Barbagallo: "La maggioranza di Musumeci non esiste più" - Live Sicilia

Barbagallo: “La maggioranza di Musumeci non esiste più”

Il segretario del Pd traccia il timing: lunedì l’assemblea decisiva per le amministrative di Palermo.
L'INTERVISTA
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4 min di lettura

PALERMO – “La maggioranza di Musumeci si è sciolta come neve al sole”. Il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, gongola e commenta con queste parole la crisi ormai certificata della maggioranza di governo. Una frattura insanabile, sancita dal voto di mercoledì a sala d’Ercole con la rappresaglia orchestrata dai malpancisti che nelle opposizioni hanno trovato una solida sponda. Prove tecniche di campo larghissimo? Barbagallo dice che non ci sono le condizioni e assicura che la strada da imboccare sarà un’altra, in linea con l’identità dello schieramento progressista.  Ma prima si dovrà sciogliere il nodo delle amministrative praticamente alle porte.  Barbagallo traccia il timing: lunedì l’assemblea del Pd palermitano si esprimerà in modo definitivo sul da farsi e a Messina si va verso una candidatura vincente della quale si parlerà oggi nel corso di una riunione.  

Barbagallo, la maggioranza di Musumeci esiste ancora?

La maggioranza non esiste più: è un dato di tutta evidenza. La seduta d’aula di mercoledì ha sancito la fine definitiva del perimetro proposto agli elettori e conferma che non si possono costruire la maggioranza con la campagna acquisti dei parlamentari. La maggioranza di Musumeci si è sciolta come neve al sole. 

E adesso anche l’azzeramento delle Commissioni crea scompiglio nella maggioranza. Si sta divertendo?

Alcuni Presidenti di Commissione hanno evidenti responsabilità nel disastro di questi anni. Se problemi come quello dei rifiuti, dei forestali, delle partecipate della regione sono rimaste senza un intervento normativo è perché c’è una responsabilità specifica. Ne abbiamo viste di tutti i colori, leggine che tornano in aula tre quattro volte per correggere impugnative scontate o ddl che arrivavano in aula senza che nessuno fosse d’accordo. Il regolamento dell’Ars prevede che le Commissioni vadano cambiate dopo due anni. L’azzeramento è tardivo: bisognava intervenire prima.

Si è creata una certa sintonia tre le opposizioni e i malpancisti della maggioranza.  La sinergia che si è creata a sala d’Ercole potrebbe fare nascere un campo larghissimo in vista delle regionali?

Mi sembra difficile. Noi siamo i custodi dei valori del centrosinistra, di una Sicilia diversa. Ci sono tante, troppe commistioni con chi ha governato e ha maturato gravi responsabilità in questi anni. Abbiamo l’ambizione di restituire la Sicilia ai siciliani anche in termini di proposta politica e di progetto con una nuova classe dirigente fresca e competente: questi sono i nostri punti cardine. 

Torniamo al congelamento delle nomine sancito dall’emendamento votato in aula mercoledì. Che cosa comporta?

La fine della stagione della lottizzazione dei posti di sottogoverno da parte di Musumeci: in questi anni con metodo chirurgico, il governatore, ha appagato la sete di potere del pizzo magico; i primi dei non eletti delle sue liste si sono accomodati in posti nevralgici e ben remunerati; senza preoccupazioni e senza rossore ha nominato soggetti discutibili con procedimenti penali in corso e con qualche laurea spuntata all’improvviso.

Musumeci vi sta facendo parecchi assist. L’ultimo sulle Soprintendenze. Ci spiega che cosa è accaduto?

Che cosa è accaduto lo dovrebbe spiegare il governo regionale. E’ veramente insopportabile assistere al doppiogiochismo di Musumeci e agli annunci che hanno caratterizzato questa legislatura. Nel giorno della commemorazione dell’assessore Tusa il governo regionale decide di cancellare l’impostazione dell’organizzazione delle soprintendenze svuotandole di competenze con la scusa della riorganizzazione e dell’efficientamento della macchina regionale in pieno conflitto con il legislatore nazionale. Oggi stesso scriveremo una dura nota per avvertire il ministero dei beni culturali sullo scempio che si sta consumando in Sicilia. Su questo daremo battaglia.

A Palermo il tempo stringe e il Pd non sembra approfittare delle spaccature degli avversari. Che farete? 

Lunedì ci sarà l’assemblea provinciale che farà un passo avanti deciso verso la candidatura a sindaco. Noi siamo affezionati alle nostre regole, decideranno gli organismi e credo che lunedì arriverà un’indicazione perentoria.

E a Messina? 

Oggi si terrà un’altra riunione. Stiamo lavorando a una candidatura molto incisiva che potrà marcare una nuova storia amministrativa. Sono convinto che dopo tanti anni che il centrosinistra non vince a Messina, questa sarà la volta buona. 

Segretario, un’ultima domanda. Come va con gli alleati pentastellati?

La Sicilia è stata la regione dove l’alleanza ha avuto le prime sperimentazioni, dove sono arrivati successi significativi e dove si è costruita una proposta politica condivisa che tiene dentro i temi del lavoro e dell’ambiente che sono assolutamente prioritari. Abbiamo costruito la coalizione anche nei comuni in cui venivano da storie amministrative opposte e senza gelosie abbiamo lavorato sempre le la candidatura più forte.


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