PALERMO – Condanna revocata. “Bruno Contrada da oggi è un cittadino incensurato che si libera di infamanti e ingiuste accuse”, dice l’avvocato Stefano Giordano, legale dell’ex poliziotto.
La Corte di Cassazione ha revocato la condanna a 10 anni inflitta all’ex n. 2 del Sisde, accusato di concorso in associazione mafiosa. I supremi giudici hanno accolto il ricorso del legale che aveva impugnato il provvedimento con cui la Corte d’appello di Palermo aveva dichiarato inammissibile la sua richiesta di incidente di esecuzione. La Cassazione ha così dichiarato “ineseguibile e improduttiva di effetti penali la sentenza di condanna”.
Contrada, per anni poliziotto in prima linea contro la mafia a Palermo, venne arrestato con l’accusa di concorso in associazione mafiosa il 24 dicembre del 1992. In primo grado fu condannato a 10 anni, ma la sentenza fu ribaltata in appello e il funzionario venne assolto. L’ennesimo colpo di scena ci fu in Cassazione, quando l’assoluzione fu annullata con rinvio e il processo tornò alla corte d’appello di Palermo che, il 25 febbraio del 2006, confermò la condanna a 10 anni. La sentenza divenne definitiva nel 2007. Bruno Contrada, che aveva subito una lunga custodia cautelare in carcere, tornò in cella.
Il funzionario, tra il carcere e i domiciliari per motivi di salute, ha scontato tutta la pena. Due anni fa, però, la Corte Europea dei diritti dell’Uomo condannò l’Italia a risarcire il poliziotto, nel frattempo sospeso anche dalla pensione, ritenendo che Contrada non dovesse essere né processato né condannato perché all’epoca dei fatti a lui contestati (1979-1988) il reato di concorso in associazione mafiosa, non “era sufficientemente chiaro”.
I giudici di Strasburgo gli diedero ragione, affermando che i Tribunali nazionali, nel condannarlo, non hanno rispettato i principi di “non retroattività e di prevedibilità della legge penale”. A quel punto l’ex legale del funzionario tentò, invano, la strada della revisione che venne “bocciata” dalla corte d’appello di Catania. L’ultimo tentativo, quello dell’incidente di esecuzione, è stato fatto dall’avvocato Giordano che ha chiesto alla corte d’appello di Palermo, l’anno scorso, di revocare la condanna. La corte dichiarò inammissibile il ricorso. Oggi la Cassazione gli ha dato ragione.
“Finalmente giustizia è fatta. La corte di Cassazione, in maniera coraggiosa e libera, ha dato esecuzione alla sentenza della corte europea dei diritti dell’uomo eliminando ogni macchia nei confronti di un grande servitore dello Stato”, commenta Giordano. E adesso si aprono diversi fronti: dalla richiesta di risarcimento danni ai ricorsi per riottenere i gradi tolti a Contrada che finora non ha goduto neppure della pensione, all’interdizione dei pubblici uffici.