Comunali tra negozi e slot machine| Vita da "furbetti del cartellino" - Live Sicilia

Comunali tra negozi e slot machine| Vita da “furbetti del cartellino”

Uno dei dipendenti comunali alle slot machine

Le telecamere hanno immortalato i dipendenti durante i turni di lavoro. Venti gli indagati in tutto

L'inchiesta a Cefalà Diana
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PALERMO – Un esposto anonimo, poi le indagini dei carabinieri che grazie al monitoraggio costante e alle telecamere hanno immortalato i loro movimenti. Così sono stati individuati i dipendenti e gli operai assenteisti del Comune di Cefalà Diana, la quale inchiesta riguarda in tutto venti persone. Cinque quelle raggiunte dalle misure cautelari, tra cui i tre lavoratori del Coinres, il consorzio che si occupa della raccolta dei rifiuti nel piccolo centro.

I “furbetti del cartellino” segnavano la loro presenza al lavoro alle 7,45 e l’uscita alle 14,10, ma in realtà non si trovavano in ufficio: in alcuni casi tornavano a casa, svolgevano commissioni, facevano la spesa o si recavano nella casa di campagna per occuparsi dei propri animali.I carabinieri della stazione di Villafrati che li hanno seguiti, rintracciati tramite Gps e filmati per un mese, accertando che l’attività lavorativa, in realtà, iniziava anche dopo un’ora dall’orario ufficiale e terminava in anticipo: l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è scattato, nel dettaglio, per  Onofrio Trentacoste, operatore ecologico addetto allo spazzamento, Pietro Barbaria, anche lui operatore ecologico, Riccardo Alongi, 51 anni, capo squadra autista, Antonino Nuccio, autista e custode del cimitero comunale e Giovanni Nuccio, operaio full time del Comune.

Quest’ultimo, come emerge dall’ordinanza firmata dal gip di Termini Imerese, Claudio Benvicinni, si sarebbe recato più volte in un bar per giocare alle slot machine. In particolare, nonostante timbrasse il cartellino alle 7,45, si sarebbe spesso allontanato per più di un’ora, tornando a casa per andare a prendere la compagna o addirittura per recarsi con la donna al centro commerciale “Max Villaggio”, dal quale sarebbe poi andato via per dirigersi nella sua casa di campagna e non in ufficio.

Nel giro di un mese, ovvero il periodo di osservazione degli investigatori “Nuccio non ha espletato di fatto 36 ore e quaranta minuti di lavoro – si legge nell’ordinanza – arrecando un danno patrimoniale di entità rilevante alla Pubblica Amministrazione”. Antonino Nuccio, invece, timbrava il cartellino, ma poi si sarebbe recato a prendere i suoi figli a scuola: la sua Multipla è stata individuata nei pressi dell’istituto e della sua abitazione nonostante l’uomo risultasse regolarmente al lavoro: nel suo caso le ore di lavoro non espletate sono quattro in ventotto giorni.

Anche i tre dipendenti del Coinres timbravano il badge poco prima delle 8 e confermavano il fine servizio intorno alle 14,10, ma nel corso della mattinata, Trentacoste, Alongi e Barbaria si sarebbero allontanati frequentemente. Come le indagini hanno accertato, gli operai finivano di lavorare anche poco prima di mezzogiorno senza dichiararlo, oppure si recavano a casa “per svolgere attività di natura privata – scrive il gip – facendo risultare di aver prestato il proprio servizio fino al termine di lavoro contrattualmente stabilito”. 

A giugno a finire nella bufera era stato il Comune di Misilmeri, un altro piccolo centro alle porte di Palermo. Cinque i dipendenti che in seguito all’inchiesta per assenteismo sono stati sospesi.


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