Barbagallo: "Ecco il ruolo dei cattolici nel Pd che verrà" - Live Sicilia

Barbagallo: “Ecco il ruolo dei cattolici nel Pd che verrà”

Il volto storico del cattolicesimo democratico siciliano è l’unico siciliano (residente nell’isola) a fare parte del comitato che sta curando la riscrittura dello statuto del partito.
L'INTERVISTA
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CATANIA – Giovanni Barbagallo volto storico del cattolicesimo democratico siciliano (ha ricoperto il ruolo di parlamentare regionale per quattro legislature e di deputato europeo) è l’unico siciliano (residente nell’isola) a fare parte del comitato che sta curando la riscrittura dello statuto del Pd.
Il suo sostegno a Elly Schlein ha fatto storcere il naso a qualche compagno di area, ma l’ex sindaco di Trecastagni tiene il punto e spiega le ragioni della sua scelta. “Il compito principale dei laici cattolici impegnati in politica è quello di cercare un punto di incontro tra sensibilità diverse. I valori di cui il cristianesimo è portatore vanno difesi non in termini di contrapposizioni, ma in un quadro di dialogo, di tolleranza e di rispetto delle opinioni degli altri”, spiega Barbagallo. E assicura: “Nel Pd ci sarà spazio per affermare il grande patrimonio della dottrina sociale della Chiesa”.

Acque agitate nella componente cattolica del Pd dopo le parole di Pierluigi Castagnetti…

La componente degli ex popolari non è in crisi, ma ha posto, molto opportunamente, il tema di un partito plurale e rispettoso delle diverse sensibilità culturali. Castagnetti ha fatto benissimo. Sono sicuro che il comitato terrà conto delle sue giuste osservazioni. I contenuti ideali della dottrina sociale della Chiesa saranno tenuti sicuramente in considerazione. Ernesto Preziosi (già vice presidente nazionale dell’azione cattolica) mi ha comunicato che un gruppo di associazione di ispirazione cattolica invieranno un documento al comitato per l’elaborazione del nuovo statuto. Tra i componenti dello stesso comitato ci sono persone di fede che non mancheranno di offrire il loro contributo. Anche io cercherò di fare qualche proposta legata ai valori che ispirano il mio impegno politico.

Scissione inevitabile se vincesse Schlein?

Nel Pd non vedo rischi di scissione. Per rilanciare il Pd serve l’impegno di tutti gli attuali dirigenti e militanti e un’apertura senza precedenti ai giovani e nuovi soggetti provenienti dalle molteplici realtà associative presenti nel territorio. I processi politici devono costantemente mirare a soluzioni condivise. Dobbiamo uscire dalla prigionia del nostro io. La vita sociale è l’incontro di un’umanità che si riconosce nel “noi” generato da una reciproca disponibilità al servizio. L’altro non è soltanto uno strumento da utilizzare o un ostacolo da superare. Chi ha bisogno della logica del nemico per affermarsi determina una caduta di umanità, dimostra di aver perso la propria forza e assume posizioni ideologiche. Il nemico non è necessario all’azione politica. Il nemico è la personificazione del proprio problema. Il politico che incarna dei valori è consapevole che il proprio ideale si può perseguire soltanto attraverso l’ascolto e il dialogo con gli altri.

Lei sosterrà Schlein. Ci spiega su quali basi poggia la sua decisione?

In Italia la crisi della politica si è accentuata da quando gli organismi dei partiti sono stati sostituiti dalla logica dell’uomo solo al comando: i cosiddetti partiti padronali. È sicuramente più semplice seguire un capo che impegnarsi in progetti comuni. Confrontarsi su opzioni differenti significa anche discutere sul gruppo dirigente che meglio può rappresentare la linea politica scelta. Noi crediamo che la forza di un Paese non stia nella forza dei singoli, bensì in quella dei suoi legami sociali. È necessario entrare nel merito delle questioni reali. Per quanto mi riguarda seguo con interesse le idee portate avanti da Elly Schlein sui diritti del mondo del lavoro, sulla lotta alle diseguaglianze, sulla necessità di unire la battaglia per la giustizia sociale e quella per l’emergenza climatica, su un nuovo modello di sviluppo, sull’attenzione per le giovani generazioni e su una leadership comunitaria. Le sue dichiarazioni sui rischi del disegno di legge del ministro Calderoli, sull’autonomia differenziata, vanno nella direzione giusta.

Lei fa parte del comitato che sta riscrivendo lo statuto del Pd. Qual è il contributo dei cattolici?

Partecipo con convinzione al processo di rigenerazione del Pd. Nell’ambito del comitato costituente nazionale del PD ho aderito al sottocomitato “diritti, welfare e coesione”. La mia scelta scaturisce dalla consapevolezza che la forza di un Paese non sta nella forza dei singoli, ma in quella dei suoi legami sociali. Per me, diritti sociali e civili sono inscindibili perchè il loro riconoscimento è l’unica strada per superare le diseguaglianze. È necessario un Welfare inclusivo per garantire pari opportunità e giustizia sociale. Il lavoro deve essere il cuore dell’impegno del Pd. Il contrasto alla crisi climatica va realizzato attraverso un nuovo modello di sviluppo e uno stile di vita alternativo alla logica dell’individualismo e del consumismo. Papa Francesco, nell’enciclica “Laudato si”, ci ha invitati ad una “visione integrale della vita, a partire dalla convinzione che tutto nel mondo è connesso e che siamo interdipendenti gli uni dagli altri”. 


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