Benzina a cinque stelle e pensioni | I rimborsi dei grillini di Sicilia - Live Sicilia

Benzina a cinque stelle e pensioni | I rimborsi dei grillini di Sicilia

Trizzino, Cancelleri e Siragusa in occasione del primo "Restitution day"

Tengono per sé 2.500 euro. A cui aggiungono le somme per altre spese: ecco quali. Il resto, alla collettività.

I deputati dell'Ars
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PALERMO – La benzina utilizzata da Giancarlo Cancelleri per percorrere novemila chilometri in un mese, gli spostamenti estivi del bagherese Salvatore Siragusa, i soldi per la pensione e le assicurazioni degli altri. Sono, queste, alcune delle voci che rientrano nel capitolo “rimborsi” dei parlamentari regionale del Movimento cinque stelle. Soldi “rientrati” a rimpolpare l’indennità di appena 2.500 euro che i grillini dell’Ars hanno scelto come proprio stipendio, rinunciando al resto.

Le rinunce dei grillini

E qui la premessa è doverosa. Il Movimento cinque stelle è l’unico gruppo parlamentare, tra quelli di Sala d’Ercole (l’unico nella storia dell’Ars), ad avere rinunciato volontariamente a una fetta di “stipendio”. Ma a quale somma davvero rinunciano i grillini di Sicilia? E in cosa consistono i rimborsi previsti dal loro regolamento? Carburante, tanto carburante soprattutto.

Altra premessa, doverosa anche questa. L’attività e le spese dei Cinquestelle dell’Ars sono ampiamente documentate e pubblicate su un portale. Sono accessibili a tutti. Sebbene l’aggiornamento dei dati si sia un po’ inceppato. Ed è fermo, nonostante la precisazione che “la tabella verrà aggiornata ogni due mesi” all’ottobre del 2016.

I 9 mila chilometri di Cancelleri

Quel mese, probabilmente, il prossimo candidato alla presidenza della Regione Giancarlo Cancelleri lo ricorda bene. È stato il mese durante il quale ha percorso la bellezza di 9.040 chilometri. Più di 300 chilometri al giorno. Roba da camionista. Una cifra che si traduce in un rimborso da 3.500 euro circa per il carburante speso solo per quel mese. Soldi che si aggiungono, come detto, all’unica parte di indennità complessiva (calcolata in 8.100 euro) che i deputati grillini hanno deciso di tenere per sé: 2.500 euro netti.

A questa somma però quasi tutti aggiungono un rimborso per le “spese di alloggio”: l’affitto di un appartamento a Palermo come “appoggio” nel caso di intensi lavori all’Ars. In questo caso, Cancelleri ha richiesto un rimborso di 650 euro, una cifra simile a quella di tanti altri colleghi. Insomma, 2.500 euro di indennità, più 3.500 euro di carburante, più 650 euro di alloggio fanno quasi 6.500 euro netti. E in effetti, la cifra che il leader grillino “restituisce” alla collettività è, in quel mese di ottobre, di circa 1.400 euro. Comunque un “unicum”, come detto, a Sala d’Ercole. E che nel caso di Cancelleri può essere dovuto anche ai viaggi dalla sua città di origine (Caltanissetta) e anche magari a impegni politici legati alla sua figura di primo piano nel movimento.

Gli spostamenti estivi di Siragusa

Altri numeri, però, appaiono altrettanto curiosi. Come ad esempio quelli che riguardano il deputato Salvatore Siragusa. Per lui, i dati sono aggiornati ad agosto del 2016. In quel mese, l’Ars ha chiuso i battenti mercoledì 10, per riaprire solo il 13 settembre. Insomma, per due terzi del mese non si è svolta attività né in Aula né in commissione. Eppure, Siragusa ha chiesto un rimborso pari a 1.514 euro di carburante, oltre a 379 euro di spese d’alloggio. Queste ultime spese nel suo caso variano di mese in mese, a differenza della maggior parte degli altri colleghi. Insomma, non c’è attività all’Ars, ma ecco quasi duemila euro di spese di carburante e pernottamenti.

Ma la curiosità nella curiosità è legata al fatto che Siragusa è residente a Bagheria. Cioè a una ventina di chilometri da Palazzo dei Normanni. Nonostante ciò, in quell’agosto – facendo un confronto con le spese dei colleghi che, a differenza sua, hanno anche mostrato i chilometri percorsi – ha viaggiato per almeno 4 mila chilometri. Cento al giorno. Per fare un confronto, anche tutto interno al gruppo, Valentina Zafarana, residente a Messina, quel mese ha presentato “scontrini” di carburante per 564 euro, la catanese Gianina Ciancio appena 351 euro: un terzo e un quarto delle spese del deputato bagherese. Ma quell’agosto deve essere stato davvero strano, se il deputato del Palermitano è stato costretto a presentare “scontrini” anche per la spesa di 370 euro per l’utilizzo di “mezzi pubblici”, di 510 euro per “buoni pasto” (l’Ars ha svolto appena sette sedute in quel mese) e soprattutto non meglio precisate (dal deputato) “altre spese” per oltre 2.500 euro. Tutto rimborsato, quindi. Degli oltre 8 mila euro di partenza, alla fine Siragusa ha messo in tasca, in quel mese, circa 5.500 euro. Restituendone comunque più di 2.500 euro.

Pensioni, assicurazioni e “altre spese”

A proposito di Gianina Ciancio, la deputata catanese dimostra di essere molto attenta al futuro. Ogni mese, infatti, tra i suoi rimborsi spunta la cifra di 600 euro: è un accantonamento previdenziale. Insomma, addio al vitalizio, ma con quei soldi la deputata grillina prova ad assicurarsi comunque la pensione. La Ciancio, però, è tra i deputati a versare di più alla collettività: una media superiore ai 3.500 euro al mese. Ad “accantonare” per la pensione sono anche altri grillini, tra cui Francesco Cappello, deputato di Caltagirone, che solo a ottobre ha viaggiato per oltre 4 mila chilometri. Anche in questo caso, la tabella è ferma a quel mese. E ancora in aggiornamento sono le voci “altre spese”. Spesso assai corpose. Ad agosto, ad esempio, mese che la politica dedica più alle vacanze che all’attività parlamentare, queste spese per Cappello ammontano a 1.500 euro.

Una voce non proprio chiara anche nel caso del deputato Sergio Tancredi: tra agosto e settembre scorso, infatti, ecco spese generiche complessive per oltre 3.500 euro, ma di questa somma viene chiarita solo la destinazione di 1.200, usati per la previdenza. E tra i rimborsi degli altri grillini c’è un po’ di tutto, dalle bollette telefoniche di Vanessa Ferreri, alle spese per il referendum sulle trivelle e il rinnovo dell’assicurazione di Giampiero Trizzino. Costa pochissimo ai siciliani, invece, la deputata trapanese Valentina Palmeri: la parlamentare non ha chiesto rimborso nemmeno per le spese d’alloggio e restituisce ogni mese più della metà degli 8.200 euro circa netti di stipendio.

Scende il ritmo delle “donazioni”

Più del cinquanta per cento dello stipendio, ceduto dalla Palmeri. Una percentuale lontana da quella dei colleghi che tengono per sé somme che oscillano – tra indennità e rimborsi – tra i 4.500 e i 6.500 euro mensili, donando quindi tra i 1.500 e i 3.500 euro. Soldi che vanno ad alimentare alcuni progetti del Movimento. Tra questi, il “Fondo di Garanzia per Microcredito Siciliano”, il Progetto Boom – Polmoni Urbani”, la Costruzione Trazzera dell’Onestà (a Caltavuturo) e l’acquisto casa famiglia Guarascio (a Vittoria). A marzo del 2016, ultimo dato fornito dal Movimento, i grillini dell’Ars avevano destinato a queste iniziative oltre tre milioni di euro.

Un trend un po’ in calo, forse, rispetto al primo “Restitution day” del 9 gennaio 2013 quando i deputati riuscirono a ridare alla collettività oltre 123 mila euro delle indennità di un solo mese. Un ritmo da un milione e mezzo di restituzioni l’anno. Quando i Cinquestelle restituivano, si legge su un comunicato ufficiale del gruppo, il 70 per cento di quegli stipendi. Oggi, siamo molto lontani da quelle percentuali. E il ritmo, come detto, è un po’ rallentato: dopo tre anni e mezzo, la somma raccolta – dato aggiornato a marzo 2016 – è ferma a poco più di tre milioni. Comunque un caso unico, in Sicilia. Nonostante la benzina d’oro e i chilometri da camionista percorsi anche nei giorni in cui l’Ars è chiusa per ferie.


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