Catania, turismo e spazzatura: "Situazione insostenibile"

Catania, turismo e spazzatura: “Situazione insostenibile” VIDEO E FOTO

La dura presa di posizione di chi lavora nel turismo.
L'EMERGENZA
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CATANIA. Una città dove i siti culturali regionali sono chiusi, parzialmente aperti, visitabili solo per mezza giornata, dove la proposta culturale risulta essere quasi inesistente e la spazzatura diventa, di giorno in giorno, uno dei problemi principali per il turismo.

Il messaggio per i turisti stranieri

“For all visiting Sicily and especially Catania in the next weeks. I am very sorry to say this but currently the situation regarding the garbage in Catania is very bad. It used to be bad in the past from time to time but never as bad as it is now. Somehow the town management tries to make it look like they are working to make it better and it may indeed become better in 2-3 months, but they don’t really have a good record of efficient problem solving in the past and clean…” (continua).
Questo è uno delle centinaia di messaggi che stanno, in queste ultime settimane, invadendo i canali social dedicati al “travelling and living” (viaggiare e vivere). Tradotto in italiano il messaggio recita: “Per tutti coloro che visitano la Sicilia e specialmente Catania nelle prossime settimane sono molto spiacente di comunicare che la situazione attuale riguardante la spazzatura è veramente, veramente seria… l’amministrazione sta cercando di lavorare per far si che la città sembri un po’ più pulita, ma questo necessiterà di almeno due o tre mesi e non sanno se riusciranno a rientrare in una esigenza media…”.

Nella zona del Porto
In pieno Centro storico
Nelle adiacenze di Corso Italia

“Invasi dalla spazzatura”

Insomma una situazione, quella attuale, che coinvolge in pieno l’intero settore turistico e il suo indotto non indifferente. “Una città invasa dalla spazzatura, i siti culturali regionali chiusi del tutto o in parte”. È questa la situazione, oggi, fotografata dal presidente delle guide turistiche etnee Giusy Belfiore “il teatro romano (via Vittorio Emanuele) è parzialmente accessibile per una infiltrazione d’acqua risalente al mese di ottobre scorso, ma nessuno ha pensato di ridurre, quantomeno, il biglietto d’ingresso”. Nessun cartello, nessuna indicazione, nessun “ci scusiamo per l’inconveniente”, nulla. Il turista entra e non può accedere agli ambulacri, unici in Italia, e ai loro spazi. Paga il biglietto ed esce. “Il numero di visitatori diminuisce vertiginosamente di giorno in giorno – continua Belfiore – l’anfiteatro (piazza Stesicoro) chiuso per restauro, siamo contentissimi e, di questo, ce ne facciamo una ragione. Ma non per il teatro Greco con gli ambulacri chiusi senza sapere nulla sui tempi di riapertura”.

Alle spalle di piazza Santa Maria di Gesù

Le celebrazioni verghiane

Altro caso eclatante Casa Verga. “A maggio Casa Verga, mese del centenario, è stata aperta mezza giornata e solo di mattina, il turista arriva a Catania per Verga e… Casa Verga aperta solo di mattina, carenza di personale, dicono”. Una terra, la Sicilia, che con il turismo dovrebbe “vivere da sola” recitano in tanti. Senza parlare delle Terme della Rotonda e di quelle dell’Indirizzo chiuse, mancanza di personale, ripetono. “Non si può pensare che uno dei Parchi Archeologici più grandi d’Italia sia abbandonato a se stesso – continua Belfiore – e per quanto riguarda l’offerta culturale Comunale, non abbiamo avuto il piacere di conoscere il nuovo Assessore, ma non c’è molto”. In effetti c’è una mostra al Palazzo della Cultura a ingresso gratuito con la possibilità di acquistare i quadri esposti, già. Parliamo di uno dei pezzi più importanti della collezione Biscari? La testa dell’Efebo. “La testa dell’Efebo da Lentini, il pezzo forte del Castello Ursino – precisa Giusy Belfiore – va a Siracusa. È stato ricomposto, anastilosi, con il corpo di un altro “Efebo” e torna in esposizione temporanea a Catania, fino a ottobre, poi andrà per sempre a Siracusa”. L’Efebo tornerà, per sempre, a Siracusa anche perché, nonostante la collezione infinita di reperti archeologici della collezione Biscari, il capoluogo etneo non ha un museo archeologico”.

Nei pressi di via San Giuliano

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