CATANIA- Sarebbe stato “utilizzato un C-pap difettoso che ha determinato la rottura del lembo osseo che divide le due narici”. L’avvocato Dario Pastore spiega a Livesicilia i retroscena della morte del piccolo Mattia (LEGGI), neonato deceduto due giorni addietro dopo essere stato trasferito da Bronte a Siracusa e poi a Messina, per la mancanza di posti letto negli ospedali etnei.
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ospite di Domenica 5, ha sottolineato che “a Catania non viene applicato il Piano per la gestione delle emergenze neonatali già entrato in vigore”. La Lorenzin si riferisce al Piano varato dall’ex assessore Massimo Russo nel 2012 e mai rispettato dal governo Crocetta. Si del piano del la gestione del servizio di trasporto in emergenza neonatale (STEM), di cui Livesicilia si è occupata, che prevede l’organizzazione della gestione delle emergenze neonatali dal trasporto in ambulanza al ricovero nel Santo Bambino, struttura competente per legge.
Atroci sofferenze per un neonato di appena sei mesi.
Una tragedia che ricorda quella della piccola Nicole, morta durante il trasporto verso Ragusa.
Alle sofferenze dei genitori, che hanno denunciato quanto accaduto in Procura, si aggiunge un particolare agghiacciante, emerso dopo la morte del piccolo Mattia.
Il C-pap, cioè lo strumento che consente la respirazione nei neonati, sarebbe stato “difettoso”, non un difetto grave in grado di provocare “la rottura del lembo osseo che divide le due narici”.
IL CALVARIO. Il calvario del piccolo Mattia è iniziato, secondo quanto denunciato da genitori, all’ospedale di Bronte dove non sarebbe stata diagnosticata un’infezione che ha causato, nel giro di pochi giorni, un parto prematuro. Per partorire, la signora è stata trasferita da Catania a Siracusa, ospedale Umberto Primo. Non c’erano posti in terapia intensiva a Catania. La storia si ripete.
“Il piccolo resta in terapia intensiva a Siracusa fino al 25 febbraio -spiega a LivesiciliaCatania l’avvocato Dario Pastore- giorno in cui il primario di Siracusa comunica che è necessario il trasferimento al Policlinico di Messina per effettuare una terapia ossidonitrica che a Siracusa non poteva essere fatta”.
Arrivato a Messina il 25 febbraio, i medici avrebbero scoperto -secondo la ricostruzione della difesa- che i problemi respiratori “non erano la causa principale della gravi condizioni del bambino, che aveva in corso una grave acidosi metabolica”.
Dopo aver cambiato 3 ospedali e percorso quasi 300 chilometri in cerca di un luogo idoneo in cui essere curato, Mattia è morto, con il nasino devastato da un C-pap difettoso.
SEQUESTRATA LA SALMA. Immediato l’intervento dei carabinieri del Nas, la salma del piccolo Mattia è stata sequestrata.
INTERVIENE IL PRIMARIO– In riferimento alla vicenda del piccolo Mattia, il responsabile dell’Unità operativa di Neonatologia e Utin dell’ospedale Umberto I di Siracusa Massimo Tirantello, nell’esprimere a nome di tutto il personale del reparto vicinanza alla famiglia per la perdita del piccolo, sottolinea che “nel caso di una prematurità estrema in condizioni gravi sin dalla nascita, sono state messe in atto tutte le procedure assistenziali per la sopravvivenza del neonato. Tuttavia, scientificamente sappiamo che la prematurità estrema – spiega Tirantello – può determinare numerose complicazioni che talvolta possono essere gravi e irreversibili sino a mettere a rischio la vita del piccolo paziente stesso. L’aggravarsi delle condizioni generali di Mattia, purtroppo, ha reso necessario il suo trasferimento presso un Centro dotato di ventilazione ad alta frequenza ed ossido nitrico. Siamo pronti a fornire ogni collaborazione utile alla magistratura al fine di chiarire l’esatta dinamica dell’evento”.