"Contagi in Sicilia? Niente allarmi" | I medici e il virus-killer cinese - Live Sicilia

“Contagi in Sicilia? Niente allarmi” | I medici e il virus-killer cinese

Parlano i primari di Villa Sofia e del Civico, con il dirigente medico dell'Asp. L'invito è alla cautela.

PALERMO-  La Cina è lontana, ma mette un po’ di paura. “Il nuovo virus? Parliamo della vecchia influenza…”. Aurelio Puleo, uomo di spirito, primario dei pronto soccorso di Villa Sofia e del Cervello, se la cava con una battuta. Le corsie sono piene. Il picco influenzale è vicinissimo. Il 118 è in difficoltà per le chiamate che si susseguono senza posa.

Sul nuovo e celebre virus, dottore Puleo, sull’ipotesi (attualmente più che remota) che sbarchi in Italia e perfino da noi, in Sicilia, che pensa? “Che non dobbiamo esagerare con gli allarmismi e che, in questo momento, non vedo una emergenza in atto, anche se ho appreso, leggendo, che può trasmettersi da uomo a uomo. Dobbiamo monitorare, evitare di andare nei luoghi del focolaio e fare un po’ di attenzione, per scongiurare rischi”. E le cose al pronto soccorso come vanno? Dalla trincea rispondono: “Siamo in regime di sovraffollamento severo”. Ma non c’è nessuna sottolineatura apprensiva del timbro della voce. Come dire: è normale, con le poche risorse che abbiamo, che scenario vorreste?

Massimo Geraci, pure lui comandante sempre operativo, primario del pronto soccorso del Civico, se la passa un po’ meglio: “Registriamo un lieve incremento di affezioni respiratorie, nella media stagionale. Sul virus cinese posso basarmi su quello che ho letto: niente allarmi ingiustificati. E’ logico tenere gli occhi aperti, ma non più di questo. Credo che pure la presente situazione rientrerà come le altre che l’hanno preceduta”.

Certo, le notizie che giungono dalla Cina, a una rapida lettura, non sono proprio piacevoli, né confortanti. Il contagio si espande, le vittime aumentano, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha convocato un comitato che ha la natura dell’urgenza. E, man mano che scorrono le ore, si alza il livello della preoccupazione.

Tanto per citare un’agenzia Ansa del pomeriggio: “Ci sono nuovi 77 casi in Cina di persone contagiate dal nuovo virus che ha già causato sei morti, portando a 291 il totale. Lo riferiscono le autorità sanitarie cinesi. E mentre il timore per l’espansione del morbo verso altri Paesi contagia i listini europei, con una seduta in calo, arriva la notizia che in Cina sarebbero stati colpiti anche 14 operatori sanitari. Fatto questo che preoccupa molto, spiegano gli esperti, per il rischio che si possano determinare epidemie negli ospedali, come già si verificò nel 2002-2003 per la Sars”.

“Siamo consapevoli del problema – dice Roberto Garofalo, dirigente medico dell’Asp e penna prestata a LiveSicilia.it –. Ho fiducia nei nostri sistemi di sorveglianza aeroportuale. Il mondo dei virus per alcuni aspetti è misterioso, per altri no. Ci vuole un livello di attenzione forte, senza gridare al lupo, né creare psicosi”. 

Anche perché la sanità siciliana sa collocarsi in codice rosso da sola: lo fa benissimo e non ha bisogno di ulteriori cataclismi che approfondiscano il suo drammatico bollettino quotidiano.


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