Carini, ritrova il cane scomparso da 5 anni: "Un miracolo"

Ritrova il suo cane scomparso da 5 anni: “Un miracolo, piango di gioia”

Max dopo essere tornato a casa
A Carini l'emozionante storia di Katia e Max
NEL PALERMITANO
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CARINI (PALERMO) – Aveva ormai perso le speranze, dopo cinque anni credeva che non avrebbe mai più rivisto gli occhi del suo Max. Almeno fino a pochi giorni fa, quando ha ricevuto una telefonata che l’ha lasciata di stucco: i volontari della Lav le hanno comunicato che il suo cane era stato ritrovato a Capaci, nel Palermitano.

La gioia ha subito preso il sopravvento sull’incredulità e Katia, che abita a Carini, non ha perso neanche un attimo per raggiungerlo e riabbracciarlo. “Non credevo ai miei occhi e ancora oggi mi sembra di vivere un sogno”, dice entusiasta a LiveSicilia. L’incontro, neanche a dirlo, è stato più che emozionante: “Un momento indimenticabile – racconta – sia per me che per i miei figli, ai quali avevo regalato questo cagnolino e la sorellina quando erano ancora cuccioli”.

Scomparso alla fine del 2019

E’ l’incredibile lieto fine di una storia cominciata il 29 dicembre del 2019, una sera che Katia ricorda bene: “Max trascorreva tantissimo tempo con mio marito, lo seguiva dovunque lui andasse, sia in casa che all’esterno. Viviamo in campagna e in quel caso ci eravamo accorti del cancello semichiuso della vicina: c’era un guasto. Mio marito ha tentato di ripararlo, il cane l’ha seguito, ma si è poi allontanato, uscendo dalla proprietà”.

“L’abbiamo cercato ovunque”

“Non è più tornato indietro, gettando nello sconforto me e la mia famiglia. L’abbiamo cercato ovunque, sin da subito. C’era buio, ma non ci siamo fermati – aggiunge -. Abbiamo continuato l’indomani e nei giorni successivi, con il freddo e con la pioggia. Abbiamo trascorso anche la notte di Capodanno tra le campagne, sperando si facesse vivo, ma niente. Ho immediatamente denunciato la sua scomparsa, visto che avevo fatto applicare il microchip al momento della registrazione. E ho continuato a sperare”.

“Credevo fosse morto”

Nel racconto di Katia ci sono le lacrime dei suoi bimbi e tutto il dolore provato per l’assenza di un cane che era ormai considerato un membro della famiglia. “All’epoca Max aveva tre anni e stava crescendo insieme a Stella, la sorellina, e a un’altra cagnolina che avevo adottato, sua compagna di gioco. Quando è sparito entrambe hanno smesso di mangiare. I miei figli erano disperati, la rassegnazione è arrivata soltanto dopo due anni. Credevo gli fosse successo qualcosa di terribile, pensavo fosse morto”.

“Mi sveglio sperando sia tutto vero”

E invece, quel microchip, si è rivelato fondamentale per far tornare il cane dalla sua famiglia. “Nonostante siano passati cinque anni, mi ha riconosciuto. Quando mi ha visto ha scodinzolato, ha manifestato tutto il suo affetto. E non appena arrivati a casa si è subito riambientato, si è sentito a suo agio. Piango ancora dalla gioia, è un miracolo. La notte mi sveglio per guardarlo, sperando che sia tutto vero”.

Resta da capire dove Max abbia trascorso questi ultimi anni. “Io credo che qualcuno lo abbia trovato per strada e abbia voluto metterlo al sicuro, non pensando, purtroppo, che poteva avere il microchip e quindi dei padroni. Secondo il veterinario non ha di certo vissuto per strada, perché non è denutrito ed è in buone condizioni di salute”.

Per due giorni davanti a una chiesa

Certo è che Max ha trascorso gli ultimi giorni prima del ritrovamento a poco più di nove chilometri dal luogo della scomparsa, a Capaci, davanti alla chiesa di San Rocco. “E’ rimasto lì per due giorni – spiega Giorgia Matesi, responsabile di Lav Palermo – e molte persone del posto hanno segnalato la sua presenza alla polizia municipale”.

Lav: “Invitiamo a controlli più mirati”

“Una nostra volontaria è andata sul posto, il cane è stato recuperato e portato in clinica. Lì – spiega Matesi – grazie al microchip, siamo risaliti alla proprietaria, che è scoppiata in lacrime per la gioia e lo ha riportato a casa. Siamo felici che sia tornato dalla sua famiglia dopo tutti questi anni e ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato. Invitiamo però le istituzioni ad essere più attente nei controlli dei cani in strada, perché, come in questo caso, potrebbero avere qualcuno che li aspetta a braccia aperte”.


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