Augusta, il Porto delle nebbie |crocevia di grandi affari - Live Sicilia

Augusta, il Porto delle nebbie |crocevia di grandi affari

Il porto siracusano al centro dell'inchiesta che vede indagati Gemelli e Lo Bello.

L'indagine di Potenza
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AUGUSTA- Il cuore del sistema di potere finito sotto la lente della magistratura batte tra i pontili della Marina Militare che si affacciano sulla rada di Augusta, contaminata dal mercurio. Su questo porto naturale, fortificato da Federico II di Svevia, si specchia il complesso petrolchimico più grande d’Europa che ha catalizzato, negli ultimi quarant’anni, un fiume di soldi e potere.

Ed è proprio negli uffici di un potente che due imprenditori rampanti, quand’erano poco più che trentenni, si sono conosciuti: Ivan Lo Bello lavorava con Giuliano Ricciardi, a capo della principale cordata di imprese che, da sempre, ha gestito appalti e subappalti del petrolchimico. Ha una figlia, Valentina Ricciardi, che sposa un certo Gianluca Gemelli. Lo Bello e Gemelli conducono insieme la battaglia antimafiosa e lanciano la nuova era di Confindustria Sicilia. Gemelli è in prima linea quando, per esempio, Antonello Montante finisce sott’inchiesta.

Nel frattempo maturano gli affari dei big di Confindustria che comprendono, per tempo, che il porto di Augusta è uno snodo importantissimo per il greggio e i rifiuti tossici.

Basta visitare il portale ufficiale del gruppo Marcegaglia, ovvero il gruppo della famiglia dell’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, faro della corrente Lo Bello-Gemelli http://www.marcegaglia.com/energy/it/rifiuti_cdr.html per apprendere della realizzazione, proprio ad Augusta, dell’impianto per la gestione di rifiuti tossici del petrolchimico. Ma il grande affare che ha fatto finire sotto la lente della magistratura gli industriali siciliani, è la realizzazione di un deposito di greggio alle spalle dei pontili della Marina Militare.

Un investimento che in questo momento storico non ha eguali, visto che le raffinerie siciliane sono in fase di dismissione e il futuro del petrolio vede lo spostamento del baricentro produttivo nei paesi del Terzo mondo. Nel Nord Africa si concentreranno le fasi di raffinazione, in Sicilia c’è chi pensava, sotto l’aquila di Confindustria, a creare le piattaforme nelle quali stoccare il carburante nei prossimi anni. Nulla di strano se non fosse che questo business sarebbe stato pianificato, a tavolino, da chi doveva rappresentare gli interessi degli imprenditori locali e invece – secondo la magistratura – avrebbe coltivato, esclusivamente, quelli del proprio apparato.

Arriviamo ai giorni nostri. La magistratura ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere formata da alti esponenti delle istituzioni della quale avrebbe fatto parte anche Ivan Lo Bello.

Perno degli affari finiti sotto la lente della Procura di Potenza è sempre il porto di Augusta. In questo quadro la nomina del Commissario dell’Autorità portuale diventa fondamentale. Tanto che vengono smossi i piani altissimi del potere politico e militare italiano. Si sarebbe tentato, ipotizzano gli inquirenti, di condizionare le decisioni del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio grazie a un “gancio”, Ivan Lo Bello, “perché del ministro è amicissimo”. Un’operazione pianificata, secondo i magistrati, che prevedeva l’organizzazione di una cena, “dove si rompe il ghiaccio, si parla in generale…”. L’obiettivo sarebbe stato quello di sostenere la nomina di Alberto Cozzo ai vertici dell’Autorità portuale cacciando da Augusta l’ammiraglio Roberto Camerini, non gradito a Gianluca Gemelli. Lo Bello e Delrio negano tale circostanza.

L’inchiesta matura dopo che Gemelli si allontana dalla prima moglie, Letizia Ricciardi, e si avvicina alla big di Confindustria Federica Guidi, ministro dello Sviluppo Economico del governo Renzi, oggi costretta alle dimissioni dall’inchiesta.

I piani alti del potere e della politica si fondono, nel quadro desolante dipinto dagli inquirenti, dando vita a un sistema di “relazioni criminogene capaci di stabilire e consolidare condotte collusive replicabili su piani amministrativi diversi, con il coinvolgimento di ambienti opachi del mondo politico-amministrativo ed imprenditoriale, con la finalità precipua di assicurare un arricchimento personale dei singoli sodali, attraverso la spartizione di poteri e l’interscambio di reciproci favori”.

Dagli atti traspare la capacità del sistema Gemelli, di essere al di sopra delle regole, scalzando, una società, la Decal dei Fazio di Augusta, che aveva ottenuto tutte le autorizzazioni per lo stoccaggio del carburante, comprese quelle del ministero dell’Ambiente, del ministero dei beni Culturali e della Regione Siciliana.

Agli affari del petrolio si somma la battaglia per la nuova Camera di commercio di Catania-Siracusa e Ragusa, centro di potere che controlla l’aeroporto di Catania e quello di Comiso. Comune denominatore sono gli incarichi, elargiti a tutti i livelli, la capacità di aprire qualunque porta e il superamento, con il metodo antimafioso, dei vecchi sistemi di potere degli anni di Cuffaro e Lombardo. Ad Augusta, però, la gente continua a morire di cancro e intorno alle fortificazioni giace il 20% del mercurio di tutto il Mediterraneo; delle bonifiche neanche l’ombra, il vento degli affari soffia verso un’altra direzione.


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