Catania, figlia 'merce di scambio sessuale': genitori arrestati - Live Sicilia

Orrore a Catania, ‘cedono’ la figlia in cambio di soldi e cibo: arrestati

In manette anche il 'padrino' della quindicenne.
CARABINIERI
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CATANIA – Coscienze risucchiate. Innocenze violate da chi, per natura, dovrebbe proteggerle. Due coniugi, M. S. e M. E., rispettivamente di 49 e 41 anni, nonché S. S. L., 43enne, sono accusati di aver costretto una delle figlie, appena quindicenne, a subire soprusi anche sessuali inauditi e spregevoli. Tutto sarebbe cominciato nell’ottobre del 2020, la ragazzina aveva quattordici anni. Mamma e papà sono stati arrestati assieme a un 43enne, S.S.L, dai carabinieri che hanno eseguito l’ordinanza del gip di Catania. Le accuse -a vario titolo – vanno dal concorso in riduzione in schiavitù, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale, sequestro di persona, cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale, tutte aggravate.

Siamo nel calatino. Le indagini espletate dai carabinieri di Caltagirone con il coordinamento della Dda etnea hanno dipinto un quadro indiziario gravissimo. Il procedimento ha passato la prima valutazione del gip, ma non vi è stato alcun contraddittorio tra le parti.

Le intercettazioni hanno documentato un difficilissimo contesto familiare immerso nel degrado. I genitori della ragazzina avrebbero trattato la figlia come una proprietà. Anzi una merce (di scambio). L’alibi sarebbero stati i problemi economici. Ma in totale spregio della vocazione di una mamma e di un papà avrebbero indotto con violenza e minaccia la giovanissima ad avere una relazione coniugale con un amico di famiglia (il padrino di cresima della figlia, ndr) al fine di avere ‘cibo e denaro’. La figlia minorenne sarebbe diventata una sorta di ‘geisha-colf’ del ‘compare’, diventandone di fatto la convivente. Si sarebbe infatti intrattenuta a casa dell’indagato nelle ore notturne e avrebbe provveduto anche ai pasti e alle faccende domestiche.

I due genitori inoltre avrebbero fatto da ‘pacieri’ in caso di litigi tra il padrino e la figlia. E inoltre l’avrebbero addirittura picchiata nei casi in cui il 43enne avesse lamentato “qualche mancanza”. “Devi comportati bene”, avrebbero urlato tra un rimprovero e uno schiaffo.

Il ‘padrino’ della figlia – che ha precedenti per ami – all’epoca degli abusi stata scontando l’affidamento in prova per una condanna. La quindicenne inoltre sarebbe stata stuprata. Il convivente l’avrebbe costretta a consumare un rapporto sessuale non consensuale. In un’altra circostanza invece l’avrebbe segregata in casa come punizione alla ribellione.

Il padre – anche lui pregiudicato ma per reati contro la persona – è stato contattato dai servizi sociali del comune per problemi di dispersione scolastica dell’altra figlia di dieci anni (anche lei inoltre nelle mire del ‘padrino’ pedofilo) avrebbe rivolto minacce (‘di fare danni’) all’assistente sociale volte a non disporre ispezioni a domicilio.

Il convivente abusante avrebbe una personalità criminale molto pericolosa. E soprattutto mancherebbe di tutela nei confronti dei minori. Non avrebbe infatti avuto alcuno scrupolo nemmeno a vendere (nel dicembre scorso) a un minore in comunità diversi quantitativi di marijuana. Nel corso dell’indagine i carabinieri hanno trovato un fucile doppietta a canne mozze e una pistola revolver modello 375 magnum nella disponibilità di una coppia complice (arrestata) che sarebbe riconducibile proprio all’indagato 43enne.

I due uomini sono in carcere, mentre la donna è detenuta nell’Istituto a custodia attenuata per madri di Avellino


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