Beni confiscati, divampa la polemica | "Troppe incongruenze e ambiguità" - Live Sicilia

Beni confiscati, divampa la polemica | “Troppe incongruenze e ambiguità”

Il prefetto Giuseppe Caruso

La questione dei beni confiscati, dopo le dichiarazioni del prefetto Giuseppe Caruso (nella foto) continua a tenere banco. In campo commercialisti e sindacati.

le dichiarazioni
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PALERMO- Si infiamma la polemica sui beni confiscati, scoppiata dopo le dichiarazioni del prefetto Giuseppe Caruso, circa certe modalità di gestione della materia, e divampata con l’intervento della Commissione Antimafia.

In una nota, l’Odcec (Ordine dottori commercialisti e commercialisti) prende posizione. “L’imminente entrata in vigore del Regolamento sulle “Disposizioni in materia di iscrizione nell’Albo degli amministratori giudiziari”, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 24 gennaio 2014, sta provocando non poche tensioni – si legge -. Il presidente dell’ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Palermo, Fabrizio Escheri, ha inviato una lettera al commissario Laurini segnalando che: “Tale normativa seppur finalizzata a regolamentare un campo delicato di attività professionale di tanti commercialisti, che con il loro impegno contribuiscono all’azione di contrasto posta in essere dallo Stato contro la criminalità mafiosa, rischia di creare non poche incertezze e difficoltà, contenendo talune incongruenze ed ambiguità.

Chiediamo l’autorevole intervento del Consiglio Nazionale – continua Escheri – affinchè il Ministero provveda urgentemente a rinviare i termini indicati nel D.M. 160 e al fine di correggere gli elementi di criticità in esso contenuti. Auspico pertanto che, con l’urgenza necessaria, il Consiglio Nazionale possa efficacemente intervenire nelle sedi opportune al fine di correggere le incongruenze segnalate. Ciò non solo nell’interesse dei colleghi amministratori giudiziari, impegnati nel supporto alle istituzioni per ricondurre nell’alveo della legalità beni ed aziende sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata, ma nell’interesse del corretto funzionamento di tale importante sistema di contrasto alle mafie che sono un grave ostacolo allo sviluppo del Paese”.

La nota dei sindacati
“Non ascoltare l’appello del prefetto Caruso sulla gestione e la finalità delle centinaia di milioni che possono finire sul Fug (Fondo unitario di giustizia), oltre ad essere una gravissima miopia politica, rappresenta la totale resa del Governo alla mafia e alla criminalità. Ha ragione il prefetto Caruso quando afferma che questi soldi oggi bloccati da Equitalia potrebbero essere destinati per pagare la benzina e per rinnovare il parco auto delle Forze di Polizia e per la tutela dei magistrati”. Lo afferma Felice Romano, segretario generale del Siulp, in una nota, che nel riprendere le dichiarazioni del direttore dell’Agenzia dei Beni confiscati, chiede un intervento del Governo affinché questi fondi siano immediatamente resi disponibili sul Fug e quindi a disposizione delle Forze dell’ordine e della Giustizia. “A maggior ragione – prosegue Romano – quando a pagare l’incentivazione della lotta contro il crimine sono i proventi dei beni confiscati a mafiosi, camorristi e delinquenti con i ‘colletti bianchi’. Non comprendere questo e non sostenere l’azione dell’agenzia significa assumersi la responsabilità di dichiarare la resa dello Stato e della legalità a favore della criminalità e dell’antistato”.

Sulla questione interviene anche la Cgil. “Da tempo sosteniamo che queste risorse, molte delle quali accantonate o utilizzate di volta in volta per coprire i buchi di bilancio, debbano essere restituite alla collettività e poste alla base di una più incisiva azione di contrasto alla criminalità mafiosa. In questo senso, ci sembra utile sottolineare, anche alla luce delle recenti decisioni prese dall’Agenzia per la gestione dei beni confiscati, che la gestione delle aziende oggetto di sequestro o confisca e il destino dei lavoratori ad esse collegate, costituiscano una vera e propria emergenza sociale”. Lo afferma in una nota Serena Sorrentino, della segreteria nazionale della Cgil. L’esponente della Cgil ricorda che questa “emergenza sociale ha coinvolto in questi anni 80 mila lavoratori, per un totale (tra sequestrate e confiscate) di 7.623 aziende, di cui più del 90% è destinato al fallimento. Sono queste le motivazioni che un anno fa, insieme a diverse organizzazioni della società civile, ci hanno spinti a presentare una legge d’iniziativa popolare, sottoscritta da 120 mila cittadini e attualmente ferma in commissione Giustizia alla Camera, con l’obiettivo di proporre utili strumenti per sfruttare a pieno il potenziale produttivo del patrimonio confiscato”. “Attraverso pochi correttivi all’attuale legislazione – sottolinea Sorrentino – si potrebbero superare gran parte delle difficoltà poste dal direttore Caruso a partire dai limiti più volte evidenziati del lavoro svolto dagli amministratori giudiziari”.

La precisazione di Equitalia
Sulla vicenda dei beni confiscati, Carlo Lassandro, amministratore delegato Equitalia Giustizia, precisa, in una nota che “le somme che affluiscono al Fondo Unico Giustizia (Fug) sono versate allo Stato da Equitalia Giustizia nei tempi e nella misura previsti dalla legge”. Nel Fondo unico giustizia – aggiunge Lassandro – “confluiscono soprattutto risorse oggetto di sequestro penale, che non sono di proprietà dello Stato, perché i procedimenti giudiziari potrebbero concludersi anche con l’assoluzione degli imputati. Pertanto la giacenza del Fondo non può essere impiegata per far fronte alle spese correnti. Se, invece, passa in giudicato una sentenza di condanna, le somme a suo tempo sequestrate vengono confiscate ed Equitalia Giustizia le versa allo Stato”. “La legge prevede, inoltre – sottolinea l’ad di Equitalia Giustizia – che sia versata allo Stato anche una percentuale delle risorse sequestrate, fissata annualmente con decreti ministeriali e calcolata sulle sole risorse liquide del Fug (conti correnti e depositi a risparmio), mentre, allo stato delle vigenti disposizioni, i titoli sequestrati non possono essere venduti. Nel periodo 2009-2012 Equitalia Giustizia ha versato allo Stato 650 milioni – conclude Lassandro – di cui 209 milioni a titolo di confisca e la restante parte a titolo di anticipazione di somme sequestrate e di utile della gestione finanziaria del Fug”.

 


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