Cambi di casacca a raffica: il "rubamazzetto" dell'Ars - Live Sicilia

Cambi di casacca a raffica: il “rubamazzetto” dell’Ars

Commenti

    Questo per dire il grande amore che hanno per le idee e i principi di una sana politica. La loro è quella del magna magna

    Elettori e contribuenti siciliani tenete bene a mente i nomi di simili personaggi e ricordatevi alle prossime regionali che il loro unico interesse è solo quello di garantirsi un altra legislatura a spese dei siciliani e rifateli senza votarli

    Ma sono tutti gli stessi, ricordatevi sempre Faraone, il comunista di Renzi, il quale disse: Mai con i 5 stelle. Il giorno dopo avevano fatto l’accordo con i 5 stalle.

    Una sola parola. vergogna

    Ancora il bello deve venire nel perimetro del centro -destra, Cuffaro lancia la riedizione della DC, e non credo che all’interno dell’ARS non ci sarà chi possa seguirlo . io la vedo brutta per una rielezione di Musumeci a governatore della regione. credo che il rubamazzeto serva a questo.

    Vomitevole. Semplicemente vomitevole.
    Eppure l’ignoranza ed il complesso d’inferiorità continua a far genuflettere molte persone al cospetto di tali rappresentanti della politica, imbonitori, spregiudicati (in senso politico), nemici dichiarati dei principi etici.
    Gelosi custodi delle nostre ataviche carenze, esperti imbattibili del voto segreto.
    Non riesco a comprendere come costoro, al di fuori dei magazzini della politica, riescano a guardare in faccia, senza vergognarsi, le persone perbene.
    Ora mi viene in mente “Peppino” (ometto il cognome per rispetto verso i suoi figli) il quale negli anni ‘60, in un piccolo paese della provincia di Messina, aveva in tasca le tessere di tutti i partiti politici “perché, così diceva, mi hannu a dari la casa popolare”. Ma lui, Peppino, aveva una incontestabile esigenza primaria.

    Il problema non sono loro…sono chi li vota…..

    Bisogna tornare alle multipreferenze! Nel 91 alle ultime regionali con 4 preferenze nella dc il primo eletto prese 84mila voti e l’ultimo 62mila. Nessuno di questi si sarebbe sognato di cambiare partito, perchè era il partito che ne determinava l’elezione e non i 5/6mila clientes di oggi, che ti fanno credere essere partito di te stesso. Non è un caso che nel parlamento Nazionale dal 48 al 92 si verificarono solo 10 cambi di casacca complessivamente nelle due camere, mentre nella seconda repubblica si è perso il conto. Già il fatto che alle elezioni si presentano 10 liste e per la formazione del governo salgono al Quirinale 21 delegazioni è una follia.
    La regola che poi creava equilibrio era quella del non vincolo di mandato, che alla fine consentiva ad un parlamentare di votare contro leggi che gli comportavano questioni di coscienza, senza con questo temere di essere cacciato fuori dal partito di appartenenza.
    Oggi invece si invoca la cancellazione di questa norma , come soluzione che sarebbe la peggiore di tutte. Bisogna ridare ai partiti quello per cui sono nati, nuova centralità con un necessario ritorno all’antico.

    Scusate… ma cosa si può pretendere dal NULLA?

    È solo e unicamente una continua lottizazione di posti, posticino e sottogoverni vari. Vergogna.

    Tu non è che la vedi brutta per Musumeci, ma è una tua speranza camuffata

    “Primum manducare, deinde philosophari “ ,, SI STARANNO DICENDO MOLTI DEPUTATI DEL PARLAMENTO SICILIANO. Ecco il vero motivo di questa frenetica mobilità che ha contagiato moltissimi deputati a soli 2 anni dalle Elezioni Regionali. Lo sbarramento del 5% da raggiungere a livello regionale da tutte le liste per rientrare tra quelle alle quali spetta l’attribuzione dei Parlamentari che, occorre ricordare, avviene a livello di di collegi provinciali. Poiché ogni fedeltà di appartenenze è fuori modo, ognuno pensa di riposizionarsi in quei partiti che ritengono possano raggiungere quella soglia di sbarramento e che contemporaneamente nel collegio di provenienza degli uscenti ottenga almeno un eletto. In un’era nella quale idealità, coerenza e fedeltà, non sono più di moda, perché gridare allo scandalo. Ormai tutto si determina in base ai calcoli statistico/matematici delle probabilità, dettate dai sondaggisti.

    Dovreste semmai fare un sondaggio sugli elettori dei trasnsfughi per constatare se sarebbero disponibili a seguirli ovunque essi si candidassero. Certo se ponete il quesito proprio a coloro che hanno ottenuto favori e raccomandazioni da questi signori l’ovvia risposta sarebbe che li seguirebbero perfino all’Inferno nel caso dovesse candidarli Lucifero.

    LA CONSEGUENZA IN LINEA
    Un recente studio presentato da Info Data, in collaborazione con Il Sole 24 Ore, ha riportato le percentuali di analfabeti funzionali nei vari stati del mondo. Dalla ricerca è emerso il dato preoccupante dell’Italia, che occupa la quarta posizione a livello mondiale per numero di analfabeti funzionali, dietro soltanto a Giacarta, Cile e Turchia. Se i numeri della capitale dell’Indonesia (7 persone su 10 rientrano nella categoria di analfabeti funzionali) rimangono lontanissimi, quando si guarda ai vicini stati europei il discorso cambia completamente.
    In Italia, gli analfabeti funzionali sono il 28 per cento della popolazione totale. Il maggior numero si concentra al Sud e nelle aree del Nord-ovest, mentre si difendono il Nord-est, il Centro e le Isole. La più virtuosa è la Finlandia (11 per cento), seguita a ruota da Norvegia (12 per cento, la stessa percentuale dei Paesi Bassi) e Svezia (13 per cento).
    Gli analfabeti funzionali sono quelle persone che sanno leggere e scrivere ma che non riescono a sviluppare un pensiero critico e hanno difficoltà a comprendere testi semplici, ovviamente con più sostanziali rifluenze nei campi amministarativi, legislativi e sociologici dove l’incompetenza a certi ruoli genera una rapida recessione di interi paesi su scala estesa. Esiste, poi, anche l’analfabetismo funzionale di ritorno, che può riguardare anche i laureati, a distanza di qualche anno dalla laurea, dopo aver abbandonato sia la lettura che la creatività esercitate in precedenza.
    Il problema è reale perché incide pesantemente nel mondo della politica e del lavoro, non avendo i soggetti le giuste competenze per competere in un mondo dove i requisiti richiesti sono sempre più alti, sostanziali e concorrenziali e richiedono radici socio-culturali fortemente sedimentate.

    Nulla di nuovo, i siciliani si fanno prendere in giro facilmente, sperano in un posto di lavoro o di un favore dall’amico dell’amico del politico, coerenza zero, non hanno nessun rispetto del cittadino. Dal 1947 prime elezioni regionali sono sempre i soliti partiti a fare il bello e cattivo tempo…..

    La Lantieri negli ultimi anni ha cambiato più partiti che vestiti…e il bello è che a Enna ancora la votano…

    Mi disse un deputato: se all’Ars pensassero per solo 15 minuti ai siciliani …..

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