Il pizzo dal testimone di nozze| Parla il socio de "Fratelli La Bufala" - Live Sicilia

Il pizzo dal testimone di nozze| Parla il socio de “Fratelli La Bufala”

Prima strinsero rapporti commerciali, poi nacque l'amicizia. Poi nel settembre del 2010, tutta una serie di intimidazioni ai danni della catena che portarono Fabio Sodano, amministratore del marchio a Palermo, a sporgere ben otto denunce per tentata estorsione e danneggiamenti.

PALERMO – Prima entrano in rapporti commerciali, poi fanno amicizia al punto che uno chiede all’altro di fargli da testimone di nozze. Ma l’altro, per tutta risposta gli ha chiesto il pizzo. É la storia narrata oggi di fronte ai giudici
della terza sezione penale da Carlo Russo, socio del ristorante “Fratelli La
Bufala” del centro commerciale Forum di Palermo.*

“Serafino Dolce fu il mio testimone di nozze nel settembre del 2010.
Nonostante avessi scoperto il suo lato oscuro, ormai gli avevo fatto la
proposta un anno prima e avevo paura a tirarmi indietro” racconta  Carlo Russo che ha confermato in aula le richieste di pizzo.

Serafino Dolce è uno dei sei imputati nel processo sul giro di estorsioni in città scaturito dall’operazione Hybris, che nel luglio del 2011 portò all’arresto di 39 persone e allo smantellamento delle cosche  mafiose di Pagliarelli e Borgo vecchio. Dolce è accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso per aver chiesto il pizzo all’imprenditore palermitano Carlo Russo, socio del marchio delle pizzerie ‘Fratelli La Bufala’.

Dolce era il fornitore di frutta e verdura della catena di ristorazione.
Secondo la testimonianza fornita dall’imprenditore, Dolce si sarebbe presentato nei locali di via Pecoraino in compagnia di  Valerio Mendola per intimare a Russo il versamento della “messa a posto” per le festività natalizie e pasquali. Il tentativo di estorsione però non andò a buon fine visto che Russo era soltanto un socio di minoranza.

“Gli dissi che a gestire tutto non ero io ma Sodano, è a lui che si dovevano rivolgere. Da quel giorno non mi chiesero più niente. Della richiesta del regalo – così Russo definisce in aula la richiesta del pizzo – ne parlai solo con mio padre perché ero spaventato, non dissi niente neanche a Sodano”.

Da quella visita fatta a Russo iniziarono, poi nel settembre del 2010, tutta
una serie di intimidazioni ai danni della catena che portarono Fabio Sodano,
amministratore del marchio fratelli la Bufala a Palermo, a sporgere ben otto
denunce per tentata estorsione e danneggiamenti.

A dirigere la famiglia mafiosa di Borgo vecchio e a coordinare l’imposizione delle estorsioni, secondo le indagini,  sarebbe Luigi Abbate, oggi in aula insieme agli altri imputati Salvatore Ingrassia , Vincenzo Vullo, Valerio Marco Mendola, Ivano Parrino e proprio Serafino Dolce, tutti accusati di associazione mafiosa e tentata estorsione.

* In una nota della catena “Fratelli La Bufala” si precisa che l’azienda “è parte lesa nel procedimento e nulla ha a che fare con le accuse mosse ai soggetti imputati nel processo”.

 


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