZIENDA SICILIANA TRASPORTI
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Non c’è pace per l’Ast, l’Azienda di trasporti siciliani, alle prese con stipendi non pagati e una riduzione già annunciata del 30% delle corse. In particolare, l’azienda ha annunciato il taglio di 3 corse su 4 sulla Modica-Palermo, di 8 su 13 nell’asse che va da Donnalucata a Scicli, Modica, Pozzallo, Noto, Avola per arrivare sino all’aeroporto di Fontanarossa. E poi 8 corse su 11 sulla Caltagirone-Catania, 6 su 8 sulla Patti-Messina, 20 su 30 tra Barcellona e Messina.

“Chiediamo con urgenza un incontro al Presidente della Regione, Rosario Crocetta, per bloccare l’ipotesi di dismissione di molte linee dell’Ast, una riduzione del 30% che l’Azienda in questi giorni ha proposto e che oggi grazie all’intervento del sindacato, è stata al momento bloccata in attesa dell’insediamento del nuovo assessore regionale ai Trasporti”, dicono i segretari di Fit Cisl Sicilia, Amedeo Benigno, e Filt Cgil, Franco Spanò. E aggiungono: “La dimissione delle linee continuerebbe a penalizzerebbe ancora di più i pendolari, lavoratori, studenti, dando modo così alle aziende private di occupare il mercato. Non si può svuotare il contenuto della propria missione aziendale, con atti che riguardano ipotesi di diminuzione del trasporto pubblico locale, soprattutto se in altri settori vige lo spreco”.

Benigno e Spanò continuano “l’Azienda siciliana trasporti vanta crediti cospicui nei confronti della Regione che, se incassati, permetterebbero il pagamento degli stipendi e della tredicesima per i dipendenti e il pagamento dei fornitori. Servono subito poi somme per portare avanti l’acquisto del nuovo parco automezzi. Attendiamo fino ai prossimi giorni di dicembre il pagamento degli stipendi di novembre, e se così non sarà porteremo avanti eclatanti azioni di protesta. È finito il tempo della campagna elettorale e torniamo a chiedere le dimissioni del vice presidente Tafuri, uomo di Lombardo”.


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