Colpo di scena, revocata la condanna di Diego Cammarata

Colpo di scena, revocata la condanna di Diego Cammarata

I giudici di Caltanissetta accolgono l'istanza di revisione nella vicenda dello skipper

PALERMO – La Corte di Appello di Caltanissetta accoglie la revisione e revoca la condanna definitiva di Diego Cammarata. Il processo è quello relativo al dipendente comunale e skipper impiegato sulla barca dell’ex sindaco. Un vero e proprio colpo di scena quello che si registra nelle aule di giustizia nissene.

Passa la linea di Cammarata

Passa la linea difensiva degli avvocati Fabrizio Lanzarone e Giovanni Rizzuti che sono riusciti a portare nuove prove che hanno minato la ricostruzione resa definitiva dalla Cassazione.

L’avvocato Fabrizio Lanzarone

Cammarata era stato condannato a 2 anni, pena sospesa, per truffa con sentenza passata in giudicato. Un anno e tre mesi era stata la pena a Franco Alioto, l’ex dipendente della Gesip che si occupava dell’imbarcazione. Tra le assenze contestate a quest’ultimo non c’erano solo quelle nei giorni in cui risultava fosse in barca.

Tutto inizia nel 2009

La vicenda dello skipper saltò fuori nel settembre 2009 in un servizio di Striscia la notizia. Il tg satirico scoprì che i figli di Cammarata erano proprietari di una barca ormeggiata nel porticciolo dell’Acquasanta. A gestire l’imbarcazione era Alioto che di mestiere faceva l’operaio della società partecipata del Comune. Per stare a bordo si assentava dal posto di lavoro. Almeno così era stato stabilito. Cammarata e Alioto finirono sotto processo.

L’avvocato Giovanni Rizzuti

Alioto, impiegato nella sede di Casa Natura, all’interno del parco della Favorita, era stato filmato mentre prendeva accordi con i clienti interessati al noleggio della barca.

Le nuove prove

E siamo alle prove nuove, necessarie per ottenere una revisione. Gli avvocati Lanzarone e Rizzuti hanno dimostrato, carte alla mano, che quando Alioto gestiva la barca era in ferie oppure in permesso dalla società partecipata dal Comune di Palermo.
Non rispondeva al vero neppure l’ipotesi che il suo lavoro da skipper fosse a tempo pieno, ma lo faceva solo ed esclusivamente nelle ore in cui era libero.

Per dimostrarlo i legali di Cammarata si sono affidati ad alcuni esperti che hanno studiato il contratto di lavoro di Alioto nei minimi dettagli, il testo unico del lavoro, i fogli di presenza anche attraverso una perizia informatica, per portare delle nuove prove che hanno convinto il collegio presieduto da Pasqua Seminara a revocare la condanna con il relativo risarcimento dei danni, dichiarando il proscioglimento di Cammarata per non aver commesso il fatto.

Tra le prove nuove anche la testimonianza dell’assicuratore Arturo Filippone, il cui verbale di dichiarazioni non era finito negli atti del processo. Fu di nuovo convocato nel corso delle indagini difensive successive alla condanna. Filippone, che aveva noleggiato la barca, disse che Cammarata si informava sempre dei turni di lavoro di Alioto affinché fosse certo che potesse salire a bordo. Circostanza poi confermata da altri testimoni.

La revisione è un’impugnazione straordinaria e i casi di accoglimento sono molto rari. “Abbiamo smontato quello da noi definito uno sposalizio-mistico tra la barca e il signor Alioto. Si dava per scontato che Alioto, infatti, fosse un tutt’uno con la barca – spiega l’avvocato Fabrizio Lanzarone -. Ed invece quando l’imbarcazione era noleggiata e c’era lui come skipper lo stesso era in ferie o in permesso dunque non arrecava alcun danno ingiusto a Gesip”.

Altra cosa restano le altre assenze ingiustificate di Alioto (per le quali è stato condannato con sentenza definitiva) che non erano al centro della revisione che riguardava il solo Cammarata.

Miccichè: “Era chiaro che Diego fosse stato tratto in inganno”

“Finalmente la sentenza che assolve Diego Cammarata fa chiarezza dopo tante mistificazioni”. Così il coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, in merito all’assoluzione dell’ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata, imputato di truffa per la vicenda dello skipper. “Era chiaro fin dall’inizio come Diego fosse stato tratto in inganno e fosse estraneo alle assenze dell’operaio del Comune dal posto di lavoro. Nessuno potrà restituirgli la serenità perduta in questi anni, trascorsi prima a difendersi da un’accusa ingiusta e poi a patire una condanna ingiustificabile”, conclude Miccichè.

Milazzo: “Il trionfo della Giustizia”

“La Giustizia ha trionfato. Con l’assoluzione dell’ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata, la magistratura ha fatto il suo corso. Di certo, non è stato facile per lui e la sua famiglia attendere che la vertenza potesse concludersi con tali risvolti. Non la voglio commentare perché non spetta a me entrare nel merito – dichiara l’eurodeputato Giuseppe Milazzo -. Voglio, però, sottolineare che si tratta della migliore risposta a colori i quali in politica hanno, in questi anni, minato la sua onorabilità, denigrando quanto di buono ha fatto Diego Cammarata per Palermo. A lui – ha concluso Milazzo – la mia incondizionata stima e amicizia, le quali sono sempre rimaste immutate”.


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