Catania, malumori e tensioni in Consiglio sulla delibera Sidra

Catania, malumori e tensioni in Consiglio sulla delibera Sidra

A Palazzo degli elefanti, due sedute consecutive andate a vuoto

CATANIA – Una delibera complicata e poco tempo per studiarla. Il consiglio comunale diserta quasi in massa la seduta convocata per autorizzare Sidra, la partecipata che si occupa del servizio idrico, al “versamento pro quota di euro 117.900 in conto aumento del capitale sociale di euro 3.000.000 della società Hydro Catania S.p.A.”.

Le sedute deserte

Quindici i presenti in aula, mercoledì scorso, e appena undici il giorno dopo. Nonostante la maggioranza abbondantemente ampia del sindaco Trantino. Che può fare a meno della presenza dei pochi consiglieri dell’opposizione (alcuni dei quali, peraltro, presenti alla prima delle due sedute).

“Un caso”, dice qualcuno, per la concomitanza, per alcuni, dell’impegno istituzionale con altri programmati in precedenza, il carattere di urgenza che non ha forse consentito la corretta calendarizzazione. E la giornata selezionata, fuori dalla norma che vede il consiglio riunirsi prevalentemente di martedì, azzarda qualcuno.

“Tre consiglieri erano a Bruxelles – dice il capogruppo di Fratelli d’Italia, Daniele Bottino -. Per quanto riguarda gli otto consiglieri di FdI – aggiunge – non c’è alcun problema con questa delibera”.

Il caso Sidra

Perché a quanto pare, a frenare alcuni consiglieri sarebbe stata la delicatezza dell’atto. Unita al poco tempo per studiarlo e al carattere d’urgenza per la trattazione. Elementi che, aggiunti alla mancanza di bilanci approvati da Sidra dal 2023, all’assenza di un piano industriale di Hydro Catania. E a quanto scritto nel verbale dei revisori dei conti, avrebbero spinto alcuni componenti della maggioranza a non presentarsi in aula.

D’altronde, in occasione della prima seduta dedicata all’argomento del 7 aprile, tutti e trentatré i consiglieri comunali presenti in quell’occasione, hanno votato favorevolmente la pregiudiziale presentata dal capogruppo di Forza Italia, Piermaria Capuana. Quella per il ritiro e rinvio “della proposta di deliberazione che presenta aspetti tecnici. Così come sono stati rilevati nella capigruppo e nelle commissioni che non hanno espresso parere favorevole, e un verbale contrario dei revisori dei conti.

Mancando il bilancio di Sidra, e mancando il piano economico di Hydro Catania – aveva evidenziato Capuana – ci risulta impossibile poter, in tempi così brevi e per una questione così complessa, decidere”.

Una posizione condivisa quindi da tutto il senato cittadino. Apertamente dal capogruppo di Grande Catania, Orazio Grasso, in occasione della dichiarazione di voto favorevole alla pregiudiziale. “Ci sono domande – ha dichiarato – che a mio avviso non ci permettono di esprimerci in serenità. Rispetto a una delibera che va approfondita in maniera più concreta”.

Maretta tra gli azzurri

L’assenza più evidente resta quella degli esponenti di Forza Italia, se non altro perché il presidente della Sidra, Mario Di Mulo, ritenuto vicino al deputato Ars ed ex assessore comunale all’Ambiente, Salvo Tomarchio, è stato nominato in quota azzurri. Prima la pregiudiziale avanzata dal capogruppo Capuana, e poi l’aver disertato in massa gli appuntamenti in aula, potrebbero evidenziare ben più di un malumore tra i berlusconiani. Al quale dà voce il consigliere Riccardo Pellegrino.

“Non è chiaro a cosa serva l’aumento di capitale richiesto – dice il vicepresidente del consiglio -: I revisori dei conti, malgrado non sia stato richiesto il parere, si sono espressi negativamente. Sidra, oltretutto, non ha ancora presentato i bilanci e non si sa se aderire a questo aumento di capitale darà o meno un beneficio all’azienda. Insomma – conclude – ci sono parecchie perplessità e forse sono state fatte scelte sbagliate”.

Un malcontento serpeggiante

Un malcontento che, secondo qualche malpensante, avrebbe fornito l’occasione di disertare la seduta non solo a chi contesterebbe a Di Mulo la mancata discontinuità con il predecessore Fatuzzo in materia di consulenze e incarichi – a quanto pare sarebbero in molti all’interno del senato cittadino – ma anche a chi stigmatizzerebbe la gestione di simili atti da parte dell’amministrazione, in particolare dell’assessorato al Bilancio. Cosa che avrebbe creato non pochi malumori.


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