Catania, il Comune fa i conti con gli immobili non "accatastati"

Catania, il Comune fa i conti con gli immobili non “accatastati”

Bottino: "Ora occorre la volontà politica"

CATANIA – Uno dei pochi a essere stato riconosciuto e, da poco, messo a bando – anche se difficilmente sarà assegnato-, è il mercato coperto di via Belfiore, a San Cristoforo. La struttura, insieme a quella di via Duca degli Abruzzi, è stata registrata al catasto e, dunque, può essere messa sul mercato.

Ma quasi la totalità degli immobili di proprietà del comune di Catania non risulta censita. E dunque non può essere valorizzata, data in affidamento o alienata, restando dunque sul groppone di Palazzo degli Elefanti.

La questione in consiglio

Una questione da affrontare urgentemente, secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Daniele Bottino, che è anche componente della Commissione permanente al Patrimonio. Secondo Bottino, l’attuale situazione provocherebbe uno stallo inaccettabile per l’ente, nonché una perdita economica ingente.

“Proprio grazie alla riqualificazione del mercato coperto di via Duca degli Abruzzi a Picanello, il Comune si è accorto che lo stesso non esisteva al catasto. Era il 2021 o il 2022 – afferma Bottino. Così ci siamo resi conto che la maggior parte degli immobili di proprietà comunale, circa il 70%, non era registrato. La normativa è cambiata – spiega ancora Bottino – e se prima si poteva affittare o dare in comodato d’uso anche immobili non accatastati, oggi non si può più fare”.

Il risultato è che questo patrimonio che Palazzo degli elefanti non utilizza, risulta indisponibile per poter essere affidato a soggetti terzi. “Il Comune di Catania sta perdendo denaro proprio per la mancata catalogazione degli immobili – sostiene ancora l’esponente di FdI. L’amministrazione non ha il personale per regolarizzare la situazione. E, comunque, occorrerebbe un investimento, considerato che per accatastare il mercato di Picanello ci sono voluti 15 mila euro”. 

Da qui la proposta, estesa e fatta propria dalla Commissione. Fare in modo che siano gli eventuali assegnatari a procedere con la registrazione al catasto. “Abbiamo pensato di portare avanti un programma diverso – spiega ancora Bottino – anche perché non possiamo certo aspettare che tutti gli immobili vengano accatastati per poi deciderne cosa fare. Bisogna programmare, individuando quali possano essere dati in comodato d’uso gratuito, in affitto o in gestione. Fare un avviso pubblico che preveda, in caso di aggiudicazione, anche l’accatastamento entro un tot di tempo”.

Un modo per velocizzare le procedure e sgravare il Palazzo dal carico burocratico nonché economico, oltre a dare possibilità a strutture che, altrimenti, rimarrebbero in stato di abbandono. “In questo modo – sottolinea Bottino – si potrebbe rendere più appetibili e dunque dare vita a immobili in condizioni degradati ma potenzialmente utili per associazioni, enti o soggetti terzi. D’altronde – evidenzia – le richieste in tal senso sono tante”. 

La volontà dell’amministrazione

La questione è nota all’assessore al Patrimonio, Giuseppe Marletta, al quale Bottino l’ha sottoposta in Commissione e in Consiglio. “L’assessore ci ha risposto che gli uffici stanno lavorando al completamento della digitalizzazione, ma che la strada potrebbe essere quella giusta. Ci vuole però .- conclude – la volontà politica di attuarla”.


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