Conte e la 'normalità lontana' | Renzi: "Uno scandalo" - Live Sicilia

Conte e la ‘normalità lontana’ | Renzi: “Uno scandalo”

Il premier tenta di stemperare i toni. Ma le polemiche non mancano, anche all'interno del governo.

Coronavirus
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Non è facile chiamarsi Giuseppe Conte ed essere il premier di un Paese che sta passando il guardo del Coronavirus, fino alla famosa ‘Fase due’. Il presidente del Consiglio ieri è stato in visita nella Lombardia flagellata da Covid, a Milano, Bergamo e Brescia. E ha tentato di mettere in sordina le polemiche dopo la conferenza stampa di domenica sera.

Stamattina, poi, un colloquio con ‘La Stampa’: “Tornassi indietro rifarei tutto uguale. Non sono pentito. Ho una grande responsabilità nei confronti del Paese. Non posso permettermi di seguire i sentimenti dell’opinione pubblica che pure comprendo nelle proprie emozioni. La curva del contagio va controllata in tutti i modi. Ecco perché – ha aggiunto – sono convintissimo che sia meglio procedere sulla base di un piano ben organizzato per minimizzare al massimo il rischio di una ricaduta che sarebbe fatale”.

Concetti sovrapponibili a quelli espressi nella visita lombarda: “Tutti speravano di tornare presto alla normalità ma non ci sono le condizioni per tornare alla normalità, ce lo dobbiamo dire in modo chiaro e forte. Dispiace molto perché questo governo rispetta tutti i principi costituzionali. Dispiace di creare un comprensibile rammarico della Cei. Ci siamo anche sentiti con il presidente Bassetti, non c’è un atteggiamento materialista da parte del governo, nessuna mancanza di sensibilità. C’è sì, una certa rigidità del Cts anche sulla base della letteratura scientifica che loro hanno a disposizione sui contagi”. 

“Stiamo facendo tanti sacrifici, non è questo il momento di mollare, di un liberi tutti. Questo governo – ha aggiunto – non cerca consenso, vuole fare le cose giuste anche se ciò potrebbe scontentare i cittadini”.

L’ira di Renzi

L’ultimo dpcm è “uno scandalo costituzionale”. Così il leader di Iv, Matteo Renzi in una intervista a Repubblica. “Non possiamo – dice il leader di Iv – calpestare i diritti costituzionali. Trasformiamolo in un decreto e portiamolo in Parlamento. E’ un errore politico, economico e costituzionale. Politico perché delega al comitato tecnico scientifico una scelta politica: contemperare i rischi”.


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