Catania, al Boggio Lera "laboratorio" contro la violenza sulle donne

Al Boggio Lera primo “laboratorio” contro la violenza sulle donne

L'iniziativa promossa dalla Cgil etnea
VERSO IL 25 NOVEMBRE
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CATANIA – La CGIL e la FLC-CGIL di Catania,le associazioni “Fare stormo- Il cerchio delle donne” hanno avviato Il progetto “PASSI, per la gestione non violenta dei conflitti”. Con i laboratori di crescita personale sul rispetto delle differenze, sulla reciprocità, sugli strumenti per la gestione non violenta dei conflitti, al Liceo Statale “E.Boggio Lera”di Catania. Il percorso del laboratorio” è stato appositamente tracciato tra due date fortemente simboliche: dal 25 Novembre 2023 all’8 Marzo 2024. E sarà fatto di “passi” che allargheranno sempre più il cerchio partecipativo e organizzativo.

L’incontro di ieri

Ieri si è tenuto il primo appuntamento con il laboratorio a partire dalle 16,30. Ha aperto l’incontro Valeria Pappalardo, dirigente scolastica del liceo scientifico Boggio Lera Catania. Sono seguiti gli interventi di Rosaria Leonardi, segretaria confederale CGIL Catania, Giovanna Nastasi, responsabile Politiche di Genere FLC-CGIL, Katia Perna, componente dell’ assemblea naziknale della FLC-CGIL.
Il laboratorio è stato attivato da Josè Calabrò, formatrice e autrice di “Fare Stormo- Il Cerchio delle donne” e di UDI CT.

L’obiettivo di “Passi” è connettere tra di loro competenze del territorio ma anche mettere a disposizione di tutta la comunità educante, “non solo informazioni, ma esperienze formative per affermare in modo concreto, non semplicistico, la possibilità che l’aggressività non diventi violenza”. Una pratica che andrebbe poi allenata nella vita di tutti i giorni, in ogni ambito.

In vista del 25 novembre

Un’azione che riveste un significato potente in occasione del prossimo 25 novembre, giornata nel corso della quale in tutto il mondo si sollecitano azioni di contrasto alla violenza sulle donne. Quella violenza che è divenuta fenomeno dirompente fino a sfociare nei femminicidi che si registrano oramai in tutta Italia, compresa Catania e in provincia. È adesso forte la necessità che questo tipo di interventi possano diventare strutturali nei programmi didattici, coinvolgendo nella pratica dell’educazione all’affettività. E quanti più soggetti nel mondo scolastico.

Una donna uccisa ogni tre giorni

“Con l’omicidio di Giulia Cecchettin sono 100 donne che sono state uccise nel nostro Paese dall’inizio dell’anno (quasi una donna uccisa ogni tre giorni) e i dati sugli stupri e su altri episodi violenti sono enormi, anche se riferiti ai soli fatti emersi”, scrivono le promotrici del progetto-.
Sono crimini che hanno radici culturali profonde e che confermano come il patriarcato, con i suoi effetti più tremendi, non sia stato sconfitto definitivamente.
Per questo la comunità è chiamata a sostenere la scuola, in quanto “luogo cardine”, nel suo grande impegno educativo. La chiamiamo a fare rete, ad attivare iniziative che lascino il segno per procedere verso un cambiamento culturale e di mentalità, offrendo strumenti affinché ciò si realizzi. Perciò, l’obiettivo del progetto – che affianca le tante iniziative già in corso nella scuola – è muovere dalle/dagli insegnanti, coinvolgendo famiglie, studenti, associazioni del territorio. Perché le iniziative proposte non restino isolate e possano permeare la vita d’aula e la vita sociale”.

Il progetto, che offre informazioni e attiva un laboratorio esperienziale, sarà articolato in tre incontri:
21 novembre 2023; metà febbraio 2024 e intorno all’8 marzo 2024 (la data esatta sarà stabilita con i partecipanti al 2° incontro). Nel corso dell’incontro è stato delineato un quadro sulle politiche di genere e sul fenomeno della violenza di genere. Ci si è soffermeto ad attivare un laboratorio sulla gestione non violenta dei conflitti, che nei successivi incontri si svilupperà in forme sempre più allargate e cogestite.


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