Costa contro Sciacchitano: | "Grasso non lo nomini suo vice" - Live Sicilia

Costa contro Sciacchitano: | “Grasso non lo nomini suo vice”

Michele Costa, figlio del capo ufficio istruzione Gaetano ucciso nel 1980, si scaglia contro la nomina di Giusto Sciacchitano a vice procuratore nazionale antimafia.

Piero Grasso con Michele Costa

PALERMO – “Mio padre diceva sempre che un giudice non deve essere né bravo, né coraggioso, né furbo ma affidabile” e, per Michele Costa – figlio di Gaetano, capo ufficio istruzione di Palermo ucciso nell’agosto 1980 – Giusto Sciacchitano, nominato numero due della Procura nazionale antimafia, non lo è. “Mi stupisco che Grasso l’abbia nominato” continua Costa in un’intervista rilasciata a Livesicilia, ricordando come anche l’attuale superprocuratore fosse presente in quel frangente che, di fatto, ebbe a che fare con la condanna a morte di suo padre e diede vita al suo astio nei confronti di Giusto Sciacchitano. Bisogna riavvolgere il nastro al maggio 1980.

Gaetano Costa stava chiudendo le indagini sul traffico internazionale di droga in capo alle famiglie Spatola-Gambino-Inzerillo, firmando gli ordini di cattura. E trovò resistenze nei suoi colleghi. “Un fatto gravissimo e indimenticabile – ricorda Michele Costa – tra l’altro il giorno dell’insediamento mio padre l’aveva detto che sarebbe andato avanti anche da solo”. E così fu. “Per proteggere i suoi ragazzi firmò da solo tutti i provvedimenti quando capì che alcuni avvocati avevano avuto garanzie sul mancato sostegno da parte dei pm. Sciacchitano, lo stesso giorno, andò dall’avvocato Fileccia dicendo che aveva firmato tutto lui, contro tutti”. Anche Piero Grasso era fra i magistrati che non avevano firmato, “ma almeno lui stette zitto, poteva sempre dire di non essere d’accordo”. La questione finì davanti al Csm. “C’erano le testimonianze dell’allora questore di Palermo, Immordino, e del povero Rocco Chinnici. La pronuncia fu di un semplice: ‘Non ci si comporta così’” racconta Michele Costa.

Passano gli anni e, nel 1992, Giusto Sciacchitano chiede di entrare alla Direzione nazionale Antimafia. E, anche in quel caso, Michele Costa si fece sentire. “Non ha commesso reati, né illeciti, ma certamente si è macchiato di comportamenti disdicevoli. Il Csm delibera che quello che ho raccontato io viene superato dalla difesa di Sciacchitano”. Ma ciò nonostante la sua nomina non passa. E quando a capo della Dna arriva Pier Luigi Vigna, Michele Costa ha ottenuto il suo sostegno: “Mi disse ‘io certamente non lo accetterò’. Eppure, dopo breve tempo tornerà sui suoi passi, e dirà che Sciacchitano è il migliore magistrato che potessero avere”.

Si arriva agli anni più recenti e alle accuse che piovono addosso al magistrato da parte di Massimo Ciancimino che parla di Sciacchitano come di una sorta di ‘talpa’ di suo padre, don Vito, al palazzo di giustizia di Palermo. Così come parla di un interesse, seppur indiretto, nell’affare del gas. Michele Costa, però, non vuole poggiarsi alle dichiarazioni di Ciancimino, “personaggio certamente poco affidabile” dice, ma alla “testimonianza del radiologo Enzo Alessi che racconta di averlo incontrato a casa di Angelo Siino”, l’ex ‘ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra’.

Michele Costa è indignato da tutto questo e decide di presentare un esposto alla procura della Repubblica di Catania: “Chiedo che vengano accertate relazioni e frequentazioni di Sciacchitano”. Ma dal capoluogo enteo non arriva alcuna notizia. Allora prende carta e penna e scrive a Napolitano, che conosceva già da prima. “Il presidente della Repubblica interviene su Catania che, però, risponde che non è competente e il fascicolo passa a Caltanissetta dove non mi risulta che abbiano ancora fatto alcunché”.

Poi la notizia della nomina di Sciacchitano a vice procuratore nazionale Antimafia. “Si può accettare che il vertice massimo dell’ordinamento giudiziario possa essere rappresentato da questo signore? Io che ho una visione ‘mitica’ della magistratura non posso accettare che in certi posti vadano magistrati inaccettabili. Non avrà commesso reati, certo, ma questo non vuol dire che sia affidabile. In questo momento in cui diverse persone diventano eroi senza avere la valenza andiamo anche a mettere lì un personaggio che è stato giudicato ‘leggero’?”.


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