L'avvocato e il colloquio "vietato" in carcere con Messina Denaro

L’avvocato e il colloquio “vietato” in carcere con Matteo Messina Denaro

Giovanni Luppino, l'autista di Messina Denaro
A rischio il 41 bis, il regime del carcere duro

PALERMO – L’avvocato avrebbe voluto incontrare Matteo Messina Denaro. Un colloquio nell’ambito delle indagini difensive per conto del suo cliente, quel Giovanni Luppino che ha fatto da autista al padrino. Il giudice per le indagini preliminari ha bocciato la richiesta dell’avvocato Giuseppe Ferro che ha fatto ricorso in Cassazione. I supremi giudici lo hanno dichiarato inammissibile “per sopravvenuta carenza di interesse, atteso che è deceduto il soggetto con il quale il richiedente intendeva essere autorizzato a intrattenere il colloquio”.

Giovanni Luppino
Giovanni Luppino, l’autista di Matteo Messina Denaro, arrestato con il superlatitante

“Violazione del 41 bis”

Tema delicato quello sollevato dal legale. La procura di Palermo si era opposta, ritenendo che il via libera al colloquio avrebbe comportato una violazione delle regole del 41 bis (qui l’elenco dei siciliani sottoposti al regime del carcere duro). Rispondendo alle domande dell’avvocato di fatto il capomafia sarebbe venuto a conoscenza di circostanze oggetto di indagini. Una pericolosa circolazione delle notizie, insomma. Il gip aveva dato ragione ai pm.

Le accuse a Luppino

Luppino ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato condizionato. Risponde di mafia, favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza di pena. La condizione riguarda l’audizione di un imprenditore che, secondo l’accusa, sarebbe stato taglieggiato: i soldi servivano per finanziarie la latitanza di Messina Denaro.

L’autista del padrino

Luppino è l’uomo che ha accompagnato il capomafia nelle strutture sanitarie che lo hanno avuto in cura. Per ultima la clinica La Maddalena dove entrambi sono stati arrestati. “Mi ha detto che stava morendo e l’ho aiutato per ragioni umanitarie”, si è difeso Luppino, inciampando quando ha negato di conoscere i componenti della famiglia Bonafede. A cominciare da Laura Bonafede, maestra e amante del padrino. I pubblici ministeri Gianluca De Leo e Piero Padova gli hanno contestano il fatto che la donna, assieme al marito ergastolano Salvatore Gentile, ha battezzato i suoi figli.

“Non sapevo che fosse Messina Denaro”

Luppino ha sostenuto di avere saputo solo in un secondo momento dell’identità di Messina Denaro. Non si è tirato indietro: “Un giorno si è sentito male. Gli ho detto di andare in ospedale. Non posso è stata la sua risposta. Io sono Matteo Messina Denaro. Di fronte alla morte l’aiuto non si nega a nessuno”.

Gli ha fatto da autista per due anni. Gli era stato presentato da un compaesano, Andrea Bonafede (l’uomo che ha prestato l’identità al capomafia per curarsi), come suo cognato. Si faceva chiamare Francesco. Erano vicini di casa in via San Giovanni a Campobello di Mazara, la casa dove Messina Denaro ha abitato prima di trasferirsi nell’ultimo Covo in via Cb 31.


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