Anna che ha difeso il suo caro papà dalla follia No Vax

Anna che ha difeso il suo caro papà dalla follia No Vax

La giusta risposta di una figlia.

Anna Ditta deve essere una ‘ragazza pesca’, cioè, sensibile e accomodante nella tenerezza che persegue il desiderio di vivere in armonia, ma forte e intransigente nel nocciolo dei suoi valori essenziali, come è giusto che sia. E noi la ringraziamo, per avere preso metaforicamente la penna in mano (ma ogni parola è pensiero, dunque penna, anche se sgorga dalla tastiera) e avere difeso suo padre e tutti noi dalla follia dei No Vax. Grazie per avere protetto la bellezza di un mondo a cui gli esseri umani sono affezionati, quello del rispetto e, appunto, dell’umanità.

La risposta al tweet

Anna ha scritto sul profilo twitter dell’eurodeputata leghista Francesca Donato (ma cosa ne pensa Matteo Salvini delle cose che scrive l’onorevole?) una frase semplice e decisiva: “Salve, sono la figlia del dott. Ditta. Non si vergogna di speculare in questo modo su un morto? Invece di criticare la nostra credibilità dovrebbe pensare ad avere un minimo di pudore e rispetto”. Era una replica necessaria a un tweet della leghista che aveva, a sua volta, scritto: “Castelvetrano, medico morto di Covid, era vaccinato con doppia dose (la dichiarazione finale della famiglia risulta credibile quanto una barzelletta)”. Ovvero, la generosità di chi, nonostante il dolore, non ha mai messo in dubbio la scienza e i vaccini. Qui è riassunta tutta la storia.

La follia dei No Vax

La forza nobile di Anna è molteplice. Contro un’esternazione inaccettabile, perché in nessun caso si può parlare di ‘barzelletta’ davanti alle lacrime. Contro chi contesta il ruolo dei vaccini che salvano vite umane, basta dare un’occhiata negli ospedali. Contro la protervia e la follia di un mondo No Vax che, sul web, conteggia i (pochi) morti nonostante il vaccino per foraggiare la sua stessa negazione della realtà. E lo fa – è sufficiente leggere i commenti ovunque – con espressioni volgari che offendono i vivi e non rispettano i morti.

Il ritratto di un uomo perbene

Il dottore Leonardo Ditta (nella foto) era un uomo perbene. Il suo più caro amico lo ha raccontato per filo e per segno. Una persona che ha seminato amore e generosità. Il dolore che suscita la sua scomparsa non avrebbe bisogno di ulteriori didascalie. La memoria che l’accompagnerà ha già fatto giustizia delle parole di chi dovrebbe soltanto tacere.


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