MILANO – Cosa Nostra dopo la strage di Capaci aveva progettato un ‘cambio di strategia’, colpendo il patrimonio dello Stato attraverso “un attentato alla torre di Pisa o depositando siringhe infettate dall’Aids sulle spiagge di Rimini”: lo ha riferito il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, ascoltato come teste in videoconferenza dal carcere nel processo a Milano a carico di Filippo Marcello Tutino, ritenuto il basista della strage di via Palestro del 27 luglio 1993.
Dopo Capaci i boss avevano progettato un "cambio di strategia".
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