Furto al Baby Luna, nuovo arresto | Così i ladri sono caduti in trappola - Live Sicilia

Furto al Baby Luna, nuovo arresto | Così i ladri sono caduti in trappola

Individuato il secondo uomo che avrebbe tentato di rubare all'interno del bar di viale Regione Siciliana. In manette sono finiti due pregiudicati di Brancaccio. Una donna è caduta nel tranello degli Sms organizzato dalla polizia. Ecco la ricostruzione.

PALERMO – Hanno individuato e arrestato anche il secondo presunto autore del tentato furto ai danni del Baby Luna. Sarebbero stati Cosimo Geloso, 24 anni, e Salvatore Tutone, di 37, entrambi del rione Brancaccio, ad introdursi dentro il bar di viale Regione Siciliana e poi a tentare una rocambolesca fuga tra le sterpaglie che costeggiano il fiume Oreto. I due si sono lanciati dal ponte Corleone sotto una pioggia battente. E senza esitazione alcuna i poliziotti li hanno seguiti. Geloso era lì, dolorante per la caduta. A Tutone gli investigatori sono arrivati sfruttando abilmente il cellulare di Geloso.

Il 24 gennaio, sei minuti dopo le tre di notte, la sala operativa dell’istituto di vigilanza Ksm contatta la questura. Ci sono due uomini dentro il bar. I poliziotti arrivano poco tempo dopo. I due capiscono che è meglio darsela a gambe. La via di fuga è impervia, ma non hanno altra scelta: si lanciano dal ponte e finiscono in mezzo alla vegetazione. Geloso si fa male. Non può più scappare. E inizia la caccia al suo complice. Ed è ora che i poliziotti della volante aguzzano l’ingegno. Utilizzano il cellulare di Geloso per inviare un sms ad una ragazza di nome Ivana con cui Geloso ha avuto ripetuti contatti. “Dimmi dove sei”. “Non ti muovere sono nei paraggi tranquillo”. Gli agenti fissano un appuntamento in un distributore di carburante poco distante: “Sbrigati xche se rimango tanto mi fermano io sono al esso vicino setteBello”. Ed ancora: “Non ti muovere affinche non te lo dico io risp dimmi di preciso dove sei”; “Ti aspetto all esso ma se vedi volanti fermati”.

È una trappola. L’ultimo messaggio è delle 5 e 05. Ivana scrive: “Esci non c’è più nessuno”. Invece qualcuno arriva. Sono i poliziotti in abiti civili. Fanno finta di dovere fare benzina. Poi, per essere certi, compongono il numero di telefono di Ivana. Che squilla lì, in quel preciso istante. La donna viene fermata e identificata. È in macchina con un uomo e due donne. Tra questi c’è anche Salvatore Tutone.

Le indagini non sono finite. Poco distante dal bar viene individuato un furgone Wolkswagen di colore rosso. È stato rubato e doveva servire per caricare la refurtiva – tre videopoker e diverse stecche di sigarette – che i due malviventi hanno abbandonato davanti al bar poco prima di darsi alla fuga. In questura Geloso ammette di averlo rubato in via Oreto e tira in ballo Tutone come complice del colpo, salvo scagionarlo nel corso dell’udienza di convalida. Le sue successive dichiarazioni vengono definite “visibilmente false”. E così il giudice per le indagini preliminari ha applicato la misura cautelare ai due indagati. Tutone, pregiudicato, è finito in carcere. A Geloso sono stati concessi gli arresti domiciliari.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI