PALERMO- Il primario di chirurgia vascolare dell’ospedale Civico di Palermo Sebastiano Bosio venne assassinato dalla mafia il 6 novembre del 1981a Palermo perchè “era uno sbirro dalla denuncia facile”. Queste le parole di Massimo Ciancimino che ha deposto, come teste davanti la seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo, al processo per l’omicidio del chiururgo riaperto nel 2006. Ciancimino, rispondendo alle domande del Pm Lia Sava, racconta di aver saputo dal padre che a sparare fu il boss Nino Madonia. Il “dottore”, così come era soprannominato nell’ambiente è l’unico imputato nel processo Bosio, questa mattina era collegato in videoconferenza direttamente dal carcere Opera di Milano dove è attualmente detenuto.
“Mio padre mi disse di aver saputo dal grande amico Bernardo Provenzano – conosciuto in famiglia come ingernere Lo Verde e assiduo frequentatore di casa Ciancimino sino al 2002 – che a uccidere Sebastiano Bosio nel 1981 era stato Nino Madonia, lo stesso che uccise Libero Grassi”. “La conferma – aggiunge Cincimino jr- arrivò anche da Giacomo Giuseppe Gambino, persona che mio padre stimava moltissimo”. Don Vito Ciancimino, così come racconta il figlio Massimo durante la deposizione, era grande amico sia di Provenzano che di Gambino con i quali si incontravano assiduamente sia a casa dell’ex sindaco di Palermo, sia in luoghi più protetti.
“Fui io stesso– continua Ciancimino- a chiedere spiegazioni sull’omicidio a mio padre, perchè non riuscivo a capire certe dinamiche e scelte interne al sistema di Cosa Nostra. Bosio era una brava persona”. Le discussioni tra Ciancimino senior e junior, risalirebbero al perido 1999-2000. “Mio padre mi disse che Bosio venne ucciso perchè c’erano stati dei contrasti all’ospedale Civico, nel quale Bosio lavorava”. Secondo il racconto di Massimo Ciancimino ai tempi Gambino si sarebbe lamentato con Vito Ciancimino perchè Bosio non si sarebbe voluto prestare a qualche richiesta avanzata dai Madonia. ” Quindi – contina Ciancimino – entrò in contrasto con loro, e per questo venne ammazzato”.
Sempre nel corso dell’interrogatorio Ciancimino ha raccontato che secondo il padre Vito, Sebastiano Bosio ” era una persona con la quale non si poteva discutere, definendolo un rompipalle insieme a Libero Grassi”. Poi rispondendo allle domande della parte civile, rappresentata dall’avvocato Roberto Avellone per la famiglia Bosio, e dall’avvocato Mauro Torti per l’ordine dei medici, Massimo Ciancimino ha confermato del presunto incontro avvenuto tra Nino Madonia, Giuseppe Giacomo Gambino e Bernardo Provenzano. Alla fine Ciancimino si scalda un po’ in aula quando la parola passa all’avvocato difensore Marco Clementi. Massimo Ciancimino si indispettisce quando il difesore di Nino Madonia chiede da quanto tempo collabori con la giustizia. ” Io non ho mai collaborato con i magistrati, ho solo risposto alle loro domande. Purtroppo viviamo all’interno di una cultura omertosa dove rispondere alle domande equivale a collaborare”.
Dopo al deposizione di Ciancimino è la volta dele dichiarazioni spontanee dell’unico imputato del processo Nino Madonia, in collegamento dal carcere milanese. “Non capisco come Massimo Ciancimino possa avere detto che sono stato io a uccidere Libero Grassi. Sono detenuto da 1989, se non mi ricordo male Grassi e stato ucciso nel 1991”. Lo stesso Madonia ha poi richiesto alla Corte di essere ascoltato nellla prossima udienza. Intanto le dichiarazioni di Massimo Ciancimino verranno acquisite al fine di valutarne l’attendibilità.