Ballarò vive la sua bellezza nelle strade dove i 14enni si drogano FOTO

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Il Festival del circo, lo spaccio e la riscoperta

PALERMO- Forse non c’è altro che somigli a Palermo come Ballarò. Tutti quartieri di una città ne rispecchiano una parte. Ballarò è una introduzione globale che ha assorbito i colori contraddittori del contesto, presentandoli in sintesi allo sguardo di chi approda. Qui c’è la mano violenta dello spaccio e della mafia, c’è l’ombra ripiegata della ragazza o del ragazzo prigionieri del crack. Chi vende le sostanze dà la morte, manovrato da altri che tengono i fili. Il cinismo dei soldi non frequenta la pietà per le vite perdute. Ma qui c’è l’arcobaleno che, anche di notte, hanno acceso per tre giorni quelli di ‘Ballarò Buskers’, il festival internazionale del circo da strada giunto ormai alla settima edizione e terminato ieri. Vie e piazze sono state riempite dal pubblico al seguito di artisti sfavillanti e un po’ matti.

Dai pusher alla riconquista

“Il tema di quest’anno – dice la giornalista Alessia Rotolo che cura l’ufficio stampa ed è attivista di Sos Ballarò – è stato ‘Spazi di cura. Cura degli spazi’, per riqualificare e trasformare i luoghi in opportunità di aggregazione e metterli a disposizione dei residenti o di chi semplicemente passa. Questo è quello che chiede l’assemblea pubblica Sos Ballarò. Servono alternative e risposte per un territorio segnato dalla disperazione di chi incappa nelle dipendenze da sostanze, soprattutto del crack”.

Oggi è il lunedì successivo, nel quartiere sopravvivono le sensazioni di un magico fine settimana, come il manto di coriandoli che resta per terra dopo la fine del Carnevale. E’ il cromatismo ricordato dai gessetti multicolori disseminati lungo piazza Brunaccini, regno dei pusher. Ma chi c’è, come ogni giorno, ci sarà ancora.

Consumatori di crack a quattordici anni

“Il Festival è andato molto bene – dice Francesco Montagnani di Sos Ballarò – abbiamo avuto tantissime presente, quasi non si riusciva a camminare. Sono appuntamenti che ci danno molta forza d’animo nel nostro percorso. I problemi sono noti a tutti. Il consumo di sostanze, crack ed eroina sale in maniera costante da tre-quattro anni e continuerà a salire. Le dipendenze si manifestano trasversali. Trovi l’adulto e trovi giovanissimi a partire da una fascia compresa tra i quattordici e i sedici anni”.

Poi ci sono tutte le questioni aperte, legate all’economia, alla sopravvivenza. Massimo Castiglia di Sos Ballarò, figura storica ed ex presidente di circoscrizione, racconta: “C’è la vicenda del mercato coperto, già finanziato, ma bloccato, di fatto, per le decisioni del Comune che ha disconosciuto un avviso pubblico per la selezione di quarantuno stalli che regolarizzava i commercianti storici, presenti dal ‘94 e dava un margine a tutti per mettersi in regola. Si sono persi mesi preziosi e adesso lì c’è un ricovero di tossicodipendenti, nel più completo abbandono”.

Il destino del mercato coperto

Sul punto, qualche giorno fa, è intervenuto il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. “Nel quartiere di Ballarò stiamo intervenendo su più fronti a cominciare dai controlli contro il commercio abusivo, l’inosservanza delle regole per il conferimento dei rifiuti, la movida che a volte si trasforma in occasione di spaccio di droga e di violenza – ha detto il sindaco -. Lo abbiamo fatto anche grazie al contributo delle forze dell’ordine. Abbiamo messo in campo un camper contro la droga. Il Comune, attraverso la Rap, ha realizzato numerose pulizie straordinarie dell’area”.

“Per il progetto del mercato coperto, ereditato dalla precedente amministrazione – ha aggiunto – stiamo lavorando con l’Iacp perché se ne possa avere presto il trasferimento della proprietà. Potremo assegnare gli spazi solo se ne avremo la piena disponibilità”.

L’abbraccio di Palermo

Marco Sorrentino, presidente dell’Associazione Ballarò Buskers è una cascata di felicità: “C’è stata tantissima gente, un numero enorme, molto più grande degli altri anni già ragguardevoli in quantità. Abbiamo visto tante famiglie, tantissimi passeggini, moltissimi sorrisi. Abbiamo sentito un messaggio di speranza, un abbraccio per tutta la città”. Stavolta, Ballarò, con più forza, vuole che quell’abbraccio continui e non si rassegnerà al ritorno nell’ombra. Almeno, non lo faranno le anime sdrucite e coraggiose che, mentre gli altri vanno via, rimangono a presidiare questa piccola Palermo. La trincea di una guerra che Palermo, tutta intera, non può perdere.


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