“Banca nuova ha tradito i clienti” | Il Codacons promette battaglia - Live Sicilia

“Banca nuova ha tradito i clienti” | Il Codacons promette battaglia

“L'offerta di transazione mortifica le aspettative di chi ha acquistato le azioni”.

Il caso della Popolare di Vicenza
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PALERMO – Anche il Codacons promette battaglia a Banca Nuova. L’offerta di transazione del nuovo management della Popolare di Vicenza che controlla interamente l’istituto siciliano, infatti, per l’Associazione dei consumatori “mortifica le aspettative di quei soci – si legge in una nota – che, danneggiati dal forte e improvviso depauperamento del valore delle loro azioni, hanno confidato nella tanto annunciata proposta di conciliazione che, vista l’irrisorietà del rimborso, ha il sapore della beffa. È un affronto per la pluralità di piccoli e grandi risparmiatori che, incolpevolmente, ha patito ingenti perdite. È l’ulteriore tradimento a scapito di chi ha investito i propri risparmi fidandosi già delle rassicurazioni del personale di banca”.

Ma c’è di più. Il Codacons punta il dito contro la presenza della condizione sospensiva all’interno del Regolamento dell’Offerta di Transazione, fissata nell’adesione alla proposta da parte dell’80 per cento degli azionisti. Secondo l’avvocato Paolo Di Stefano del Codacons: “La formulazione di questa condizione, posta a favore della banca, suscita molte perplessità in relazione agli effetti della sottoscrizione dell’accordo transattivo in capo all’azionista. Se da un lato è chiaro che nell’ipotesi in cui la condizione sospensiva non si avveri, e Banca popolare di Vicenza non vi rinunci, la banca nulla dovrà pagare all’azionista destinatario dell’offerta, dall’altro lato, si richiede maggiore chiarezza sulla conseguente precisazione contenuta nel regolamento, nella parte in cui è previsto che, in caso di mancato avveramento della condizione, rimarranno ‘in particolare’ salvi i diritti dell’azionista ‘con riferimento alle operazioni di acquisto o sottoscrizione di Azioni BPVi’”.

Ma per Codacons i dubbi sono anche altri. “Sebbene il successivo punto 6 del regolamento prescriva – prosegue l’avvocato Di Stefano – tra parentesi che dall’avveramento della condizione sospensiva dipenderebbe il pagamento dell’indennizzo e la validità degli accordi transattivi sia per la banca sia per l’azionista, tuttavia sembrerebbe che con la sottoscrizione dell’accordo transattivo il risparmiatore, già al momento della firma e a prescindere dall’avveramento della condizione, debba rinunciare ‘irrevocabilmente e incondizionatamente’ a qualunque altra pretesa, sia in sede civile sia penale. È quindi evidente che l’oscurità e contraddizione in termini di questo aspetto del regolamento, non mette l’azionista nelle condizioni di sapere in modo chiaro e univoco, quando e a quali diritti e pretese, relativi all’acquisto e sottoscrizione di Azioni BPVi, debba ‘incondizionatamente’ rinunciare. Di conseguenza, – conclude il legale – non può che criticarsi il regolamento poiché, posta la questione in tali termini, non sarebbe tutelata, ad esempio, la posizione dei molti azionisti, già costituitisi parte offesa nei procedimenti a carico del vecchio management o che si ritengono lesi da condotte di dipendenti della banca o da investimenti di altra natura, anche per l’acquisto di titoli azionari e obbligazionari non ricompresi tra le azioni indennizzabili”

Infine per Codacons è “eccessivamente penalizzante” l’esclusione dalla transazione delle società di capitali “sia perchè tali società hanno spesso investito cospicue somme, possibilmente anche in occasione di operazioni volte ad ottenere maggiore elasticità di cassa, – si legge nella nota dell’associazione – sia perché alcune realtà di impresa, comunque importanti per la realtà economica e per le sorti del mercato locale, dovendo iscrivere in bilancio le perdite collegate alla banca, potrebbero risentirne negativamente sul piano della reputazione bancaria. In ogni caso, – si chiude la nota dell’associazione visti i deludenti esiti della proposta di conciliazione, il Codacons riprenderà ogni azione a tutela degli azionisti, dando seguito alle numerose diffide già inviate e continuando a valutare caso per caso la possibilità di agire, in qualunque sede, per il risarcimento dei soldi investiti nelle azioni”.


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