A Belcuore la guida della Camera di commercio del Sud-Est

A Belcuore la guida della Camera di commercio del Sud-Est

Nominato Commissario come ai tempi dell'allora Apt di Catania, sono tante le questioni aperte. E tutte da affrontare.

CATANIA. Antonio Belcuore si è insediato lo scorso gennaio alla Camera di Commercio del Sud-Est nella veste di Commissario straordinario. Lo incontriamo per conoscere il futuro che attende questi Enti dei quali raccontiamo, da oltre dieci anni, tribolamenti vari compresi quelli che, da un paio di anni, li vedono sospesi a un emendamento inserito in fretta e furia nel decreto aiuti di luglio 2021. Emendamento che oltre a disgiungere le province del Sud-Est vorrebbe legare Siracusa a Trapani, insieme ad Agrigento e Caltanissetta.

Commissario come saranno riunite queste camere di commercio?

Io sono stato nominato commissario della Camera di Commercio del Sud Est. Nella legge di bilancio dello Stato, nel decreto mille proroghe, è stata data facoltà alla Regione, entro il 31 dicembre 2023, di scorporare le Camere o dare loro un nuovo disegno. Il direttivo di UnionCamere su indicazione dell’assessore regionale alle Attività produttive, sta facendo uno studio per individuare quale sia la migliore situazione per le Camere siciliane. Quindi attendiamo…

Ricominciamo dagli studi quando gli accorpamenti del Sud Est erano pronti da tempo.

Sì, e anche se il Tar e il CGA avevano dato ragione alle istanze presentate dal presidente Pietro Agen. Si torna a bocce ferme e in questo momento il quadro delle Camere siciliane è composto da: Palermo e Enna insieme, Messina autonoma; Catania, Siracusa e Ragusa insieme e Trapani, Caltanissetta e Agrigento che sono ancora Camere singole in attesa che si accorpino. Questo per dare seguito alla riforma Badia che prevede, in tutta Italia, un massimo di 60 Camere di Commercio mentre oggi, con le nostre, siamo a 64. Anche se il problema non dipende solo dalla Sicilia.
Tornando al Sud Est, questa Camera è stata composta con enormi difficoltà (e questo LiveSicilia l’ha scritto tante volte, nda). Catania ha una situazione finanziaria a posto, Ragusa così così, Siracusa non tanto. Ma il grande problema delle Camere è che sono loro a pagare direttamente le pensioni ai dipendenti andati in quiescenza.

Quello che lei sta dicendo purtroppo è cosa nota, ma c’era un accordo già iniziato per risolvere il problema.

Sì, c’era un accordo iniziato con l’INPS da UnionCamere poi bloccato perché l’INPS ha chiesto, sull’unghia, 450milioni di euro. Questa cifra è il risultato di uno studio di UnionCamere, fatto dallo Studio Annibali di Roma, che ha calcolato, nel bilancio attuariale delle Camere, la proiezione a 38 anni partendo dal 2019. Considerando un tasso di mortalità costante, per pagare le pensioni di tutti i dipendenti servirebbe una cifra variabile dai 380 ai 450milioni di euro. 

Ma la Sicilia è un’anomalia in questo settore, proprio per il suo essere a Statuto speciale

Esatto. E le Camere sono enti, in base all’articolo 1 L. 10/2000, ai quali si applica il contratto dei dipendenti della Regione e quindi conferiscono al fondo pensione Sicilia. L’ideale sarebbe che il fondo pensione della Regione potesse gestire anche il personale, in pensione e in servizio, delle Camere. Perché col sistema statale, questi soggetti venivano pagati dal fondo pensione delle Camere che hanno, al loro interno, un fondo apposito. Ma qualcuna, meno virtuosa, lo ha utilizzato per le spese correnti. Sarebbe ottimo se riuscissimo a fare l’accordo col fondo pensioni, utilizzando Catania Siracusa e Ragusa come progetto pilota e vedere poi come procede. 
Anche perché questo accorpamento è stato un processo lungo e difficile concretizzatosi nel 2017 dopo anni di tribolazioni. È stato trasferito il personale, le quote. Tutto.

Tornare indietro adesso sarebbe un manicomio.

Da un punto di vista di omogeneità territoriale non può funzionare. Consideri che la Camera di Catania fa parte di un network che si chiama Mirabilia che mette dentro 16 Camere di Commercio italiane e altre francesi, tedesche e croate che hanno come filo conduttore i beni dell’Unesco. Già solo per questo l’omogeneità del Sud Est è conclamata: Etna, Val di Noto e Acropoli di Pantalica. Un territorio che diventa omogeneo dal punto di vista turistico. È assolutamente disomogeneo pensare di aggregare Siracusa con Trapani, Caltanissetta e Agrigento.

Le tre Camere del Sud Est hanno quote di partecipazione dell’aeroporto di Catania che è il più importante della Sicilia e il terzo d’Italia.

E io sono stato nominato commissario della Camera del Sud Est.

Il suo incarico non ha una data termine…

No, ma è fino alla costituzione degli organi, cosa che non dipende da me ma dalle confederazioni. Cioè le categorie che fanno parte del Consiglio e della giunta e che devono esprimere i loro componenti. E facendo seguito alla proroga di legge, fino al 31 dicembre l’accorpamento è quello attuale.

Ma non si può fare una governance che duri così poco…

Consideri che questa è la seconda volta che faccio il commissario straordinario. La prima volta è stata all’APT di Catania ed era un mandato, 2006-2009, che doveva fare l’ordinario per due anni e poi portare l’azienda alla liquidazione una volta finito il transito del personale dall’APT alla Regione Siciliana. Ed è quello che ho fatto, non un giorno in più.
Alla Camera di Commercio io ho il compito di comporre il consiglio, la giunta e il presidente. In questo momento di gestire la Camera. Abbiamo approvato il bilancio, abbiamo degli investimenti da fare e almeno tre programmi da seguire.

Qualche anno fa lei ha vissuto un’esperienza giudiziaria non proprio simpatica che si è conclusa bene. Alla fine di quella vicenda lei scrisse una lettera in cui c’era scritto che se avesse potuto tornare indietro avrebbe preferito fare solo il burocrate. Intende dar seguito a quel proposito?

Era un altro momento. Un’altra condizione. Il burocrate inteso negativamente non l’ho fatto mai. E non ho intenzione di farlo. La mia intenzione è quella di far funzionare al meglio la Camera sdoganando l’idea che serva solo a emettere certificati. Vorrei che fosse la casa delle imprese con le quali intendo condividere qualsiasi tipo di investimento. 

Le quote camerali di quest’anno saranno invariate?

Qualche anno fa il governo ha abbattuto il diritto camerale del 50%, avendo noi un problema strutturale siamo autorizzati all’aumento del 50% su questa riduzione. Insomma perdiamo solo il 25%. Abbiamo quindi delle risorse che possiamo investire sul territorio e su progetti come la transizione digitale. Fatti salvi i 10 milioni di euro che io metto da parte, resta una cifra per investire sul territorio. Se non ci fossero le pensioni la Camera chiuderebbe con un bilancio sicuramente in attivo.

Come vuole instaurare questo contatto con le imprese?

Inizio proprio adesso, subito dopo Sant’Agata

Non avete fatto il ricevimento del 4.

No, troppi pochi giorni dal mio insediamento. Ma la quota che era stata messa da parte per questo evento è stata devoluta equamente alla Caritas diocesana e alla Comunità di Sant’Egidio. Se riusciamo ad alleviare le difficoltà di qualcuno io sono felice

Torniamo alle associazioni di categoria. Ci sono imprese che dicono che non rappresentano davvero l’imprenditorialità.

Però li hanno eletti come loro rappresentanti. Io vorrei incontrare le aziende del digitale, ma anche Federalberghi, Confturismo, Confindustria, Assoturismo di Confesercenti. Sul turismo c’è un lavoro importante da fare che si è perso. Nonostante i numeri, che possono rappresentare un bel risultato, ma che vanno guardati nel tempo. C’è un prodotto da costruire.

Aeroporto. Il processo di privatizzazione è già stato attivato e il presidente Schifani ha affermato che la auspica per tutti gli aeroporti, ma mi è sembrato di capire che lei non è proprio d’accordo.

Sono d’accordo, ma il pubblico non è tutto brutto. Il Fondo pensioni della Regione, ad esempio e lo dico perché ne sono parte, è un ente virtuoso. Per la possibilità di fare concorsi, per il personale che è andato in pensione all’improvviso. Oggi riesce a dare risposte a circa 30 mila persone tra pensionati e assicurati. È un ente che ha un patrimonio netto che sfiora i due miliardi e favorisce anche il bilancio della Regione. Ha anche preso il plauso della Corte dei conti per avere eliminato l’arretrato e aumentato le sue performance. La Camera di commercio potrebbe esserlo ma è praticamente senza governance da quasi un anno e tra le ambasce di questo emendamento da due. Fatta questa premessa avrebbe potuto produrre di più. Poi l’aeroporto è diventato il nodo centrale.

In realtà lo è sempre stato.

Perché probabilmente qualcuno aveva interessi. Io non credo che le imprese di Siracusa o di Ragusa hanno tutta questa voglia di andarsene da Catania. Ho letto i bilanci della Sac, hanno seguito un percorso e nonostante gli ostacoli politici e la pandemia, l’aeroporto di Catania è riuscito a crescere in destinazioni e il traffico è uguale al 2019. E poi è stata data la possibilità a Comiso di non chiudere e svolgere un compito nel territorio in cui opera.

Le prime quattro cose che farà.

Incontrerò presto il presidente e il CdA di Sac SpA, formalmente e ufficialmente. Andrò io, come gesto di cortesia. Ho candidato Catania ufficialmente allo svolgimento, nel 2024, del congresso di Mirabilia il cui workshop verrà fatto sicuramente in Camera di Commercio, abbiamo i saloni e gli spazi adatti per farlo. Le altre cose verranno distribuite equamente tra le tre province.
Poi vorrei avere un rapporto di stretta collaborazione con le aziende, sia del terziario del commercio e delle industrie. Catania ha comunque delle eccellenze con le quali probabilmente non si dialoga. Poi vorrei iniziare a pensare a un sostegno reale alle aziende dell’agroalimentare.

Il miglioramento dell’agroalimentare della Sicilia orientale passa molto dalla viabilità.

La Camera di commercio è socia dell’Interporto, del Consorzio autostradale, del Maas. Sono quote piccole ma cerco di sfruttarle per quello che posso.

Dipendenti. Ne servirebbero di più?

La pianta organica della Camera delle tre province ne aveva più di 300, oggi ne ha meno di 70. Il numero delle imprese è cresciuto come anche il processo di digitalizzazione. Una risorsa enorme della Camera sono i dati che possiede. Consideri che Moody’s il rating italiano lo fa sui dati di UnionCamere. Perché quindi non utilizzare, nel nostro piccolo, i dati in nostro possesso: iniziando dalla tipologia di personale che le imprese ricercano? Abbiamo una cifra da utilizzare per favorire formazione e occupazione e io intendo usarla, ma prima voglio capire cosa ci chiede il territorio. 

La Camera fa anche altro, ha un panel d’eccellenza per l’olio evo, ma si occupa anche di mediazione e altro ma sono forse un po’ nascosti, dovrebbero farsi vedere di più.

È mia intenzione farlo ed è un impegno che sto prendendo.

Ha accennato a un evento che vorrebbe realizzare a breve, di che si tratta?

C’è un’idea che sto sviluppando e che ancora non voglio annunciare. Se riesco a portarla avanti facciamo una cosa importante a Catania o a Siracusa già dal prossimo giugno. Volevo utilizzare il teatro romano ma ho saputo che non è utilizzabile. Ed è un peccato perché questo teatro in mezzo ai palazzi è un unicum.

C’era l’idea di realizzare un centro congressi della Camera del Sud Est. C’è ancora?

Quello della Plaja? Non ne so nulla a parte ciò che ho letto sui giornali.


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