CATANIA – Un vero e proprio tour de force. Si è conclusa alle 07,30 di stamattina la lunghissima seduta di Consiglio comunale che, dopo quasi 12 ore, ha portato al voto sul Bilancio di previsione 2017-2019 di Palazzo degli Elefanti. Con 23 presenti, l’atto è dunque stato approvato, consentendo tra le altre cose all’amministrazione di regolarizzare la proroga dei contratti per i puc, che quindi da stamani potranno tornare a lavorare. L’atto di Giunta era stato infatti collegato all’approvazione del documento di programmazione economica.
Questo uno dei motivi che, nonostante le forti contestazioni e le accuse alla Giunta comunale, da una parte all’altra dell’aula, di utilizzare i lavoratori precari come pungolo per pressare il senato cittadino sul voto, ha visto restare in aula, sebbene astenendosi o votando contrario, una parte dell’opposizione.
L’atto di Bilancio è stato votato dopo la difficile approvazione del Dup, Documento unico di programmazione, giunto in Consiglio privo di parere di alcune commissioni – alcune hanno votato contrario, altre hanno approvato – e di alcune municipalità. Cosa che ha animato il dibattito per le prime ore: la prima votazione si è avuta a mezzanotte e un quarto, con 31 presenti. Successivamente l’aula ha analizzato e approvato le altre delibere propedeutiche al bilancio, facendo naufragare il numero legale che già erano le 7,45, sul servizio di ricerca dell’evasione e di riscossione coattiva delle entrate tributarie ed extra-tributarie.
Nel corso del dibattito è, come sempre, andato in scena il gioco delle parti: accese critiche da parte dell’opposizione e di alcune parti della maggioranza, difese, più o meno d’ufficio, da parte dei fedelissimi dell’amministrazione. Tra le contestazioni avanzate dall’aula, i tempi stretti concessi al Consiglio per approfondire l’atto, l’assenza di coerenza tra quanto immaginato per il futuro e le risorse stanziate, le difficoltà appena nascoste dalla pioggia di risorse che dovrebbero arrivare a Catania, la necessità di ridistribuire il personale, e i tagli approntati per quanto riguarda alcune voci: trasporti, servizi sociali, cimiteriali.
La seduta si è prolungata sugli emendamenti, oltre 350, in parte votati, in parte fatti propri dall’amministrazione o ritirati dai gruppi consiliari, prima di chiudersi per mancanza di numero legale alle 8,43.