Castel di Judica, la minoranza: "In assise siamo censurati" - Live Sicilia

Castel di Judica, la minoranza: “In assise siamo censurati”

La missiva è scritta di pugno dai consiglieri Pd (area Renzi) Grazia Mileti e Gaetano Anastasi che denunciano una situazione in consiglio giudicata insostenibile.

Lettera in redazione
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1 min di lettura
Grazia Mileti

Grazia Mileti

Gaetano Anastasi

Gaetano Anastasi

CASTEL DI JUDICA. Riceviamo e pubblichiamo una missiva inviata in redazione dai consiglieri comunali Grazia Mileti e Gaetano Anastasi:

“I sottoscritti consiglieri di minoranza, Lorena Grazia Mileti e Gaetano Anastasi, entrambi del Pd (area Renzi), siamo costretti a denunciare un pesante silenzio assenso da parte di tutta l’Amministrazione, che pare accettare con benevolenza l’atteggiamento omissivo del Presidente del Consiglio Antonino Sindoni. Uno spettacolo poco democratico quello a cui stanno assistendo i cittadini del Comune di Castel di Iudica. Negli ultimi due mesi abbiamo provato a presentare interrogazioni di cui chiedono la trattazione in Consiglio comunale senza che questo gli sia stato consentito. Ma la norma è chiara: ai sensi dell’art. 14 dello Statuto comunale ogni consigliere ha diritto di presentare interrogazioni, ordini del giorno, risoluzioni e mozioni.  Per tutta risposta  il Presidente Sindoni, da della norma una interpretazione restrittiva: affermando che “i consiglieri hanno chiesto una convocazione straordinaria e che non hanno il diritto di farlo” così il Cons. Anastasi ha esordito nella seduta consiliare tenutasi martedì 3 Dicembre. Gli argomenti addotti a propria difesa dal Presidente del Consiglio ci sembrano pretestuosi e oltremodo privi di fondamento: si tratta di una azione di imbavagliamento della minoranza, stanno ledendo i nostri diritti di consiglieri e noi abbiamo il dovere morale di denunciare quanto sta accadendo. Il timore nostro è che si stia cercando di evitare la trattazione di argomenti salienti come la vicenda Ato che da mesi vede coinvolto il nostro Sindaco in una vicenda di cui vorremmo sapere qualcosa in più. Lotteremo in tutte le sedi, per salvaguardare il diritto di conoscere ed informare la cittadinanza che rappresentiamo su quanto accade nelle cosiddette stanze dei bottoni”.


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