Campobello, le 6 identità di Messina Denaro e il furto al Comune

Le sei identità di Messina Denaro e quello strano furto al Comune

Ha usato i documenti intestati a persone di Campobello di Mazara

CAMPOBELLO DI MAZARA – Sarebbero tutti di Campobello di Mazara e tutti incensurati gli altri alias di Matteo Messina Denaro. Cinque carte d’identità sono state trovate nel covo di vicolo San Vito, ex via Cb31, e si aggiungono a quella del geometra Andrea Bonafede, arrestato per mafia una settimana dopo il latitante. Si è trattato di un furto di identità a loro insaputa oppure sono stati complici del latitante?

I cartoncini sono originali, così come sembrerebbero esserlo firme e timbri. Qualcuno le ha clonate per conto del padrino oppure c’è chi lo ha aiutato nelle stanze comunali.

Il furto a Trapani

I fatti impongono di guardare al recente passato. Nella notte tra il 17 e 18 gennaio 2018 ci fu uno strano furto in una delegazione del Comune di Trapani. Sparì l’intera cassaforte con soldi in contanti e un migliaio di carte d’identità non compilate.

Qualche giorno dopo i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile individuarono e arrestarono i tre responsabili. Tre persone senza un profilo criminale di spessore. All’interno di una casa abbandonata fu recuperata parte della refurtiva, poco più di tremila euro e pacchi di carte di identità ancora confezionati. Un episodio simile era avvenuto negli uffici comunali nel 2015.

Quelle trovate a casa di Messina Denaro provenivano da quei furti? L’interrogativo resta aperto. Se davvero ci fosse un collegamento con l’episodio di quattro anni fa si doverebbe retrodatare la presenza del latitante nel Trapanese.

Finora c’è la certezza che a partire dal 2020 si è operato e curato all’ospedale di Mazara del Vallo e alla clinica La Maddalena di Palermo. Antecedente sarebbe il trasloco dalla casa di via San Giovanni a quella di via Cb31. Il furto delle carte d’identità obbligherebbe ad andare ancora più indietro nel tempo.

Riscontri incrociati su alias Messina Denaro

Nel frattempo si incrociano le carte di identità usate da Messina Denaro – nel covo c’erano diverse fototessera con effigi diverse da quella scoperta il giorno dell’arresto – con la documentazione rinvenuta nella casa dove il capomafia ha trascorso l’ultima parte della latitanza e dove incontrava anche una donna del mistero che ha raccontato la sua verità ai carabinieri del Ros.

Sono state utilizzate per chiudere affari e viaggiare, in Italia e quasi sicuramente anche all’estero. Le prime operazioni risalirebbero al 2016.


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