Dal Cefpas alle assunzioni nel 118 | Sanità, il governo "affonda" all'Ars - Live Sicilia

Dal Cefpas alle assunzioni nel 118 | Sanità, il governo “affonda” all’Ars

Esecutivo e maggioranza battuti dal voto segreto o costretti alla "retromarcia" su diversi articoli che riguardano l'assistenza e i medici. Ecco quali.

 

PALERMO – Il Cefpas, le assunzioni al 118, persino le norme sulle cure palliative. Per il governo e la maggioranza, ieri a Sala d’Ercole, sono arrivate una bocciatura dopo l’altra. O in qualche caso, è stata necessaria una retromarcia, la rinuncia. E il tema era sempre quello: la Sanità.

I corsi del Cefpas

La norma sul Cefpas ha creato dibattito fra i deputati. L’articolo in discussione prevedeva diverse cose: intanto, la sottrazione del Cefpas alla vigilanza della Regione, proprio nei giorni in cui lo stesso governo aveva deliberato di organizzare in quell’ente i corsi di formazione per i medici da inviare nei pronto soccorso, come raccontato da LiveSicilia; c’era poi anche una norma che prevedeva l’abolizione dei tetti alle retribuzioni per i dirigenti del Cefpas. E così, tra le proteste delle opposizioni, l’articolo è stato bocciato, grazie al voto segreto. 

Le cure palliative

In tema di assunzione di medici esperti di cure palliative è accaduta la stessa cosa. L’articolo, nato in commissione, ma condiviso dal governo puntava ad acconsentire alle assunzioni di medici a tempo determinato con un’esperienza nel settore di almeno quattro anni, nell’attesa che venissero organizzati adeguati percorsi formativi. Andando ai voti però i numeri non si sono trovati e anche in questo caso, l’opposizione ha battuto la maggioranza 31 a 25.

Alt alle assunzioni nel 118

A colpi di voti contrari e proteste, è così saltato il disegno della maggioranza sulle norme della Sanità. Mentre grazie a Miccichè che ha fatto votare la norma velocemente, nonostante la richiesta di voto segreto avanzato dal capogruppo del Pd Lupo, è passato un articolo sui medici in comando all’assessorato alla Salute, l’opposizione ha costretto il governo ad arretrare anche quando si è esaminato un articolo che riguardava il sistema di emergenza territoriale 118 e che lo stesso presidente dell’Ars ha ammesso “contenere una riforma”.

Il testo prevedeva in effetti numerose norme. Una consentiva l’assunzione nel 118 regionale per coloro i quali avessero maturato un’anzianità di 18 mesi. Un’altra consentiva che questo requisito venisse raggiunto anche avendo prestato attività di lavoro non continuativa in dieci anni non solo in Seus ma anche nell’assistenza territoriale e in altri servizi del sistema sanitario nazionale. Infine un’ultima norma era rivolta a coloro che sono titolari di contratto a tempo determinato presso il 118 e risultino iscritti a un corso d’idoneità all’esercizio dell’emergenza sanitaria territoriale.

Maggioranza assente

E così, tra voti contrari e necessarie marce indietro, governo e maggioranza hanno mostrato ancora una volta in aula la loro debolezza. Eppure, proprio in questo momento, non solo manca un componente della minoranza ma con il passaggio di Luisa Lantieri al gruppo Ora Sicilia, le forze che appoggiano il governatore all’Ars dovrebbero contare 37 deputati contro 32.

“Abbiamo fermato – esulta a margine della seduta il deputato del Pd Anthony Barbagallo – una maggioranza di governo spregiudicata che tentava di mandare i medici neolaureati in ‘trincea’ sostituendo alla scuola di specializzazione in medicina generale, indispensabile per accedere ai posti Pronto soccorso, un corso di formazione Cefpas, da 600 ore. Per l’ennesima volta – ha continuato Barbagallo – il governo dimostra di non avere alcuna capacità organizzativa e inventa una procedura che puntava a sfruttare i giovani neolaureati come manodopera basso costo invece di pensare ad aumentare le borse di studio per le scuole di specializzazione, sbloccando l’imbuto formativo che non consente a migliaia di medici di poter continuare la formazione necessaria a coprire i vuoti d’organico della sanità”.

“Ancora una volta – ha commentato il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo – il governo viene battuto in aula più volte a dimostrazione della grave crisi politica che lo attraversa nonostante sulla carta abbia la maggioranza dei deputati. Il presidente della Regione – ha continuato il dem – continua a sfuggire al dibattito parlamentare piuttosto che chiarire ai siciliani come intende continuare a governare avendo ridotto la Sicilia alla paralisi. Più volte inoltre lo abbiamo sollecitato perché venga a relazionare al parlamento sullo stato d’attuazione del suo governo rimasto lettera morta”.

 


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