Blutec, "non è un giorno di festa | Non lo è da ormai 8 anni" - Live Sicilia

Blutec, “non è un giorno di festa | Non lo è da ormai 8 anni”

Nove i ministri per lo Sviluppo economico che si sono trovati sul tavolo il dossier Termini Imerese

1 MAGGIO
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Una vertenza lunga otto anni, che ha attraversato sei governi di vari colori, un pezzo di storia del Paese: dal Berlusconi quater all’esecutivo dei professori guidato da Mario Monti, da Gianni Letta a Matteo Renzi, da Paolo Gentiloni all’attuale governo di Giuseppe Conte. Nove i ministri per lo Sviluppo economico che durante il loro mandato si sono ritrovati sul tavolo il “dossier Termini Imerese”: da Claudio Scajola a Corrado Passera, da Flavio Zanonato a Federica Guidi, da Carlo Calenda a Luigi Di Maio. Nessuno però è riuscito a fare ripartire lo stabilimento che la Fiat decise di chiudere nel dicembre del 2009 e che abbandonò due anni dopo; da allora le tante ipotesi di rilancio si sono dissolte tra scandali e inchieste giudiziarie che hanno coinvolto alcuni dei gruppi che in questi anni si sono fatti avanti, ultimo la Blutec i cui vertici sono indagati dalla Procura di Torino per malversazione ai danni dello Stato con l’accusa di avere distratto 16 milioni di finanziamenti pubblici erogati attraverso Invitalia.

“Il Primo Maggio per i lavoratori dell’ex Fiat di Termini Imerese, oggi Blutec, e dell’indotto non è un giorno di festa. Non lo è da ormai 8 anni quando la Fiat, oggi FCA, ha deciso di abbandonare questo territorio lasciando nell’incertezza oltre mille famiglie”. Ad affermarlo sono Ludovico Guercio segretario generale Fim Cisl Palermo Trapani, Antonio Nobile segretario provinciale Fim e Giacomo Raneri coordinatore Fim Termini Imerese, che stamani partecipano al sit in dei lavoratori Blutec davanti lo stabilimento. “Non è un Primo Maggio di festa ma è un primo maggio di speranza, di perseveranza e di lotta. – aggiungono – I lavoratori sono determinati a non mollare. Non vogliono vedere svanire così il loro futuro e quello delle loro famiglie. Per questo oggi, organizzazioni sindacali e lavoratori, siamo davanti i cancelli dello stabilimento, per gridare con forza alla politica nazionale e regionale, all’azienda, a tutti colori che hanno responsabilità sulla vertenza che dobbiamo far ripartire il lavoro”.

“L’amministratore giudiziario, confermato dal Tribunale, deve avere come obiettivo la reindustrializzazione del sito di Termini Imerese. Si riprendano, senza esitazione, le interlocuzioni con governo nazionale e regionale, FCA chiarisca invece una volta per tutte se e come può contribuire a far ripartire il sito altrimenti si dia spazio ad altre opportunità”, concludono.

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