Clan Laudani, arresti e condanne: vuoti negli assetti operativi - Live Sicilia

Clan Laudani, arresti e condanne: vuoti negli assetti operativi

La cosca perde ancora pezzi. In pochi giorni sono arrivati tre ordini di carcerazione per tre esponenti storici: effetto di sentenze diventate definitive.

CATANIA – La condanna diventa definitiva per tre esponenti del clan Laudani di Catania. Per la precisione uno fa parte della cosca adranita degli Scalisi, storica alleata dei “Mussi i ficurinia”.

La Procura Generale di Catania ha emesso due ordini di carcerazione per due imputati del maxi processo Viceré – stralcio abbreviato – che è frutto di una imponente inchiesta che nel 2016 ha portato all’arresto di oltre 100 indagati inseriti o in qualche modo legati al clan mafioso. Il secondo capitolo giudiziario – cioè il verdetto d’appello – è arrivato lo scorso anno all’epilogo, con una serie di ‘riforme’ di pena e di riduzioni di condanna grazie al riconoscimento delle cosiddette attenuanti generiche. Un dato che ha portato alcuni imputati a non intraprendere la strada del ricorso per Cassazione dopo il deposito delle motivazioni della sentenza.

Una scelta che ha reso definitiva e dunque esecutiva la pena (residua). E così i carabinieri la scorsa settimana hanno eseguito i provvedimenti nei confronti di Santo Giuseppe Gerbino, 42 anni di San Giovanni La Punta che dovrà espiare 2 anni e 6 mesi. E poi Franco Guglielmino, 45enne di Catania, che dovrà espiare quasi 3 anni di reclusione.

Un dato tecnico-giuridico che comunque potrebbe avere delle ripercussioni sugli assetti del clan visto che i due erano a piede libero. I due ordini di esecuzione dunque potrebbero aver creato nuovi vuoti all’interno della cosca già fortemente azzoppata. I Laudani sono stati colpiti ultimamente dall’inchiesta del Gico della Finanza Report che ha portato in carcere quello che è stato individuato come il nuovo vertice che avrebbe fatto riferimento al boss acese Orazio Scuto, u vitraru. 

Nessun contraccolpo invece per gli Scalisi di Adrano, in quanto Carmelo Scafidi era già in carcere perchè coinvolto nel recente blitz Triade della polizia. Il provvedimento è scaturito infatti perché è diventata definitiva la sentenza d’appello del processo frutto dell’inchiesta Illegal Duty, che aveva fatto luce sul controllo illecito di alcune attività economiche. Alcuni commercianti per poter operare ad Adrano avrebbero dovuto pagare una sorta di “dazio” al clan, da qui il nome dell’operazione. Il boss dovrà espiare un residuo pena poco più alto di un anno di reclusione. 

Blitz dopo blitz, arresti dopo arresti i Laudani perdono a livello operativo i riferimenti storici. E il rischio  – come si evince anche da diverse intercettazioni di recenti inchieste – è che si facciano spazio le nuove leve non sempre ‘ben viste’ dai vecchi “Mussi”


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