Catania, quando si esce dal dissesto? Dalle partecipate ai partiti

Catania, quando si esce dal dissesto? Dalle partecipate ai partiti

Il lavoro della commissione liquidatrice, le prospettive dell'amministrazione
PALAZZO DEGLI ELEFANTI
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CATANIA – In teoria il dissesto finanziario sarebbe terminato lo scorso dicembre 2023, ma praticamente è ancora in atto. Fin quando l’organismo straordinario di liquidazione, l’Osl, non completerà il suo lavoro. A illustrare la situazione finanziaria di Palazzo degli Elefanti a LiveSicilia è l’assessore al Bilancio del Comune di Catania, Giuseppe Marletta.

“Il quinquennio è stato completato a dicembre dello scorso anno ed è stata raggiunta la parità di bilancio – afferma -. Ciò nonostante, il dissesto si completerà definitivamente nel momento in cui la commissione liquidatrice nominata per ripianare i debiti non completerà il suo iter e quindi rilascerà una relazione dalla quale risulterà qual è la mole di debiti che resta e quanto è stato invece pagato”.

La commissione liquidatrice

Insomma, Palazzo degli Elefanti ha un piede dentro e uno fuori dal default finanziario, dichiarato nel 2018 e formalmente finito alla fine dello scorso anno. La commissione liquidatrice, il cui lavoro è stato quello di contattare tutti i creditori e proporre loro una transazione, avrebbe dovuto terminare il proprio lavoro nel mese di settembre 2023; ha però chiesto, e ottenuto, una prima proroga e poi una seconda, che la porterà ad operare fino al gennaio del prossimo anno.

“Il che significa certamente che, successivamente al gennaio 2025, dovrà fare la relazione che ci consentirà di capire quale sarà lo stato dei fatti della massa passiva – spiega Marletta -. Prima di quel momento, noi non avremo contezza definitiva di quelli che sono i debiti residui della massa passiva”.

Una questione non da poco: se ciò dovesse persistere, infatti, rientrerebbe “e avrebbe conseguenze importanti sul bilancio ordinario che invece è in equilibrio. Attualmente – prosegue – resta la divisione tra massa passiva e bilancio ordinario proprio perché è ancora in atto l’azione della commissione liquidatrice”.

Il debito con Banca Sistema

Quando avrà termine questa operazione, dunque, la massa confluirà nel bilancio, il che potrebbe essere problematico: non tutti i creditori hanno accettato di ottenere meno anche se subito. Da qui, la mancata chiusura del dissesto e la permanenza di alcuni debiti. Uno in particolare abbastanza ingente con Banca Sistema di circa 80 milioni di euro, interessi esclusi.

Contezza precisa non ce n’è. Noi abbiamo un’idea di ciò che non è ancora stato pagato dall’Osl – conferma il rappresentante della giunta comunale – ma un ordine di idee; ci auguriamo che nei prossimi mesi comunque venga pagato il più possibile”.

Nell’eventualità dovesse permanere qualche debito, l’amministrazione sta comunque accantonando somme “perché siamo attenti a questa esigenza che possono verificarsi – assicura l’assessore -. Oltre tutto, abbiamo ricevuto degli incentivi da parte dello Stato, delle somme che ci si consentiranno di avere delle quote per poter sostenere l’eventuale debito. Non tutto in una volta, ovviamente: ma qua entra in gioco la gestione dello Stato del dopo dissesto”.

“Perché, nella maggior parte dei casi – spiega ancora l’assessore – le problematiche legate agli enti locali non sono legate al dissesto ma alle fasi successive. Noi abbiamo dimostrato, come ha fatto l’amministrazione precedente, di riuscire a operare correttamente, escludendo i debiti della massa passiva, raggiungendo la parità di bilancio e non facendo ricorso alle anticipazioni di tesoreria. Il che significa che, con poche risorse, siamo riusciti a gestire il nostro bilancio.

Ma se dovesse permanere, e dunque ritornare nel bilancio, un debito importante, questo potrebbe creare qualche scompenso”.

Insomma, se Banca Sistema non dovesse accettare, basterebbe questo debito a mettere il Comune in difficoltà. “Le cose stanno così e di questo sono tutti a conoscenza. L’incertezza è oggettiva perché i dati che abbiamo sono solo questi, non ne abbiamo certi e quelli definiti e li avremo soltanto quando la commissione ci darà la relazione definitiva”.

“Nessun pericolo”

Secondo Marletta, comunque, il rischio che il Comune dissesti nuovamente non ci sarebbe. “Ritengo di no – conferma – ma soprattutto è la corte dei Conti a ritenere che i comuni non debbano tornare ad avere un nuovo dissesto e per questo sono previste dalle norme del Testo unico sugli enti locali che prevedono ulteriori percorsi per agevolare gli enti che escono dal dissesto”.

Nel Dup, il documento di programmazione del Comune per i prossimi tre anni che il Consiglio comunale dovrà approvare entro dicembre, è inserita la previsione attuale dell’ente, “cioè – dice ancora l’assessore – che al dicembre al 2023 è stato raggiunto l’equilibrio e quindi ha completato il quinquennio per la stabilizzazione del bilancio. Tuttavia, ancora formalmente non siamo usciti dal dissesto”. Un Dup prudente, insiste Marletta, all’interno del quale vengono mantenute le stesse prescrizioni del passato.

La Partecipate

Capitolo a parte, le società Partecipate, altra spinosa delega di Giuseppe Marletta. In attesa della definizione della governance e non solo della Sie spa, come raccontato da LiveSicilia, resta sospesa la delibera sulla costituzione di un’unica Holding con divisioni tra multiservice, public utilities e la società che si occupa di mobilità, già costituita nell’Amts.

“Come detto – aggiunge – nella delibera è prevista anche la fusione tra Catania Rete Gas e Sidra, di cui io sostengo l’opportunità e la correttezza. Tuttavia, alla luce delle osservazioni anche corrette e condivisibili di alcuni consiglieri, nonché di alcuni ragionamenti della stessa amministrazione, abbiamo deciso di verificare cosa comporterà la gestione del servizio idrico da parte di Sie e capire se questa fusione può essere stoppata. Fermo restando che la costituzione della Holding è un lavoro che va fatto a prescindere, e su questo stiamo lavorando”.

I partiti

Quanto agli appetiti dei partiti sui ruoli di sottogoverno ancora da ridistribuire – altro elemento che terrebbe la delibera in standby – Marletta non si espone. “Fortunatamente – dice – i partiti non tirano a me la giacca, ma forse la tirano a qualcun altro. Non vi è dubbio che all’interno dei gruppi che compongono la maggioranza ci sono delle legittime aspettative per poter partecipare e contribuire anche all’azione delle società partecipate – aggiunge da buon democristiano l’assessore. In ogni caso – conclude – ritengo che il sindaco e l’amministrazione saranno pronti, nel giro di delle prossime settimane massimo di un mese, a poter dare nuove governance a tutte le società partecipate”.


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