Bocciato il piano industriale Amat | Bagarre a Sala delle Lapidi - Live Sicilia

Bocciato il piano industriale Amat | Bagarre a Sala delle Lapidi

La commissione Bilancio in consiglio respinge il piano di Amat. La maggioranza: "Vittoria di Pirro".

PALERMO – Un piano obsoleto e che farebbe leva su introiti non sicuri: con queste motivazioni i consiglieri di opposizione in commissione Bilancio hanno bocciato il piano industriale di Amat per gli anni 2015 – 2019. La parola torna ora al consiglio comunale. La maggioranza: “È stato un blitz dell’opposizione, il documento va approfondito”.

La comunicazione è contenuta nello scarno verbale della commissione: la proposta di piano industriale di Amat, obbligatoria per il Regolamento di vigilanza e controllo sulle società partecipate, è respinta con parere contrario. Ma è quello che c’è dietro il documento a raccontare la crisi della società di trasporti palermitana. Al momento della votazione, infatti, sono presenti quattro consiglieri su sette: Fabrizio Ferrandelli e Ugo Forello, dell’opposizione, e Giulio Cusumano e Sandro Terrani, eletti tra le file della maggioranza. I quali decidono di astenersi per valutare meglio il piano di Amat, permettendo di fatto la bocciatura da parte dei consiglieri d’opposizione.

Le motivazioni per la bocciatura fanno tutte leva sull’inapplicabilità del piano industriale. “Parlano ancora di coprire le spese con gli introiti della Zona a traffico limitato – dice Ferrandelli, dei Coraggiosi – quando si è già visto che le previsioni sulle entrate della Ztl si sono rivelate infondate”. Il piano di Amat prevede in effetti l’istituzione di una Ztl 2 che sorgerebbe nel tratto tra piazza Castelnuovo e via Notarbartolo. Dall’unione delle Ztl in centro nascerebbe una grande area su cui Amat fa delle proiezioni per ricavi di circa 30 milioni di euro. “Ma questa previsione è del tutto irrealistica – dice ancora Ferrandelli – la seconda Ztl ancora non esiste, dunque come fanno ad avere ricavi da qualcosa che non c’è?”. Dello stesso parere Ugo Forello, del Movimento cinque stelle: “Il piano di Amat è ormai superato e obsoleto. Basti pensare che nello stesso si prevedevano degli introiti a favore dell’Amat per le tariffe della Ztl pari a circa 7 milioni e mezzo di euro per il 2015 e trenta milioni per il 2016. Come sappiamo – continua Forello – dopo i ricorsi al Tar l’aria di estensione della Ztl è stata considerevolmente ridotta con una riduzione degli introiti previsti a ben meno di 5 milioni all’anno”.

Accanto alle previsioni “irrealistiche” i consiglieri d’opposizione puntano il dito anche sulle condizioni economiche di Amat, che non ha ricevuto diversi fondi da parte della Regione e del Comune. “È la stessa Amat a dirlo nel suo piano – dice ancora Ferrandelli – a fine 2014 l’azienda trasporti era in credito con il Comune di 66 milioni di euro”. Una situazione che “porta ad accumulare debiti – continua Ferrandelli – a non potere investire sul parco mezzi e al rischio di non potere più pagare il personale. A questo punto si pone una questione di governance e di credibilità di questa amministrazione”. Un problema di gestione anche per Forello, secondo cui “questo fatto dimostra, ancora una volta, l’incapacità cronica del Comune e dei suoi organi istituzionali, in primis Giunta e Consiglio, di esercitare un vero controllo nei confronti delle proprie società partecipate. Con l’astensione della maggioranza – continua il consigliere Cinque stelle – è chiaro il disagio delle liste civiche a rimanere nel progetto del sindaco, oggi più che mai uomo di partito”.

Ma la maggioranza non vuole parlare di malumori, preferendo puntare il dito sulle modalità in cui è avvenuta la votazione. “Mi dispiace che questa cosa venga affrontata quando non ci siamo noi della maggioranza – dice Dario Chinnici del Partito democratico, che della commissione bilancio è un componente ma non era presente alla votazione di oggi per motivi personali – è chiaro che è stata fatta ad arte: votando oggi si sarebbe avuta una vittoria, ma è una vittoria di Pirro, dato che poi se ne riparlerà in consiglio comunale. Per correttezza istituzionale certe cose non dovrebbero essere fatte: ho notizia che mancava anche la presidente, non mi sembra politicamente corretto un discorso del genere, anche perché poi viene meno la discussione sul merito delle cose”. Di “blitz” da parte dell’opposizione parla Francesco Bertolino, Pd, secondo cui “il piano industriale di Amat ha delle criticità, ma è necessario discuterlo. Per questo i consiglieri della maggioranza presenti, non convinti dell’atto, hanno preferito astenersi per potere studiare meglio il piano industriale e parlarne in consiglio”. Conferma Sandro Terrani, uno dei consiglieri della maggioranza presenti al voto: “Mi sono astenuto per rimandare indietro ad Amat il provvedimento e correggerlo. Non possiamo permettere di mandare in fallimento l’Amat, che ha previsto un incasso di 30 milioni di euro provenienti anche da una Ztl 2 che non ha mai visto la luce”.

Intanto, un nuovo riflettore viene puntato su Amat da Sabrina Figuccia, consigliere comunale Udc, a cui sarebbe stato impedito di entrare nella sede dell’azienda per un’ispezione: “L’Amat è una scatola di vetro trasparente dice Figuccia – la oppure uno scrigno di oscuri segreti? Questa la domanda che si è costretti a porsi dopo l’incredibile decisione dell’azienda di via Roccazzo di impedirmi di effettuare una visita ispettiva”. “Perché i vertici aziendali preferiscono impedire ad un consigliere comunale – continua Figuccia – di visitare sede ed uffici, adducendo presunti problemi di sicurezza? E se è così, che razza di sicurezza viene garantita ai lavoratori se basta la presenza di un semplice consigliere comunale a portare scompiglio? Quando mi è stato negato l’accesso alla sede ho chiamato sia il comandante della polizia municipale sia la Digos affinché prendessero atto di quanto è successo e trasmettessero tutto alla Procura della Repubblica, che, sono certa, interverrà tempestivamente. Ho chiesto ufficialmente al comandante Marchese se ritenga che ci siano gli estremi per procedere d’ufficio. Inoltre – conclude Figuccia – chiederò a Orlando se, in quel caso, il Comune non debba costituirsi parte civile in un eventuale procedimento per violazione dei diritti e delle prerogative dei consiglieri comunali”.


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