PALERMO – Un trasferimento graduale che partirà prima di Ferragosto e dovrebbe concludersi entro l’anno, abbattendo le baracche e prevedendo, lì dove sorge da 28 anni il campo nomadi, una grande area verde. Ecco il progetto messo in campo dal comune di Palermo per sgomberare i 103 Rom che dagli inizi degli anni Novanta vivono in città in condizioni precarie: un provvedimento di cui si parla da tempo, già previsto ma che ha subito un’immediata accelerazione per il sequestro dell’area disposto dalla magistratura.
L’ordinanza, che verrà pubblicata lunedì, prevede di spostare la ventina di nuclei familiari rimasti in beni confiscati alla mafia o case destinate all’emergenza abitativa, con una sorta di corsia preferenziale proprio a causa del sequestro: il problema, semmai, sarà trovare gli alloggi adatti. Al campo nomadi le famiglie vanno da tre componenti a 12 e individuare una sistemazione per tutti non sarà una cosa semplice.
Lo spostamento avverrà per fasi e inizierà tra due settimane: in un primo momento saranno tre le famiglie a spostarsi, poi toccherà alle altre ma il tutto dovrà concludersi entro dicembre. Nel frattempo il Comune si occuperà di togliere i rifiuti, eliminare le piccole discariche abusive, mettere a norma gli impianti elettrici delle baracche che man mano saranno abbattute, sistemare gli scarichi fognari che, ad oggi, sversano sul terreno. Un’operazione che coinvolgerà la Rap, la Reset, l’Amg, l’Amap e il Coime.
“Con questo provvedimento – afferma il sindaco Orlando – vogliamo dare accelerazione a un percorso già avviato da tempo, che ha portato negli anni a ridurre già in modo consistente la presenza di cittadini Rom all’interno del campo, permettendo a questa comunità di palermitani di abbandonare una situazione precaria ed insicura e supportando un percorso di integrazione nel tessuto cittadino. Allo stesso tempo, la definitiva dismissione del Campo permetterà di restituire a fruizione pubblica un’importante area della città limitrofa alla Riserva naturale di Montepellegrino, come già avvenuto con il parco urbano di Case Rocca”.
Una previsione, quella del grande parco, che dovrà ovviamente fare i conti con la Regione, visto che è all’interno della riserva della Favorita. “Grazie al Pon Metro – continua il Professore – questo intervento potrà essere realizzato con l’utilizzo di risorse comunitarie, divenendo parte integrante di un progetto di sviluppo e coesione sociale, un progetto di sicurezza urbana integrata rivolto all’intera città e a tutta la comunità che sta già esplicando i propri benefici effetti sul territorio”.
Ma dove verranno smistate le famiglie? Dal Comune bocche cucite, anche per evitare tensioni nei territori, ma si sa che i nuclei verranno spalmati su tutto il territorio anche a seconda della disponibilità degli alloggi. Contemporaneamente verrà anticipato al 2018 il progetto da 900 mila euro finanziato dal Pon Metro, che prevede un accompagnamento all’autonomia abitativa e alla ricerca di un lavoro: alcune famiglie sono già in lista per una casa popolare e quindi l’assegnazione potrebbe poi diventare definitiva.
LE REAZIONI
“L’ordinanza sindacale di oggi chiude un’epoca cominciata agli inizi degli anni ’90 con la nascita del campo rom di Palermo. Di fatto oggi è partito il percorso di fuoriuscita delle persone rom e ha preso il via l’iter che in concreto chiude il campo. Apprezziamo lo spirito dell’ordinanza che tiene in grande considerazione i diritti delle persone attraverso la prevista fase di accompaganamento e di autonomia e che inserirà uomini e donne ormai palermitani da tanto tempo in un quadro di protezione e rispetto dei diritti della persona – dicono i consiglieri di Sinistra Comune Giusto Catania, Barbara Evola, Katia Orlando e Marcello Susinno – Esprimiamo soddisfazione e apprezzamento per questa ordinanza; siamo sicuri che i tempi di fuoriuscita e dismissione del campo saranno rispettati grazie al lavoro dell’Amministrazione comunale e delle sue partecipate. Vogliamo infine ringraziare le tante persone che in questi anni hanno lavorato ai processi di inclusione sociale ed educativa dei cittadini rom di Palermo”.
“L’ordinanza del sindaco Orlando sullo sgombero del campo nomadi della Favorita, a Palermo, rappresenta l’ultimo atto di una brutta pagina della storia di questa città. Il trasferimento, graduale e concordato, di famiglie che per anni hanno vissuto in condizioni precarie non solo restituisce dignità a queste persone, che saranno accompagnate in un percorso di inserimento sociale, ma dimostra come Palermo sia una città aperta all’inclusione e all’integrazione. All’amministrazione comunale, però, adesso spetta anche il compito di riqualificare l’area, restituendola alla fruizione della città”. Lo dice Dario Chinnici, capogruppo del Partito Democratico al consiglio comunale di Palermo.
“L’iniziativa del Comune di Palermo per la dismissione del Campo Rom è doppiamente meritoria. Lo è perché affronta una questione di civiltà senza isterismi e perché dimostra che in Italia ci sono risorse e strumenti per garantire rispetto dei diritti e inclusione”. Lo afferma Claudio Fava, deputato regionale del Movimento “CentoPassi” che sottolinea anche “la differenza con le azioni anche violente attuate in altre città italiane che servono solo a realizzare inutili ed inumani spot sulla pelle dei cittadini Rom e nomadi in generale! Auspichiamo che la Regione Siciliana offra ogni supporto possibile e che il metodo scelto dal Comune di Palermo possa divenire modello nella nostra Isola”.
“Alla fine il sindaco è stato costretto dalla magistratura a fare quello che lui non è stato in grado di fare come amministratore della città – dice il consigliere comunale Igor Gelarda – Sgombrare il campo nomadi per dare dignità ai Rom, ma per dare anche tranquillità a tutti i cittadini che vivono in quella zona. Adesso si parla di un progetto Pon e di un affidamento, anche in deroga, di beni confiscati alla mafia per risistemare le famiglie rom che usciranno dal campo. Tutto questo sarebbe positivo, se non fosse che ci sono anche migliaia di cittadini palermitani, che speriamo abbiano gli stessi diritti dei rom, che vivono in situazione di povertà e di emergenza abitativa. Allora va bene l’accompagnamento passo per passo per rendere autonome queste famiglie, Ma che non si facciano cose che pongano gli altri cittadini palermitani in secondo piano. L’utilizzo dei beni confiscati alla mafia deve riguardare tutti coloro che hanno emergenze abitative e deve comportare una graduatoria giusta e che non metta in secondo piano coloro che non provengono dal campo”.
“Con la firma dell’ordinanza sindacale relativa alla dismissione del “campo nomadi” la nostra città si conferma un’anomalia politica rispetto al resto d’Italia. E’ infatti sotto gli occhi di tutti ciò che accade a livello nazionale dove il governo reazionario-populista, di Salvini e Di Maio, chiude i porti individuando nei disperati che fuggono da guerra e miseria i nuovi nemici del Paese, così come è notizia di questi giorni che a Roma l’amministrazione comunale grillina, a guida Raggi, con una vergognosa azione di sgombero butta decine di famiglie in mezzo ad una strada. A Palermo invece l’amministrazione comunale concorda con le famiglie un percorso di fuoriuscita dal campo nel rispetto in primo luogo dei diritti delle persone”. Lo dichiara Vincenzo Fumetta, segretario provinciale di Rifondazione Comunista Palermo. “L’esito positivo di questa decennale vicenda – conclude Fumetta – si deve anche alle insegnanti della scuola De Gasperi e ai volontari delle associazioni che in tutto questo tempo hanno lavorato ostinatamente all’integrazione nel tessuto della città degli abitanti del campo”.
“Pieno appoggio al sindaco Orlando e alla giunta di Palermo per la dismissione del campo Rom della Favorita – dice Sinistra Italiana in una nota – Coraggio, rispetto dei diritti di tutte le persone, a partire dai bambini, creano soluzioni vere ed efficaci per una città sicura e solidale. Mentre altre grandi città, con ben altre grandi risorse, scelgono la strada della violenza e della brutalità, che non affronta i problemi ma semplicemente cerca di nasconderli con provvedimenti inefficaci e pericolosi, che aumentano tensioni sociali e alimentano la paura, questa città ancora una volta dimostra che si possono e si devono risolvere i problemi senza scorciatoie: legalità e sicurezza sono due concetti che non possono mai essere separati dai diritti e dalla visione del futuro di una comunità civile che fa della diversità una ricchezza. Se si tolgono i diritti a qualcuno, non aumentano per tutti ma diminuiscono. Siamo certi che questa sia l’unica strada percorribile per affrontare il tema complessivo del diritto all’abitare, di coloro che sono senza dimora, o che vivono nella povertà. Il segnale di oggi ci conforta in questo senso. Il metodo Palermo, che punta come dice l’Europa, a smantellare i ghetti in favore di soluzioni abitative dignitose per ogni abitante della città, è il metodo della sicurezza nei diritti. Che altri lo prendano a modello, perché è così che conquisteremo per tutti una migliore qualità della vita è una società più giusta”.
“Il sindaco non può esimersi dall’ emettere questa ordinanza contingibile e urgente per ragioni di sicurezza pubblica e di igiene – dice il presidente della commissione Attività sociali di Sala delle Lapidi Gianluca Inzerillo – Ritengo sia giusto dare dignità a queste persone e garantire loro i diritti sociali e civili. Questa ordinanza avrà il duplice effetto di garantire dignità ai Rom in quanto esseri umani e di restituire alla città una porzione di territorio che da troppi anni è stata sede di degrado e di illegalità. È stata già mia premura convocare un incontro, mercoledì 1 agosto, con ll’assessore Mattina al fine di affrontare l’argomento. Verificheremo il percorso che l’amministrazione intende attuare; facendo attenzione affinché nn si creino corsie preferenziali. Considero i diritti dell’uomo espressione basilare del vivere comune, ma non facciamo discriminazione tra Rom e palermitani”.
“Dopo trent’anni, viene finalmente sgomberato l’indecente campo Rom di Palermo: auspichiamo che l’area venga restituita al più presto alla città e che in futuro non nasca niente di simile. Il Comune intervenga anche su tutti gli insediamenti abusivi esistenti, a partire dalla costa sud”. Lo dice Paolo Caracausi, consigliere comunale Idv di Palermo.
“Ci preme evidenziare che l’ordinanza è un provvedimento necessitarioo, conseguente al sequestro del campo disposto dall’Autorità Giudiziaria. Nessun plauso, dunque, per l’operato del Sindaco; anzi – si legge in una nota del M5s – Tale provvedimento dimostra, per l’ennesima volta, che a Palermo si interviene solo quando si è con l’acqua alla gola e si preferisce dare corso a procedure emergenziali che giustificano l’attribuzione di poteri straordinari e di procedure in deroga, piuttosto che avere una visione lungimirante e una gestione ordinaria dei problemi. Dagli anni Novanta l’Amministrazione sa che deve approntare una soluzione alternativa, ma si è sempre girata dall’altra parte. Oggi vuol far dimenticare questa inerzia quasi trentennale con 2 pagine di ordinanza; ma i cittadini palermitani non lo dimenticano. Non lo dimenticano i Rom che hanno vissuto sinora in condizioni non dignitose, non lo dimenticano i residenti vicini al campo che hanno spesso lamentato problemi igienico-sanitari e di sicurezza, non lo dimenticano tutti coloro che sono da anni inseriti nella graduatoria dell’emergenza abitativa, poiché privi di alloggio o dimoranti in alloggi impropri o sovraffollati, e sono pazientemente in attesa dell’assegnazione di una casa e che adesso di certo si aspettano legittimamente la stessa improvvisa solerzia e determinazione da parte del Comune nel reperire loro una sistemazione decorosa. Come M5S abbiamo depositato la scorsa settimana un’interrogazione al Sindaco in merito al sequestro del campo Rom e per ottenere chiarimenti rispetto al progetto inserito dal Comune di Palermo nel Pon Metro per inclusione sociale relativo alla comunità Rom ed auspichiamo di ottenere in tempi brevi risposte alle nostre puntuali richieste”.