CATANIA – Quella di ieri è stata decisamente la giunta degli addii. L’ultima, cioè, con gli assessori Barbara Mirabella (Cultura e Politiche scolastiche) e Giuseppe Lombardo (Servizi sociali). Che lasciano per concorrere alle prossime elezioni Regionali, rispettivamente, in Fratelli d’Italia (in quota Salvo Pogliese) e nel Movimento Nuova Autonomia (in quota se stesso). Una decisione conforme alla normativa che impone le dimissioni entro sei mesi dal voto.
Altre perdite
Di recente ha lasciato la squadra guidata da Pogliese/Bonaccorsi – a quanto pare per lo stesso motivo – anche Ludovico Balsamo (ex titolare della delega al Commercio per FdI), ma lo ha fatto utilizzando toni apertamente polemici con l’Amministrazione comunale.
Tra le figure eccellenti di Palazzo degli Elefanti, concorre per un seggio all’Assemblea regionale siciliana anche Giuseppe Castiglione, presidente del consiglio, per l’Mna. In questo caso, però, la normativa non prevede che debba rimettere il mandato, sebbene la funzione espletata – a differenza degli assessori – sia da esercitare con un profilo super partes. Infatti, Castiglione non presenterà dimissioni. A fine anno, ha lasciato il ruolo di vicepresidente vicario, invece, l’esponente di FdI Carmelo Nicotra.
Rischio paralisi
Benché esperto di numeri, a Roberto Bonaccorsi i conti cominciano a non tornare più. Il sindaco facente-funzioni, subentrato al posto del sospeso Salvo Pogliese, si trova a gestire una squadra con soltanto sei titolari in campo (Michele Cristaldi, Sergio Parisi, Enrico Trantino, Andrea Barresi, Giuseppe Arcidiacono e sé medesimo). Compreso il sindaco, dovrebbero essere invece in undici. Strada facendo è accaduto di tutto. Dall’applicazione della legge Severino allo strappo con la Lega, che ha portato il salviniano Fabio Cantarella a rassegnare le dimissioni dopo il congedo del compagno di partito, Alessandro Porto.
Raggiunto da LiveSicilia, Roberto Bonaccorsi ha dichiarato di voler “procedere in tempi relativamente rapidi ai nuovi innesti”. Anche quattro. Il motivo è innanzitutto tecnico, venisse meno – per qualsiasi motivo – un assessore, la giunta non potrebbe deliberare alcun atto perché sotto i sei componenti non è consentito riunirsi. Ma la questione è anche politica. Per questo motivo – ci spiega – “prima di procedere ci sarà un confronto con tutti i partiti”.
I partiti
La Lega ha fatto già sapere di non voler rientrare in maggioranza senza la verifica degli assetti dell’intero centrodestra siciliano. Gli autonomisti – da quanto risulta da fonti rigorosamente off record – contano di mantenere una rappresentanza in giunta. FdI, invece, è la formazione che – per forza di cose – ha perso il maggior numero di componenti e, come tale, potrebbe rivendicare avvicendamenti. Sul tavolo del sindaco, tuttavia, non si esclude che possono arrivare richieste anche dalle altre forze della maggioranza.
Bonaccorsi, intanto, guarda avanti e – indipendentemente dalla scelta di Pogliese se deporre o no la fascia tricolore – pensa a una squadra che possa reggere fino alla scadenza naturale della consiliatura (giugno 2023). “Guardi, le posso dire che in agenda ho impegni istituzionali fino al prossimo settembre”. Insomma, il facente-funzioni preferisce non parlare delle decisioni che prenderà il sindaco eletto nel 2018. “Dopo Giarre, la mia intenzione – dice – era di non ricoprire più questo ruolo. Oggi, sto cercando, soltanto, di svolgere il mio dovere con dignità”.