Caso Saguto, una intera famiglia | nelle aziende sequestrate alla mafia - Live Sicilia

Caso Saguto, una intera famiglia | nelle aziende sequestrate alla mafia

Nelle società tolte a Cosa nostra, le mogli, i cognati e i cugini degli amministratori giudiziari Santangelo e Provenzano.

Beni confiscati
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PALERMO – La moglie psicologa si occupava di banche e informatica. Ma nessuno l’ha mai vista a lavoro. La cognata invece “lavorava” da casa, visto che era mamma di quattro figli. Ma nell’elenco degli incarichi relativi alle amministrazioni giudiziarie ratificati o voluti da Silvana Saguto, sbucano altri parenti di Carmelo Provenzano, il professore della Kore di Enna indagato insieme al magistrato che ha gestito l’immenso patrimonio sequestrato a Cosa nostra.

L’anello tra Saguto e Provenzano era rappresentato, secondo gli inquirenti, dall’amministratore giudiziario Roberto Nicola Santangelo. “Provenzano è Santangelo”, ammette la stessa Saguto, “lasciando intendere – scrivono i pm – che Santangelo fosse solo strumento nelle mani di Provenzano, il veicolo perché Provenzano potesse operare come amministratore di fatto”.

Si conoscono “nel comune contesto dell’Opus dei”, Santangelo e Provenzano. Sarebbe quest’ultimo ad assicurare a Santangelo che “si sarebbe interessato per fargli affidare incarichi della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo”. E Provenzano in effetti presenterà Silvana Saguto a Santangelo, in occasione di una cena. Sarà l’inizio di tutto. La Saguto convocherà Santangelo in Tribunale, quindi arriverà il primo incarico come amministratore giudiziario nell’ambito del sequestro “Vetrano”, poi un secondo. “Provenzano – racconta quindi Santangelo – ottenne l’autorizzazione dall’Università e l’ho proposto come coadiutore”. Il triangolo insomma sembrava chiuso. Ma la storia non finisce qui.

Perché ecco che in occasione delle varie amministrazioni giudiziarie in mano a Santangelo, piovono una serie di incarichi a “stretti familiari di Provenzano e Santangelo”. Insomma, il primo è l’amministratore, il secondo coadiutore. Ma sotto di loro e intorno a loro, una sfilza di parenti, la cui nomina viene proposta formalmente da Santangelo e ratificata dalla Saguto.

A cominciare dalla moglie di Provenzano, Maria Ingrao. Dottoressa in “psicologia con qualifica di psicoterapeuta della famiglia” e qualifica di “esperta in marketing strategico in telecomunicazioni e informatica”. Sarà lei a essere incaricata del ruolo di coadiutrice nei procedimenti Vetrano, Ingrassia, Raspanti e Acanto. Ingrao “aveva il compito di ‘curare i rapporti con i dipendenti’, di effettuare i ‘versamenti in banca’ e di occuparsi ‘della gestione del sistema informatico’”. In realtà, più di un dipendente delle società sequestrate racconterà di “non avere mai conosciuto Maria Ingrao”. Non solo, persino gli altri coadiutori erano all’oscuro della presenza di uno psicologo in azienda. Ma alla donna andranno incarichi per 264 mila euro in due anni.

Ma non solo la moglie. Ecco nell’elenco delle nomine, anche il fratello e la cognata di Provenzano. Per il primo, Vincenzo Provenzano, ecco due nomine, anche se a titolo gratuito, come coadiutore. Il doppio degli incarichi andrà alla moglie Calogera Manta che riceverà alla fine qualcosa come 246 mila euro. Quest’ultima, ammetterà Santangelo, “lavorava da casa perché madre di quattro figli e quindi per lei erano più congeniali orari diversi da quelli di ufficio”. E in effetti, i dipendenti ascoltati riferiranno di non aver mai visto la donna. Che però, hanno verificato gli inquirenti, un lavoro già lo aveva: “Come insegnante presso il Centro educativo Ignaziano di Palermo”.

C’è poi, nell’elenco delle nomine, un intero nucleo familiare. Giovanni Canalella, infatti, è il cognato di Provenzano: è sposato, infatti, con Carmela Ingrao, sorella della moglie dello stesso Provenzano. I cognati di Provenzano hanno anche due figli: Carmelo e Antonio. Tutti quanti riceveranno incarichi di vario tipo come coadiutori giudiziari. E non solo incarichi. Per Giovanni e il figlio Antonio ecco pure l’assunzione in una delle società sequestrate.

Spuntano persino i cugini della moglie di Provenzano: Giuseppe Ingrao e la moglie Maria Lia Mantione, e Giuseppe Mattina. Quest’ultimo verrà anche assunto come autista in una azienda amministrata da Santangelo. “Ho trovato questa occupazione grazie a mio cugino Provenzano Carmelo”, ammetterà agli inquirenti.

Ma non solo Provenzano. L’amministratore Santangelo, infatti, nomina come coadiutore addirittura la moglie, Angela Nastasi. Nello stesso periodo, poi, stipula un contratto di collaborazione con l’azienda Mcr consulting di Castelvetrano della quale la moglie era socia e dipendente. Alla donna andranno circa 26.400 euro. Per l’amministratore giudiziario Santangelo invece, in due anni, tra l’agosto del 2013 e il luglio del 2015, ecco quasi 670 mila euro di compensi. Per Provenzano, incarichi per 160 mila euro in due anni, ai quali vanno aggiunti, come detto, i 264 mila euro andati alla moglie Maria Ingrao e ai 246 mila alla cognata Calogera Manta. E a questi andrebbero sommati quelli dovuti alle nomine di cugini, cognati e nipoti. Una intera famiglia, dentro i beni sequestrati alle Famiglie di Cosa nostra.


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