Niente da fare, la Serie A va avanti per la sua strada. Il premier Mario Draghi ha chiesto a Gabriele Gravina, presidente della Figc, di valutare la sospensione del campionato o si svolgere le gare a porte chiuse.
La speranza della Lega è che bastino il nuovo protocollo e il prossimo incontro con il Governo stesso per evitare il ripetersi del caos degli ultimi giorni. Intanto, però, sullo sfondo resta non solo lo spettro delle porte chiuse ma anche il dubbio su almeno due gare della prossima giornata che rischiano di saltare visti i provvedimenti delle varie Asl.
Una situazione tutt’altro che facile, in cui però la Lega prova a non fermarsi, senza nemmeno l’intenzione di voler tornare alle porte chiuse, ipotesi che le società in assemblea hanno visto come un affronto, alla luce anche dei mancati ristori chiesti dal mondo del pallone al Governo e accordati ad altri settori.
Intanto, giunge chiaro da Palazzo Chigi l’invito a fare una riflessione, in un momento che richiede a tutti responsabilità. Il premier, in un colloquio con Gravina, ha sollecitato una valutazione, nell’autonomia della federazione, sull’opportunità di sospendere il campionato o svolgere le partite a porte chiuse, come misure per limitare la diffusione del contagio da Covid.
Dall’incontro tra i club è uscita una posizione di fermezza sulla possibilità di “poter proseguire lo svolgimento delle proprie competizioni (Serie A, Coppa Italia, Supercoppa) come da programma, grazie all’applicazione” del nuovo protocollo approvato ieri, che prevede l’obbligo di scendere in campo con almeno 13 giocatori disponibili andando, in caso di necessità, a pescare anche dalla Primavera. Nell’idea della Lega, potrebbe bastare questo a continuare regolarmente, nonostante alcune voci contrarie degli ultimi giorni. Ma molto dipenderà anche dal tema Asl, con la stessa Serie A che auspica inoltre che “nella riunione governativa di mercoledì si possano individuare in modo chiaro degli strumenti di coordinamento delle aziende sanitarie per assicurare una gestione uniforme delle situazioni da covid-19 nelle squadre”.
Serve una gestione univoca da parte delle autorità sanitarie, è la posizione della Lega, ribadita anche ieri dal consigliere federale Giuseppe Marotta, ad dell’Inter. Ma le decisioni dei giorni scorsi rischiano, nonostante la fiducia della Serie A, di incidere anche sul prossimo turno: Bologna e Udinese, bloccate dalle Asl non potrebbero scendere in campo nelle gare contro Cagliari e Atalanta, mentre non dovrebbe essere a rischio Verona-Salernitana, nonostante i molti positivi. Quanto a Torino-Fiorentina, le negatività emerse tra i granata danno speranze che si giochi.