Catania, "Non un appello in meno!": gli studenti in piazza VIDEO

Catania, “Non un appello in meno!”: gli studenti in piazza VIDEO

La protesta veemente della comunità universitaria che non ci sta alle modifiche del Regolamento didattico proposto dall'Ateneo.
UNIVERSITA'
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CATANIA. La Comunità studentesca dell’Università di Catania si mobilita per esprimere ferma contrarietà alle modifiche del regolamento didattico.
Gli studenti si oppongono alla riduzione degli appelli e alla riforma avanzata dalla Commissione Didattica d’Ateneo. “L’Ateneo vorrebbe ridurre  gli appelli obbligatori della sessione autunnale da due ad uno, eliminare di fatto gli appelli per il recupero delle materie degli anni precedenti, prevedendo obbligatoriamente una sola data nel periodo di dicembre in coincidenza con l’appello straordinario previsto per gli studenti fuori corso, laureandi, lavoratori, atleti ed in situazione di difficoltà e privando, di conseguenza, gli studenti dell’altra data prevista nel secondo semestre per sostenere il recupero dell’esame”, spiegano gli studenti. “Inoltre – aggiungono – allo studente che non supererà l’esame al primo appello verrà negata la possibilità di ripetere la prova nell’appello immediatamente successivo rallentando radicalmente il percorso di tantissimi studenti universitari”.

Tra le modifiche proposte dalla Commissione didattica si fa strada anche la possibilità di costituire commissioni di esami monocratiche composte singolarmente dal docente titolare senza altri membri; l’eliminazione della figura di studente laureando iscritto con riserva dal regolamento didattico d’ateneo; l’esclusione ingiustificata degli studenti atleti, lavoratori e in situazione di difficoltà dalla sessione straordinaria effettuata nel periodo fra marzo e maggio e l’eliminazione delle agevolazioni a loro riservate come la riduzione della frequenza obbligatoria e appositi supporti didattici. “Queste modifiche promosse dall’Ateneo di Catania si pongono totalmente in contrasto con l’idea di velocizzare le tempistiche universitarie e l’accesso al mondo di lavoro”, concludono. 


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