Il pentito consegna il libro mastro| "Ecco i nomi di chi paga il pizzo" - Live Sicilia

Il pentito consegna il libro mastro| “Ecco i nomi di chi paga il pizzo”

Francesco Chiarello, sullo sfondo la piazza del Borgo Vecchio di Palermo

Al blitz Panta Rei ha contribuito Francesco Chiarello. Ecco i nomi dei taglieggiati nei verbali.

Palermo - Mafia
di
5 min di lettura

PALERMO – Giugno 2015. Località protetta. Francesco Chiarello è stato convocato dal pubblico ministero Caterina Malagoli e dal comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Palermo, Dario Ferrara.

Il pentito del clan di Porta nuova, l’uomo che conosceva il libro mastro del racket si presenta con quattro fogli scritti a mano. La lista di chi paga è passata dalle sue mani, e Chiarello ha stampato in mente noni e cifre. Tutti i nomi sono stati pubblicati dal mensile “S” CLICCA QUI. Come se fosse un ragioniere. C’è chi paga due volte l’anno, a Pasqua e Natale. E chi, invece, si piega a Cosa nostra mensilmente. I giorni per la riscossione sono stabiliti: 1, 5, 10 e 20 di ogni mese. Gli appunti sono dettagliatissimi: accanto al nome di ogni commerciante e alla cifra da pagare viene indicato anche il picciotto alle cui mani il negoziante dovrà affidare il denaro.

Dopo quattro anni di carcere – gliene restavano da scontare altri nove – Chiarello ha deciso di pentirsi. Fu arrestato nel luglio 2011 assieme ad altre nove persone. In cima alla lista c’era Luigi Abbate, soprannominato Gino u mitra, per la sua dimestichezza con le armi, storico boss della Kalsa, su cui, però, ad un certo punto si addensarono delle ombre per la mala gestione della cassa. Fu proprio Chiarello a sospettare di lui e a ricevere mandato di avviare un’indagine interna per capire se davvero fossero spariti soldi. Un lavoro delicato che andava fatto con discrezione.

Dunque, a Porta Nuova, mandamento che ingloba anche la famiglia del Borgo, si fidavano del rampante uomo del racket. Aveva dimostrato fermezza e affidabilità quando, con uno stipendio di 650 euro al mese, andava in giro a chiedere il pizzo a tappeto. Fu Monica Vitale, altra pentita del clan, a dire che, dopo l’arresto del capomafia di Borgo Vecchio, Antonino Abbate, era stato un altro Abbate, Gino, a contattarla perché su mandato di Tommaso Di Giovanni, reggente del mandamento di Porta Nuova, doveva recuperare il libro mastro gestito da Chiarello. Il neo pentito si era accorto che alcune cifre annotate non corrispondevano a quanto versato dai commercianti. E i sospetti caddero su Gino u mitra. Chiarello ne parlò con Di Giovanni. Risultato: Abbate fu messo da parte e il libro mastro consegnato a Gaspare Parisi, compagno della Vitale. Ecco perché la donna era a conoscenza di quanto accaduto.

Dal giorno in cui ha consegnato gli elenchi del pizzo è iniziato il lavoro dei carabinieri che hanno convocato uno alla volta tutti i commercianti. Ci sono due notizie: quella buona è che una ventina di loro, messi con le spalle al muro, hanno confermato di avere pagato; quella brutta è che più di trenta hanno negato l’evidenza. Alcuni hanno tirato fuori scuse improponibili pur di non ammettere. Il rischio di finire incriminati per favoreggiamento non li spaventa.

“Sono a conoscenza di numerose estorsioni perpetrate dalla famiglia di Borgo Vecchio – comincia così il verbale di Chiarello -. Nel luglio del 2009 sono stato incaricato da Tonino Abbate, capo famiglia, di affiancare Salvatore Ingrassia per le estorsioni ai commercianti. Ingrassia deteneva il libro mastro. È durato fino a giugno 2010 quando le estorsioni sono continuate sotto la direzione di Gino Abbate fino al dicembre 2011. Dal gennaio 2011 – prosegue – ho fatto le estorsioni per conto di Gaspare Parisi che è subentrato ad Abbate quale capofamiglia del Borgo Vecchio”.

Poi, entra nel vivo della macchina del pizzo: “Il giorno uno di ogni mese come stabilito nel libro mastro, effettuavamo le estorsioni ai seguenti esercizi commerciali: Bar Di Stefano, nella piazza del Borgo (1500 euro) pagava prima a Ingrassia, poi a me e a Buccheri fino al luglio 2011; Bar e centro scommesse di Battista Madonia (200 euro al mese), pagava a Ingrassia. Dopo l’arresto il denaro veniva prelevato da me, Nunzio la Torre e Buccheri; Salumeria Genova (200 euro), a me e a La Torre; Centro scommesse via Archimede (200 euro al mese), versava a La Torre; Toti Macchinette (1750 euro al mese), è un fornitore di video poker che dal 2009 al 2010 pagava direttamente a Tonino Abbate. Dal 2010 al 2011 pagava a me e qualche volta a Buccheri; Lo Bello colori via Principe di Scordia (500 euro ogni due mesi), pagava a me e Ingrassia; Panificio Davì (200 euro al mese), pagava a me o a Vullo; Fratelli Sicilia (oreficeria)”.

Poi Chiarello passa ai commercianti che pagavano il giorno 10 di ogni mese: “Polleria Alfredo (300 euro al mese), pagava a me, a Vullo e a La Torre; Bosch batteria (200 euro al mese), a Ingrassia, a me e a La Torre; Bar Santa Lucia (300 euro), pagava tramite Natale Abbate 300 euro a Gabriele Buccheri”.

L’elenco prosegue con i commercianti che pagavano il giorno 20 di ogni mese: “Panificio Pollicino di via Ugo Bassi (200 euro al mese), fino a giugno 2010 pagava a Ingrassia, dopo fino al luglio 2011 pagava a me; Pub Felix (300 euro al mese), il titolare pagava ad Abbate Antonino e ad Ingrassia: dopo fino a luglio 2011 pagava a me, La Torre e Buccheri; Aprilia Motori (200 euro al mese), pagava a me, La Torre e Vullo; Pompe Funebri di Totò Vinciguerra (500 euro al mese). Il titolare non voleva pagare e Ingrassia e Tonino Siracusa gli hanno bruciato i locali. Quando sono subentrato io, poiché era amico di Gino Abbate, versava 500 ero tramite Pecoraro Maurizio a me”.

Infine, c’è la fetta più grossa di coloro che pagavano la tassa di Cosa nostra nei tradizionali appuntamenti di Natale e Pasqua: “Fioraio di fronte il Felix (300 euro); Bar Bristol (2500 euro), Mensa del popolo (500 euro a Pasqua e Natale), Compro oro di Daniele Cinà, Compro oro del padre di Daniele (500 euro), Compro Oro di fronte Daniele Cinà; Gioielleria di Raffaele Favaloro, della madre e del cugino, (500 euro a Pasqua e Natale), Posada Pizzeria, Calafiore Pompe Funebri (500 euro) tramite Michele Cordaro; Natale frutta, di fronte la polleria Alfredo (300 euro), Scuola guida Daniela (500 euro), Gioielleria accanto alla Pasticceria Macrì (500 euro)”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI