Belpasso al voto| È scontro fra Distefano e Caputo - Live Sicilia

Belpasso al voto| È scontro fra Distefano e Caputo

In paese il clima è teso.

verso il voto
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BELPASSO – Pochi giorni al voto, e a Belpasso il clima è sempre più teso. I protagonisti non sono però i tre candidati a sindaco, che al contrario sembrano rimanere sullo sfondo. Quanto il sindaco uscente Carlo Caputo, che come è noto ha scelto di non ricandidarsi – e l’ormai ex coordinatore del circolo del Pd belpassese Nunzio Distefano che prova per la prima volta a conquistare uno scranno al Consiglio comunale. Fra i due non sembra scorrere buon sangue. E fra un esposto e l’altro c’è anche una querela per diffamazione presentata da Caputo nei confronti di Distefano. E adesso sembrano non riuscire a mettersi d’accordo sull’esito dell’ultima udienza. Per Caputo si profilerebbe il rinvio a giudizio, mentre Distefano nega ci sia stato. E la querelle ancora una volta finisce sulle pagine facebook

“Circa 8 mesi fa – dice Caputo a LiveSicilia – Distefano aveva insinuato che un mio conoscente si fosse aggiudicato un appalto a Belpasso per lavori di 4 mila 200 euro grazie a me. Lui pubblicò una foto che mi ritraeva con questo mio amico su un social con le sue solite insinuazioni. In realtà quella procedura d’affidamento era assolutamente regolare. E dunque l’ho querelato. Durante la mia amministrazione, peraltro questo mio amico si è aggiudicato solo questo lavoro. Ieri ci è stata l’udienza. Il pm aveva chiesto l’archiviazione che il giudice non ha accettato. Al ché il gip gli ha chiesto di riformulare il capo d’imputazione. Quando il giudice respinge un’archiviazione chiedendo di redigere il capo d’imputazione è un dunque un rinvio a giudizio. Cos’altro è? Ho parlato con il mio avvocato, è questo equivale a un rinvio a giudizio”.

Parole che scatenano l’ira di Distefano che a LiveSicilia precisa: “La parte tecnico giuridica è stata scritta dal mio avvocato. E così è. Non sono stato rinviato a giudizio. C’è stata una udienza dinnanzi al Gip nella quale il PM ha chiesto che la querela per diffamazione presentata da Caputo nei miei confronti venisse archiviata. Il Gip non ha condiviso tale richiesta ed ha ordinato al PM di redigere il capo di imputazione. Dopo che il PM avrà scritto il capo di imputazione mi invierà l’avviso di deposito del fascicolo. Da quel momento io avrò 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogato dal PM e depositare memorie difensive. Chiederò certamente di essere sentito, il chè vuol dire che entrerò nel merito della questione, cosa finora non fatta. Successivamente, – prosegue – il PM prenderà una decisione se chiedere nuovamente l’archiviazione oppure il rinvio a giudizio. Verrà fissata una nuova udienza dinnanzi al Gip e solo in tale sede si deciderà se archiviare oppure rinviare a giudizio. Pertanto se ne parlerà tra molti mesi, forse il prossimo anno. Le querele per diffamazione nell’attività di critica di politica sono incidenti di percorso che capitano. Ad ogni modo non c’è alcun rinvio a giudizio, ribadisce, e meno ancora una sentenza”.

Insomma, la campagna elettorale si sta consumando senza esclusione di colpi. Ma non finisce qui. Perchè Caputo riavvolge il nastro e parla delle numerose segnalazioni e degli esposti presentati da Distefano. “Lui è da cinque anni – dice Caputo – che porta avanti un’attività di stalkeraggio contro di me. Al protocollo del Comune sono state presentate 198 istanze fra richieste di accesso agli atti ed esposti. Di cui una cinquantina sono solo esposti alla Procura della Repubblica, all’Anac ecc. In questi anni da sindaco sono stato più che controllato. Su ogni materia amministrativa, o persino su forniture che Distefano riteneva sospette lui chiedeva di accedere agli atti. Fatto sta che in cinque anni un suo esposto che sia andato a buon fine non c’è”, afferma il sindaco uscente.

“I contrasti tra me e Caputo – risponde invece Distefano – sono stati sempre inerenti le questioni tecnico amministrative di Belpasso. Ho sollevato dubbi e problemi sempre riguardanti l’azione amministrativa. Ho presentato esposti e delle richieste agli atti su diverse vicende e casi. Poi la magistratura – continua – ha ritenuto aprire dei fascicoli e approfondire. Non io. Non ho trovato “perfette” delle cose. Loro mi hanno dato perciò motivo di contestarle. Se ci è già stato un tale riscontro da parte della magistratura ci sarà un motivo. Se non ci fossero state delle ragioni serie non mi sarei imbarcato in questa situazione. Lo voglio ribadire: purtroppo al Comune di Belpasso l’amministrazione uscente non è stata mai abituata a fare i conti con un’opposizione. Perché quella al Consiglio non è stata un granché protagonista in questi anni. La mia attività di opposizione è stata invece di carattere extra consiliare verteva sempre su vicende amministrative da me ritenute controverse, su una mancata trasparenza, e sulla negazione del diritto di accesso agli atti. Nel momento in cui si è chiesto di fare chiarezza su molte questioni siamo sempre stati rimpallati. Le mie iniziative sono state assunte sempre per conto e in rappresentanza del mio partito, il Pd”. Partito dal quale Distefano, ora candidato nella colazione di centro destra con Guzzetta, afferma di essersi sospeso.

E infine, sulla scelta del sindaco Caputo di non ricandidarsi, Distefano accende una spia senza però volere andare troppo a fondo. “Vogliamo capire quali sono i veri motivi che hanno indotto Caputo a decidere di non ricandidarsi. Il motivo della sua scelta non è mai stato chiarito. Non si spiega perché se uno è stanco fa prima campagna elettorale per Giuseppe Zitelli e ora per il candidato sindaco Motta con una lista propria, La fenice, facendo campagna a tutte le ore. Se uno è stanco si riposa. Nel tempo capiremo le motivazioni che dovrà chiarire lui spiegandole ai cittadini. Credo ci sia altre motivazioni politiche. Dal 10 giugno, comunque finalmente si girerà pagina. C’erano già i comitati elettorali aperti per Caputo Sindaco. Improvvisamente, ha cambiato idea. Ognuno fa come vuole, ci mancherebbe. Non contesto la libertà di non ricandidarsi, per carità. non voglio alimentare lo scontro con Caputo, sono loro che ai comizi parlano di me”.

Parole a cui risponde Caputo, che più volte ha già ribadito di aver rinunciato alla scalata e a tentare il bis per stanchezza. “Purtroppo questo è l’atteggiamento che ha portato il signor Distefano ad essere già querelato. Un’insinuazione continua. Dico ancora che non ho voluto ricandidarmi per stanchezza. Quando si presta un servizio a certi ritmi ci si stanca. Si dovrebbe cogliere che non sono l’unico, ma anche altri sindaci della città metropolitana hanno deciso di non ricandidarsi alle elezioni del 10 giugno. È un segno dei tempi che deve far riflettere. Non si tratta solo di Carlo Caputo che si è stancato. Sono più casi. Le responsabilità sulle spalle dei sindaci sono maggiori rispetto al passato. Perché oggi si carica troppo sulle spalle di una sola persona. I Comuni sono senza soldi, con risorse umane spesso non adeguate ai tempi. Con le leggi che però sono migliorate sul fronte della trasparenza e corruzione ecc. Non è affatto semplice amministrare”, sottolinea Caputo.

 


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